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La notizia è di quelle che amareggiano chi ama l’atletica: martedì scorso, le forze dell’ordine francesi, guidate dal giudice Renaud Van Ruymbeke, hanno perquisito la sede della federazione internazionale a Montecarlo.

 

Il tutto a seguito dell’accusa rivolta all’ex presidente della Iaaf, l’ottantaduenne senegalese Lamine Diack, di corruzione passiva e riciclaggio aggravato in materia di doping per aver intascato almeno 200.000 euro dalla federazione russa per coprire casi di positività.

 

La prima accusa riguarda anche il consulente giuridico di Diack, il 44enne Habib Cissé, posto inizialmente sotto controllo giudiziario, ma poi rimesso in libertà.

 

L’intera inchiesta nasce dall’indagine a seguito delle denunce del canale televisivo tedesco Ard e di un quotidiano inglese con conseguente dossier interno alla Wada e alla stessa Iaaf.

 

Durante la perquisizione è stato ascoltato, dietro sua richiesta esplicita, Sebastian Coe, presidente Iaaf dall’agosto scorso, che ha offerto piena collaborazione alle forze dell’ordine.

 

Da evidenziare, infine, che il dottor Gabriel Dollé, fino al dicembre 2014 responsabile del dipartimento antidoping della Iaaf e poi dimissionario, si trova in stato di custodia cautelare a Nizza: i giudici sperano in una sua collaborazione.