
Inizialmente più combattuta la gara maschile, almeno fino al km 10; Lahcen Mokraji mi ha raccontato di aver provato a seguire gli indiavolati keniani Kimutai Koech e Kimeli Kosorio, che hanno girato per diversi chilometri ben sotto i 3’/km. Sperava saltassero, ogni tanto succede, ma non questa volta anche se li ha avuti sempre “ a vista”.
Classifiche e tempi nell’apposita sezione e nel comunicato del comitato organizzatore.
Classifiche e tempi nell’apposita sezione e nel comunicato del comitato organizzatore.
Ho corso per la prima volta questa gara e dico subito che mi è piaciuta. Partenza da Cavallino Treporti e arrivo a Jesolo Lido, un percorso che per buona parte gode della compagnia della laguna veneta e col tramontare del sole, si partiva infatti alle 20, veniva a formarsi una scenario gradevole e veramente particolare. La logistica alla partenza è ottima, qualche wc chimico in più non sarebbe guastato anche se la disponibilità delle soluzioni “dedicate” ai maschietti ha evitato eccessive code. Successivamente si veniva incanalati con ordine verso le gabbie assegnate in funzione dei tempi; anche qui ulteriori possibilità, in questo caso naturali, di soddisfare le esigenze fisiologiche, perché si sa che i podisti hanno l’ultima pipì last minute poco prima del colpo di pistola. Anche una siepe in zona strategica era utile allo scopo, sembrava messa lì apposta…..
Dopo i consueti saluti delle autorità locali, è stato toccante il momento del minuto dedicato a Marcello Ferrari, un amico di tanti. Non l’ho mai conosciuto di persona ma so che era uno sportivo a tutto tondo e un pacer come pochi, oltre 50 maratone corse sotto le tre ore, l’ultima di queste alla Bavisela di Trieste. Se l’è portato via la montagna, un ambiente che amava profondamente. Addio Marcello.
I primi chilometri sono relativamente lenti, la sede stradale non è larghissima in relazione al numero dei partenti , ben oltre 3000, ma forse è un bene perché prima non era facile fare il riscaldamento e se parti un po’ più tranquillo poi corri meglio. Nella prima parte della gara una leggera brezza soffiava a favore ( e bravo Giovanni Ruggero, forte atleta ed oggi spettatore, lo aveva pronosticato o forse….solo indovinato?). Ristori gestiti da gente sveglia, in generale riuscivano quasi sempre a metterti la bottiglietta in mano, non dovevi fare slalom e non perdevi il ritmo, qualunque esso fosse.
Il percorso è piuttosto veloce, eccezion fatta per un tratto intorno al km 14, prima il ponte sul fiume Sile, un cavalcavia lungo ma dalla dolce salita, poi un paio di inversioni a U, ma in questa mezza si possono certamente realizzare delle ottime prestazioni, in particolar modo quando le condizioni climatiche sono ottimali, come in questa edizione. Al km 15 si entra un Jesolo, un lungo tratto sui viali interni porta all’arteria principale del Lido e qui l’atmosfera è magica, la gente ti applaude, i bimbi tendono la mano chiedendo il cinque ( se non si corre per il personale ed è rimasta qualche energia, come si fa a negarlo?). Già dal km 20 intravedi l’arrivo, una piazza Mazzini con musica a tutta palla e illuminata a giorno. La fatica è finita e , se vuoi e ne hai, comincia la festa.
Una festa che merita di essere vissuta fino in fondo, per coniugare egregiamente sport e divertimento; Jesolo si presta molto bene, mi ha colpito la capacità di far convivere una manifestazione di questa portata con il Saturday Night Fever dei tanti turisti e locali, ai quali si sono uniti un buon numero di runner, incluso chi vi scrive, fino a che ho retto. La cosa che potrebbe sorprendere è che a notte inoltrata tutte le infrastrutture della gara erano state rimosse e le strade ripulite, chi si è svegliato presto ( credo non molti) potrebbe aver avuto l’impressione che non fosse successo niente poche ore prima. Anche questa è cultura e buona organizzazione. Felice di aver partecipato, personalmente promuovo a pieni voti la manifestazione, in tutti i suoi aspetti.
Una menzione a parte per Beatrice, Mauro, Francesco, Gianmaria, Michela, Antonella e mi scuseranno gli altri di cui non ricordo i nomi, sono fra i tanti, tantissimi ragazzi che si sono dati da fare perché tutto funzionasse a dovere e con i quali ho condiviso diversi momenti ( e qualche drink) insieme, prima e dopo la gara.
Nel dopo gara mi fermo a chiaccherare con Ruggero Pertile, contento della sua prova ( quarto classificato in 1h06’17) è ormai proiettato verso gli europei di Zurigo, queste le sue parole “ oggi dovevo sentire le gambe che giravano bene e così è stato, dopo un inverno con tanti problemi ora sto bene e riesco ad allenarmi altrettanto bene”. Inevitabile chiedere una previsione sui campionati e qui il nostro Ruggero è categorico “ non possiamo nasconderci, andiamo per fare bene, molto bene, la squadra è forte (ndr: la Fidal non ha ancora ufficializzato i nomi), non si può non pensare al podio”. Dalle parole si percepisce una grossa determinazione e una motivazione altissima. Forza ragazzi!