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E’ finita come ci si aspettava: il Tas, Tribunale Arbitrale dello Sport,dopo quasi due giorni di camera di consiglio e un dibattimento fiume,ha squalificato Alex Schwazer per otto anni, accogliendo la richiesta della IAAF. Tutti i risultati conseguiti dall'atleta dal primo gennaio 2016 sono cancellati, incluso quello del Mondiale di marcia di Roma dell'8 maggio scorso.

 

Si infrangono le speranze del marciatore altoatesino di gareggiare a Rio 2016, che non si era arreso sino all’ultimo, tanto da continuare intensamente ad allenarsi anche a Rio, dopo l'udienza dell'8 agosto e finisce di fatto la carriera del campione olimpico di Pechino 2008.  

 

Il marciatore, trovato positivo all’epo alla vigilia dei Giochi di Londra 2012, e già squalificato per 4 anni, e di nuovo al controllo a sorpresa presso la sua abitazione di Racines, in provincia di Bolzano, il primo gennaio di quest'anno, al testosterone, ha pagato la recidività: la sentenza è appellabile solo a un tribunale svizzero, e quindi le Olimpiadi sonodefinitivamente sfumate.

 

Sono distrutto”, le prime parole di Schwazer, che a detta del suo entourage, è poi rimasto in silenzio per 20 minuti, e non ha voluto partecipare alla conferenza stampa indetta nella terrazza dell’albergo.

 

“Le sentenze non si commentano - le parole di Alfio Giomi, il presidente della IAAF - qualunque sia il loro segno. In più, a due giorni dall’avvio dei Giochi olimpici, si impone anche il rispetto nei confronti di quanti, in maglia azzurra, saranno chiamati a rappresentare l’Atletica Italiana a Rio. La vicenda, però, è tale da imporre una riflessione, che arriverà a tempo debito, a Olimpiadi concluse. Al momento, l’unica cosa che mi sento di dire è che sarebbe stato meglio per tutti arrivare ad un esito in tempi diversi”.