Salah Ouyat, ovvero il numero uno del podismo di casa nostra. Alla “Lago d'Orta Night Run” ha battuto il valsesiano Michele Rossi, il cusiano Emanuele Neve e il verbanese Paolo Boneschi, oltre ai borgomaneresi Stefano Luciani e Simone Velati, solo per citare i primi cinque alle sue spalle, riconfermandosi il più forte in assoluto.
Cosa dobbiamo ancora aspettarci da Salah Ouyat?
“Poco. Gli anni passano inesorabili e io corro da una vita. Per vincere devi conservare lo spunto veloce, allenarti in un certo modo e fare grandi sacrifici. Nella notturna sul lago d'Orta ho percorso i 15 km in poco più di 53 minuti e non si correva su pista. Sentivo il fiato degli inseguitori. Sono stati bravissimi Rossi, Neve e Boneschi, che peraltro già conoscevo”.
“Poco. Gli anni passano inesorabili e io corro da una vita. Per vincere devi conservare lo spunto veloce, allenarti in un certo modo e fare grandi sacrifici. Nella notturna sul lago d'Orta ho percorso i 15 km in poco più di 53 minuti e non si correva su pista. Sentivo il fiato degli inseguitori. Sono stati bravissimi Rossi, Neve e Boneschi, che peraltro già conoscevo”.
Sulla tua età spesso si favoleggia. Qualcuno sostiene che i tuoi dati anagrafici siano... un segreto di stato. In passato una volta tu hai detto di avere 33 anni e l'anno successivo ne aveva 31. Si può sapere quale sia esattamente la tua età?
“E' vero, a volte ho scherzato, ma lasciando intendere che scherzavo. Quest'anno faccio i 37, che sono tantissimi per la corsa veloce. Dovrei convertirmi alla corsa lunga, cioè alle più lente maratone e maratonine, dove contano la resistenza e la tenuta alla distanza. Ma per la maratona occorre molto allenamento e quindi tanto tempo, che al momento non ho”.
“E' vero, a volte ho scherzato, ma lasciando intendere che scherzavo. Quest'anno faccio i 37, che sono tantissimi per la corsa veloce. Dovrei convertirmi alla corsa lunga, cioè alle più lente maratone e maratonine, dove contano la resistenza e la tenuta alla distanza. Ma per la maratona occorre molto allenamento e quindi tanto tempo, che al momento non ho”.
Tu ha abitato a Soriso e poi a Cavallirio. Adesso dove hai casa e dove lavori?
“Adesso abito a Boca, a un paio di chilometri da Cavallirio. Per il lavoro mi trovo bene. Sono stato assunto da Sergio Poletti del Gorgonzola Palzola, che ogni tanto chiude un occhio quando gli chiedo qualche permesso per allenarmi. Poletti è una persona brillante, un ottimista, conosciuto anche per gli spot pubblicitari che ha girato con il trio dei Legnanesi”.
“Adesso abito a Boca, a un paio di chilometri da Cavallirio. Per il lavoro mi trovo bene. Sono stato assunto da Sergio Poletti del Gorgonzola Palzola, che ogni tanto chiude un occhio quando gli chiedo qualche permesso per allenarmi. Poletti è una persona brillante, un ottimista, conosciuto anche per gli spot pubblicitari che ha girato con il trio dei Legnanesi”.
E' molto cambiata la tua vita dagli anni in cui, arrivato dal Marocco, vivevi nel profondo sud?
“Sono stato professionista con diverse squadre, vincendo anche corse importanti. Allora vivevo col podismo. Adesso sono cambiate molte cose: ho un lavoro e una famiglia”.
“Sono stato professionista con diverse squadre, vincendo anche corse importanti. Allora vivevo col podismo. Adesso sono cambiate molte cose: ho un lavoro e una famiglia”.
Tu non parli quasi mai della sua famiglia: è vero che siete otto fratelli?
“E' vero. Due vivono con me a Boca, gli altri sono in Marocco, dove si trovano anche i miei genitori. Sono sposato e lo scorso 22 gennaio sono diventato padre per la prima volta: al bambino abbiamo dato il nome di Ayoub. Mi sarebbe piaciuto portare quassù moglie e figlio, ma come si fa? Qui la vita costa troppo e il mio lavoro non basta per mantenere una famiglia, perchè tra il resto devo anche pagare l'affitto. Così due o tre
volte l'anno li raggiungerò in Marocco. Ma non voglio dire più di tanto perchè in Marocco non è come in Italia dove tutti raccontano i propri fatti e la propria vita anche alla televisione. Noi siamo molto religiosi e la nostra religione predica la riservatezza. Abbiamo una diversa concezione sui modi di vivere”.
Ma un giorno porterai moglie e figlio a Boca?
“Al momento dico che mi piacerebbe, in futuro non so. Quando smetterò di correre, tra due o tre anni, potrei anche tornare in Marocco dai mei genitori e con tutti i fratelli. Noi restiamo molto legati alla nostra terra”.
La sua prossima corsa?
“Non lo so. Dovete parlare con Poletti: è lui che mi deve dare i permessi per correre”.
“E' vero. Due vivono con me a Boca, gli altri sono in Marocco, dove si trovano anche i miei genitori. Sono sposato e lo scorso 22 gennaio sono diventato padre per la prima volta: al bambino abbiamo dato il nome di Ayoub. Mi sarebbe piaciuto portare quassù moglie e figlio, ma come si fa? Qui la vita costa troppo e il mio lavoro non basta per mantenere una famiglia, perchè tra il resto devo anche pagare l'affitto. Così due o tre
volte l'anno li raggiungerò in Marocco. Ma non voglio dire più di tanto perchè in Marocco non è come in Italia dove tutti raccontano i propri fatti e la propria vita anche alla televisione. Noi siamo molto religiosi e la nostra religione predica la riservatezza. Abbiamo una diversa concezione sui modi di vivere”.
Ma un giorno porterai moglie e figlio a Boca?
“Al momento dico che mi piacerebbe, in futuro non so. Quando smetterò di correre, tra due o tre anni, potrei anche tornare in Marocco dai mei genitori e con tutti i fratelli. Noi restiamo molto legati alla nostra terra”.
La sua prossima corsa?
“Non lo so. Dovete parlare con Poletti: è lui che mi deve dare i permessi per correre”.