Master: figli di un dio minore
Mentre gli invisi juventini imperversavano con la coppia formata da Charles e Sivori e gli amati granata stazionavano fatalmente nei bassifondi della classifica, per me, ragazzino, l’atletica leggera non esisteva neppure, se non per quei pochi fotogrammi diffusi dal notiziario sportivo del lunedì pomeriggio sulle contese tra l’astro calante della marcia Pino Dordoni e l’astro nascente Abdon Pamich.
Ricordo poi un aneddoto curioso. Nel mio stesso piano, alla porta accanto, abitava il professor Lucio Montanile, un noto allenatore di atletica. Io ed il nipote, Flavio, eravamo inseparabili e capitava spesso che fossimo l’uno in casa dell’altro. Un pomeriggio, la televisione trasmetteva un, allora usuale, incontro internazionale di atletica tra l’Italia e non ricordo più quale altra nazione; si svolgevano i 10000 metri e un nostro fondista, il sardo Antonio Ambu, passava un momento di crisi quando Lucio brontolò: “Sarebbe un grande maratoneta, se da noi se ne organizzassero...”.
A cinquant’anni e più di distanza potrà sembrare strano ma, allora, al di fuori della canonica pista, esistevano le “corride”, le corse campestri, le gare di marcia. Le maratone invece erano rare come le mosche bianche.
A quel tempo dubito dell’esistenza dei master, forse si chiamavano “veterani” e comunque il loro numero si sarebbe potuto probabilmente calcolare a mente. Se poi qualche impiegato di banca o delle poste, o qualche operaio, finito il turno di lavoro, si fosse presa la briga di mettere scarpe da tennis, canotta e pantaloncini per andare a correre, credo che sarebbe stato portato di peso alla Neuro. Dalle mie parti, almeno, sarebbe avvenuto di certo.
Adesso, a vedere i soli dati FIDAL, i master insieme agli amatori rappresentano formalmente quasi il 50% degli iscritti; nella sostanza, considerato che moltissimi assoluti sono, per questioni di “risparmio”, dei master camuffati da seniores, si può ipotizzare che rappresentino la maggioranza. Ciò malgrado, il loro peso politico è praticamente nullo: la FIDAL incassa le quote, recupera i sostanziosi balzelli per le gare e poi se ne disinteressa. Anche le gare su strada subiscono la stessa sorte. Mentre, ad esempio, la federazione francese cura la pubblicizzazione di tutte classifiche delle gare su strada che si svolgono in Francia (internazionali, nazionali, regionali e dipartimentali), la nostra federazione nazionale già è tanto se fornisce il link del sito degli organizzatori, rinviando, quando tratta di graduatorie, ai comitati regionali. Questi, a loro volto, fatta eccezione per il comitato dell’Emilia e Romagna, hanno un atteggiamento non molto dissimile.
La morale è che le classifiche sono lasciate alla cura di ditte private che, seguendo naturalmente logiche di tipo mercantile, hanno poco riguardo del ruolo essenziale che esse rivestono, vale a dire di documento storico utile per creare memoria del passato e, quindi, i presupposti essenziali per attuare strategie ragionate per il futuro.
Se qualcuno dei lettori si prendesse la briga di incrociare i dati di diverse classifiche, si renderebbe conto che avviene un po’ di tutto, dalle cose più banali (podisti riportati con nomi sbagliati) a quelle meno (podisti che variano di nazionalità, o di categoria, più volte nello stesso anno), ma comunque tali da svilire il valore documentale delle classifiche. Ritorneremo a tempo debito sull’argomento — che merita un approfondimento perché, usando le parole dell’archeologo Andrea Carradini, “pensare il futuro diventa impossibile senza la memoria del passato” — ora sarà sufficiente sottolineare che, stanti così le cose, il podismo su strada, ed in definitiva i master che ne sono i più numerosi interpreti, non sono ritenuti degni d’essere ricordati, se non alla bell’e meglio, né tantomeno meritevoli di classifiche redatte con gli stessi criteri utilizzati per le attività su pista.
Se si pensa, e in ciò mi ripeto, che la gran parte delle gare su strada è possibile grazie alla partecipazione dei master, e che le stesse discipline su strada sono quelle che hanno dato nel recente passato maggiori soddisfazioni al settore, forse un maggior riguardo non guasterebbe. E per i master questo dovrebbe valere anche da un punto di vista prettamente agonistico.
Spostandoci su quest’ultimo aspetto, mi risulta incomprensibile che, per esempio, gli organizzatori non diano molto risalto alle classifiche di categoria e che, in genere, cerchino di prevederle senza però investire risorse, siano esse di idee o di carattere economico. Per lo più le tengono in vita stancamente, cercando però di destinarvi la minor fatica e il minor fondo possibili. Non a caso è rarissimo che siano premiabili tutte le categorie presenti alla gara e che sia ormai costume consolidato il confezionare il pacco premio con materiale raccogliticcio e, nel peggiore dei casi, con scarti di magazzino degni di ben altra destinazione.
Ma più che il premio in sé stesso (basterebbe magari anche un oggetto di poco valore, però in grado di stimolare il ricordo), quel che più conta a mio avviso è che, dando enfasi alle classifiche di categoria, ci si porrebbe nella condizione di offrire nuove motivazioni ai potenziali clienti delle gare. Non costerebbe infatti nulla se il comunicato stampa che si redige al termine della manifestazione contenesse, oltre ai nominativi dei vincitori assoluti, anche quello dei vincitori di categoria. Sarebbe un motivo di soddisfazione per i runner interessati e, chissà, l’apertura di un piccolo credito per le edizioni future dell’evento.
Visto che allo stato attuale si dà solo rilievo ai vincitori assoluti, Podisti.Net ha ritenuto così di dover lanciare questa nuova iniziativa che servirà sia ad ovviare a questa parziale dimenticanza, sia a dare il giusto rilievo al podista comune che, se non sarà l’essenziale tassello del fenomeno che tanto ci sta a cuore, non è neppure il caso che rappresenti sempre l’ultima ruota del carro.
Pertanto, a partire dalla maratona di San Valentino, tutte le classifiche saranno riesaminate e si creerà una scheda statistica dell’evento con l’indicazione dei vincitori di tutte le categorie che hanno partecipato alla manifestazione e, se l’iniziativa troverà il favore del lettore, si procederà poi a recuperare le maratone di gennaio ed alla fine dell’anno si verificherà la possibilità di redigere il primo annuario delle maratone italiane.
Appuntamento quindi alla prossima settimana con la scheda dedicata alla manifestazione di Terni del 17 febbraio scorso.