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Interlaken Jungfrau Marathon 2017 collage RM

 

Jungfrau Maria: danke!

 

Sabato 9 settembre, ad Interlaken in Svizzera nell’Oberland Bernese, si è festeggiato il quarto di secolo della Jungfrau Marathon. Pensavo che, per questa edizione giubilare, si sarebbero disputate due gare (una il sabato e l’altra la domenica, come fu per la decima e la ventesima edizione   rispettivamente degli anni 2002 e 2012).  Non è stato così questa volta, anche se ci speravo, né è previsto il bis (ahimè, a quanto pare) per la trentesima edizione già programmata per il 10 settembre del remoto 2022. Dato che non sono padrone nemmeno del presente, non voglio spingermi in là col tempo e spero in un ravvedimento. Tuttavia, la rodatissima macchina organizzativa, eccezionalmente, ha alzato la soglia dei partecipanti (a numero rigorosamente chiuso) da 3500 a 5000 atleti delle più disparate nazionalità.

 

C’è una logica in tutto questo. Gestire due maratone con le manifestazioni collaterali, diventa complicato anche per gli elvetici. La maratona, è bene ricordarlo, è alpina e prende via da Interlaken e arriva su al valico di Kleine Scheidegg, che si trova a quota 2100. Si procede sempre in salita (tra cui quella feroce inizia dal km 25+500), a parte i primi circa 10 km, i 4 lungo la Lauterbrunnertal, e l’ultimo in discesa che ti fa riprendere fiato, dopo essere arrivato al culmine della china a m. 2320 percorrendo la morena laterale del ghiacciaio dell’Eiger.

 

Il problema è la logistica. Cinquemila maratoneti significano altrettanti zaini da caricare prima sui camion, che poi devono essere trasferiti sul treno e infine scaricati e custoditi - con ordine svizzero -  all’interno del fabbricato che sembra un bunker, perfettamente mimetizzato tra il paesaggio alpino, che è la rimessa ferroviaria dei lussuosi convogli delle incredibili ferrovie a cremagliera della Jungfraubahn e della Wengernalpbahn. E bisogna fare molto presto a recuperare il bagaglio, perché se arrivi al traguardo zuppo come un pulcino sotto la pioggia gelata, se non ti asciughi e non indossi il più presto possibile degli indumenti caldi, cadrai in preda al ballo di San Vito per il freddo.  Insomma, non si può ritornare a “casa” in treno in mutande: il cambio e l’igiene personale sono assolutamente necessari perché all’interno degli eleganti vagoni si è stipati come sardine. Si aggiungano poi ai cinquemila maratoneti, che devono ritornare a valle insieme agli accompagnatori, la marea di turisti incuriositi in prevalenza dell’estremo Oriente. Si fa presto a fare due calcoli. Occhio e croce, sabato, sulla Kleine Scheidegg si sono radunate in mezzo alla fitta coltre di nuvole che scaricava acqua, e poco più su neve, non meno di diecimila persone (la stima è in difetto). Se le iscrizioni non fossero contingentate, non ho dubbi che si raggiungerebbero i numeri della Maratona di New York.  

 

Ma ciò non è possibile per oggettivi motivi ed è un bene che sia così, perché una tale quantità di persone sulle Alpi, concentrate in un solo giorno, sarebbe un oltraggio al sito (Jungfrau), dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità. Il personale ferroviario, senza battere ciglio, è stato costretto fino al tardo pomeriggio a innumerevoli corse straordinarie e tutto è filato per il meglio. Si sono registrate tre varianti rispetto alle ventiquattro precedenti edizioni (a onor del vero, con i citati bis sarebbero 26). La prima: per evitare commistioni, al via i concorrenti sono stati suddivisi in quattro blocchi (Elite, 1, 2 e 3) con le partenze distanziate di cinque minuti per settore. La seconda: la direzione della corsa, dopo lo sparo, è stata nel senso inverso, cioè in direzione ovest, ed è stato eliminato l’anello cittadino che ti rifaceva nuovamente percorrere il viale della partenza, ovvero il passaggio davanti il Grand Hotel Victoria Jungfrau. Devo prendere atto che la scelta è stata azzeccata, trovando il tracciato assai più ampio e scorrevole rispetto al classico. La terza e ultima: a Wengen si è compiuto il tour del paese. Anche i sassi conoscono questo fiabesco borgo adagiato su un terrazzamento dominato dal Monte Jungfrau, per via della discesa libera di Coppa del Mondo di Sci “Trofeo del Lauberhorn”. Sono stati effettuati alcuni ghirigori tra i cottages e gli hotels inghirlandati di straordinarie fioriture. Non mi sarebbe affatto spiaciuto percorrere lì i 42 km e 195 metri.

 

Mi è dispiaciuto per chi ha partecipato per la prima volta alla JM, tra cui il mio amico Andrea Casale, di non aver potuto godere degli straordinari panorami che si sarebbero presentati in una giornata di sole, come quella del giorno precedente la competizione. Le fitte nuvole hanno privato loro di rapportarsi intimamente con le “Tre Stelle delle Alpi” (l’Eiger, il Mönche la Jungfrau), e chi c’è stato mi capisce bene. La pioggia ha accompagnato sin dal principio questa maratona a cui sono particolarmente affezionato. Poi da Wengen non si vedeva più un fico secco. Pazienza. Mi sono divertito ed emozionato lo stesso anche sotto l’acqua, che non mi ha mai infastidito. Anche l’amico Andrea ha avuto i momenti di commozione con la moglie e suoi pargoletti, che lo aspettavano lassù in quel paradiso.

 

Per finire, cito alcuni particolari sulla gara per evitare di scrivere delle notizie trite e ritrite, in 22 partecipazioni. La sequenza da quando hai visto all’ultimo momento (data la nebbia) l’arco di arrivo (Ziel) è stata la seguente: sul  display luminoso appare il tuo nome; poi c’è la medaglia;  poi bevi la birra analcolica; poi ti viene consegnata la borraccia di liquido idrosalino personalizzata JM; poi vai a ritirare la bella maglia finisher; poi ti viene offerta la grande confezione di cioccolato;  e poi corri al ritirare lo zaino e a farti la bella doccia calda senza fare la fila e, infine, puoi vederti la tua clip video in HD  scaricabile dal relativo sito web. Questa è la Maratona che più amo, con gli organizzatori molto attenti per gli atleti che hanno gareggiato il venerdì pomeriggio con la handbike ed i bambini.

 

Dimentico qualcosa? Ah sì! La trasferta gratis in treno a/r Zurigo – aeroporto, con i relativi biglietti abbinati alla tessera di partenza (sono circa 140 euro risparmiati) e lo zaino tecnico (adatto anche per i  trail) dello sponsor veramente bello, giunto come si suol dire a “fagiolo” perché avevo intenzione di acquistarlo.

 

Nel centro Maratona di Interlaken, sotto il tendone (Zelt) collocato sulla Höhematte, centinaia di partecipanti, su invito, hanno apposto la loro firma all’ingresso sul grande banner pubblicitario con impressa la scritta:

(D)Wir laufer danken den helfern! noi corridori ringraziamo i volontari!

 

 Io avrei anche aggiunto:

(D)Wir laufer danken die Jungfrau Maria! noi corridori ringraziamo la Vergine Maria!

 

Amen.