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Continua la linea dura della IAAF contro il doping: in settimana la notizia della squalifica a vita per il senegalese Papa Massata Diack (il figlio del presidente uscente Lamine…), consulente Iaaf per il marketing; per Valentin Balakhnichev, ex tesoriere IAAF e presidente della federazione russa; per Alexei Melnikov, responsabile tecnico del fondo e della marcia russa. “Solo” cinque anni per il francese Gabriel Dollé, ex direttore del dipartimento antidoping.

 

L’accusa è di aver coperto casi-doping riguardanti atleti russi, anche in cambio di soldi; la Commissione etica Iaaf, presieduta dal britannico Michael Beloff, ha reso note le motivazioni in un documento di 170 pagine, su di un’inchiesta partita sin dal 2014, con il caso della maratoneta Liliya Shobukhova che aveva pagato forte somme di dollari per evitare una squalifica per doping prima dell’Olimpiade di Londra 2012.

 

Nella sentenza si riporta che gli squalificati: “Hanno agito con disonestà, da corrotti, provocando danni senza precedenti al mondo dell’atletica. Qualsiasi altra sanzione a loro carico non corrisponderebbe alla gravità di quanto da loro commesso”.

 

Il presidente IAAF, Sebastian Coe, ha ringraziato i membri della Commissione etica: “per la qualità del loro lavoro. Le squalifiche a vita annunciate non potrebbe mandare un messaggio più forte: chi tenta di corrompere o sovvertire l’ordine nel nostro mondo verrà giudicato con assoluta fermezza. E ora continueremo a collaborare per le inchieste che stanno portando avanti le autorità francesi e la commissione indipendente della Wada".