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Seveso Run In Seveso 2014 R.Lollini R.Massari foto Roberto MandelliL’esaustivo pezzo dei colleghi Lorenzini e Maderna sulla “Run In Seveso”, ci libera dalla necessità di riportare la cronaca della manifestazione, salvo ribadire come sia un peccato che la stessa non raggiunga dimensioni piu importanti, sebbene a nostro avviso la causa principale sia da ricercarsi nel sovraffollamento del calendario che in questi tre giorni festivi ha offerto 10km e mezze maratone a bizzeffe. Ma forse non è un male perché l’angusto rettilineo iniziale non potrebbe sopportare grandi numeri alla partenza. E’ questo infatti l’unico vero limite della manifestazione dopo che gli amici di Seveso hanno ritardato di un paio d’ore la partenza rispetto a qualche anno fa, risparmiando ai concorrenti le ore più calde su un percorso filante ma non velocissimo in quanto andavano ripetuti per due volte un cavalcavia, un sottopasso e diversi saliscendi su sterrato all’interno del Parco delle Querce. 

Ciò premesso consentiteci di cambiare completamente registro. In una scatto d’immodestia e, come richiesto nel titolo, addirittura parafrasando il Sommo Poeta, vorremmo chiedere a tutti i runner di non pensare per una volta alla corsa, ma riflettere come su come mai ieri, 25 Aprile, ci siamo ritrovati a casa a festeggiare.
Abbiamo festeggiato la fine di una guerra, la peggiore delle guerre, in quanto anche una guerra civile. Noi Italiani ci siamo fronteggiati, combattuti, ammazzati. Questo credo che dovremmo ricordarcelo per sempre, affinchè ciò non avvenga più. Ricordiamo quindi i vincitori ed anche i vinti, perché dividere le due fazioni esattamente fra buoni e cattivi sarebbe sicuramente un operazione semplicistica e riduttiva, così come sostenere che dopo quella data, purtroppo, per un breve periodo non si sia fatta anche, sottolineo la parola anche, della giustizia sommaria.

Ma oltre alla guerra, festeggiamo un altro evento importantissimo: la fine di una terribile dittatura di cui la guerra civile è la causa e l’estrema conseguenza finale.

Una dittatura che aveva distrutto la democrazia, cancellando ogni possibilità di opposizione e stabilendo una politica del terrore, proprio come fanno le dittature. E quindi quando sentiamo in giro qualcuno che simpaticamente sostiene come in questo onesto regime i treni arrivassero in orario, ci fosse lavoro per tutti e gli avversari politici fossero gentilmente spediti al mare, vorremmo ribadire qualche informazione che non rientra nella categoria delle opinioni ma in quella dei dati di fatto.
Questa dittatura, che con grande sagacia pensava di sconfiggere contemporaneamente USA, URSS, Gran Bretagna ed altre nazioni, ha portato il paese alla distruzione, ha fatto si che morissero circa mezzo milione di persone durante il conflitto, senza contare feriti e mutilati.
Questa dittatura, pervasa dalla corruzione e dal nepotismo, ha ucciso, picchiato, torturato ed imprigionato gli avversari politici. Ha promulgato leggi razziali e spedito alla morte quasi certa in campi di concentramento circa quarantamila persone. Senza contare le vittime delle grandi opere come ad esempio nell’Agro Pontino.
Quanto a treni, sinceramente non sappiamo se arrivassero realmente in orario, ma sebbene ciò sia importante non crediamo che sia questo il punto cruciale della discussione.
Quindi viva la Liberazione, viva il 25 Aprile e viva l'Italia unita. E adesso torniamo pure a correre senza tuttavia dimenticarci da dove nasce l’attuale democrazia. E scusate per questa licenza che ci siamo voluti prendere, ma ci tenevamo tanto a farlo.

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