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Il Consiglio Federale della Fidal, svoltosi ieri a Roma, ha deliberato di: “alla luce delle recenti polemiche che hanno riguardato la composizione di una formazione italiana che prenderà parte ai Campionati del Mondo della 100km (Doha, 21 novembre), dare mandato al Segretario generale, Fabio Pagliara, di verificare il rispetto, da parte della IUTA (l’ente che sovrintende alla pratica dell’ultramaratona in Italia) delle intese di collaborazione in essere con la FIDAL e dei principi etici che ispirano le attività dell’atletica italiana. Al Segretario Generale, in conseguenza della fase di accertamento, il Consiglio ha contestualmente richiesto di adottare gli opportuni provvedimenti sulla base delle risultanze. 

A tutti, compreso il sottoscritto, è sembrato un invito per la Iuta a lasciare a casa Alberico Di Cecco, già coinvolto in una squalifica per doping, convocazione contraria al famoso codice etico che prevede che «chiunque incorra in squalifiche pari o superiori ai due anni, sulla base delle attuali normative antidoping, perde, da quel momento, il diritto a vestire la maglia azzurra». (Ma vale la retroattività?)

E lo stesso Consiglio ha cancellato tra gli advisor, per quanto riguarda gli ostacoli, la francese Patricia Girard, già squalificata per doping nella sua carriera da atleta, con la seguente indicazione: ostacoli (diversamente da quanto già comunicato, verrà identificato un consulente nell’ambito del rapporto con la Federazione francese)