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Pista siringa image podisti.netTutto comincia ai primi di agosto quando l’inchiesta condotta dal Sunday Times e dall’emittente tedesca ARD/WRD svela che 12359 test del sangue, riguardanti 5mila atleti, evidenzierebbero valori “sballati”, riconducibili ad uso di doping. I dati, in possesso della Iaaf (la Federazione internazionale di atletica) e passati da un informatore a due esperti dell’antidoping gli australiani Robin Parisotto e Michael Ashenden, evidenzierebbero – secondo i due scienziati - che un terzo delle medaglie - ben 146, compresi 55 ori – di Olimpiadi o Mondiali disputati tra il 2001 e il 2012 sono state conquistate da atleti con valori sospetti.

E, a seguire, 10 medaglie di Londra 2012 sarebbero state vinte da atleti con valori “sospetti”; la Russia sarebbe l’epicentro del sistema (l’80% delle medaglie russe sarebbe ottenuto con valori anomali; gli stessi atleti keniani presenterebbero valori “al limite”; gli atleti sono sempre più sottoposti a trasfusioni di sangue e micro-dosi di Epo per aumentare il numero di globuli rossi; puliti Bolt e Mo Farah.

L’analisi dettagliata dei dati emersi evidenzia che tra le prove di fondo e resistenza con il numero più elevato di atleti medagliati con valori sospetti vede in testa i 1.500 m con 29 casi; segue la 20 km di marcia con 28, poi gli 800 con 16. Ancora 5.000, 3000 siepi e 10.000 (15), 50 km di marcia (13), eptathlon/decathlon (9) e maratona (6).

La classifica delle manifestazioni con più atleti medagliati sospetti, vede al primo posto i mondiali di Helsinki 2005 con 21 casi; secondo posto per i mondiali di Osaka del 2007 (20), terza l’Olimpiade di Pechino del 2008 (19), poi ancora Olimpiadi Atene 2004 e Mondiali Edmonton 2001-Daegu 2011 (16), mondiali di Berlino 2009 e Parigi 2003 (14).

Tra le nazioni prima la Russia, con 30 casi anomali su Ucraina (28), Turchia (27), Grecia (26), Marocco (24), Bulgaria (22), Bahrain (20), Bielorussia (19), Slovenia (16), Romania e Uganda (13). L’Italia è al 28° posto con 6 casi, con Germania, Lituania, Belgio e Messico; Cina, Usa e Francia con 5 casi, Gran Bretagna con quota 4. 55 i paesi presenti….

Inoltre, sempre nel periodo 2001-2012, ben sette vincitori - tra uomini e donne – della maratona di Londra 2001-2012 (con sei piazzati al secondo posto e sette al terzo), sarebbero nella lista incriminata, come ben 32 vincitori delle maratone incluse nel circuito delle "Majors" (Londra, Boston, Chicago, New York, Berlino e Tokyo).

Dopo le iniziali reazioni d’ufficio e la minaccia di denunce (il database è stato ottenuto senza permesso) della Iaaf, le dure prese di posizione del Cio (il presidente Thomas Bach annuncia tolleranza zero), la Federazione di atletica ha comunicato ieri ufficialmente che 28 atleti sono risultati positivi all’antidoping dopo nuove analisi delle provette dei loro controlli subiti in occasione dei Mondiali di Helsinki 2005 e a quelli di Osaka 2007.

La Federazione non fa i nomi in attesa dei processi sportivi, ma, in un comunicato, spiega che la maggioranza dei 28 atleti si è ritirata, alcuni sono già stati sanzionati e solo pochi sono ancora in attività e che a questi ultimi non sarà concesso di partecipare agli imminenti Mondiali di Pechino. In più, se le violazioni saranno confermate, le classifiche delle gare relative verranno aggiornate e riassegnate le medaglie.

La Iaaf precisa comunque che le nuove analisi erano cominciate in aprile, “molto prima delle critiche mosse dal canale televisivo tedesco Ard e dal quotidiano britannico Sunday Times".

Nella lista dei 28 sospetti, non risulterebbe alcun italiano, come ha confermato anche il presidente Fidal, Alfio Giomi.