A chi, da tanti anni, frequenta il mondo delle gare podistiche, saranno passati nelle mani migliaia di volantini dalle più svariate forme, fogge e dimensioni, contenenti le informazioni, più o meno dettagliate, sulle varie manifestazioni in giro per lo Stivale. Essi sono il mezzo più comune, tradizionale ed anche più diretto per pubblicizzare gli eventi. A volte, di ritorno da una gara, puoi anche portarne a casa un bel numero e confrontandone alcuni , a parte la data , la denominazione, le caratteristiche e la lunghezza del tracciato, sembrano fatti in fotocopia nel settore che riguarda le informazioni.
Personalmente mi sono soffermato spesso sulla frase ormai di rito tra i regolamenti : "... la manifestazione si svolgerà con qualsiasi condizione atmosferica ... "; per quel che mi riguarda ho sempre avuto un forte senso critico sull' interpretazione di questa norma. Ricordo con dispiacere le proteste di tanti runners ogniqualvolta organizzatori, dotati di buonsenso, annullavano una gara per via di pessime condizioni di maltempo. Essi mostravano con sdegno i volantini con la suddetta norma, per pretendere lo svolgimento della competizione a qualsiasi costo. La passione ed il fanatismo sportivo avevano sempre la meglio rispetto al buonsenso.
Fin quando le gare si sono svolte principalmente su circuiti stradali e cittadini, tali annullamenti sono stati molto rari: dovevano presentarsi condizioni proprio particolari ed estreme come autentici nubifragi con relativi allagamenti, strade troppo ghiacciate od innevate, autentiche tempeste di vento o terribili grandinate. Da una quindicina d'anni sono cresciute a dismisura anche le gare di trail running, alcune delle quali si svolgono in percorsi montani pericolosi ed esposti,in cui anche il più piccolo cambiamento climatico può essere causa di pericolosi incidenti.
Spesso mi diletto ad organizzare escursioni in montagna (sono anche una guida ambientale ed escursionistica autorizzata ), e altrettanto spesso comincio le passeggiate avvisando i miei amici con la frase : “la montagna è affascinante ma anche spietata, abbraccia gli arditi, ma non perdona gli incoscienti”. Quindi, quando vedo sui volantini di manifestazioni trail la frase " ... la gara si svolgerà con qualsiasi condizione atmosferica... " sono molto dubbioso sulla professionalità e la previdenza degli organizzatori di quella competizione. Vorrei ricordare a tutti che il nostro amatissimo sport viene praticato principalmente per il benessere fisico ed il divertimento ed in nessun modo deve essere messa in pericolo la vita di ognuno di noi, il bene più prezioso che abbiamo.
Atleta muore in gara colpito da un fulmine di Roberto Annoscia
NdD. Sono giuste considerazioni, dettate dall’emozione per il recente episodio luttuoso di Gemona. Ma per non gettare la croce addosso a quegli organizzatori, va detto che il regolamento del Trail dei Tre Castelli, dopo avere più volte raccomandato prudenza, abbigliamento e preparazione adeguata, all’art. 9 recita:
“In caso di fenomeni meteo importanti (nebbia fitta, bufere di neve, forti temporali), l’organizzazione si riserva di effettuare anche all’ultimo minuto variazioni di percorso in modo da eliminare potenziali pericoli o condizioni di forte disagio per i partecipanti.
Le eventuali variazioni saranno comunicate ai partecipanti e segnalate dagli addetti.
L’organizzazione si riserva inoltre di sospendere o annullare la gara nel caso in cui le condizioni meteorologiche mettessero a rischio l’incolumità dei partecipanti o dei soccorritori”.
Personalmente, negli ultimi anni mi è capitata due volte la sospensione di una gara: maratona di Messina 2015, dove il forte vento, e le previsioni di pioggia, indussero a non dare il via alla gara quando eravamo tutti schierati sulla linea di partenza (e qui penso che l’eccesso di prudenza sia stato deleterio); Ultra Trail Mont Blanc 2010, quando addirittura il pericolo di tracimazione di un lago nivale, oltre a pioggia e neve in quota, indussero gli organizzatori a sospendere la gara maggiore, già partita, ed a rinviare di dieci ore la partenza della TDS. Ripartimmo tutti insieme, col sole e su percorso ridotto a 90 km(salvo incappare tre ore dopo in un’altra bufera). Dunque, direi che in genere gli organizzatori dei grandi trail tengano in giusta considerazione la sicurezza degli atleti.
Quanto al caso recente di Gemona, dalle notizie riportate sulla stampa apprendiamo che “l'evento atmosferico che ha provocato il decesso di Pantanali è stato piuttosto limitato nel tempo - qualche tuono e una fitta grandinata per una ventina di minuti - ma l'organizzazione aveva comunque bloccato alcuni atleti impegnati nel ristoro del percorso dei 50 chilometri proprio per evitare che corressero rischi a causa dell'attività elettrica in corso”.
A volte è capitato che un fulmine colpisse, a cielo sereno, persino il pescatore sulla riva del fiume. Da quanto ne sappiamo al momento, credo che anche gli organizzatori di Venzone (località tristemente nota per il terremoto di trent’anni fa, da cui i locali hanno saputo risollevarsi come tutti sappiamo) siano più vittime che colpevoli di una tremenda fatalità. (F.M.)