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Capalbo Carlo collage

In tempi in cui molti giovani cominciano a sentire l’esigenza, ma ancora di più la necessità, di andare all’estero per lavoro, è singolare la storia di qualcuno che, in tempi diversi,ha lasciato l’Italia in età precoce, quando le difficoltà di emigrare erano probabilmente maggiori rispetto ai tempi attuali.

Carlo Capalbo ha lasciato la sua città , Napoli, dopo una laurea in giurisprudenza, per andare ad Ivrea in quella storica azienda che era l’Olivetti. Da qui inizia la sua storia, un impegnativo percorso sia scolastico che professionale; un primo master in business administration a Milano, completa i corsi di economia e commercio all’università di Torino seguono altri corsi MBA all’università di Berkeley, in California.

Nel 1988 entra in Wordperfect Corporation, occupa diverse posizioni direzionali, tra queste quella di regional manager di diversi paesi europei.

All’inizio degli anni ’90 si sposta nel centro Europa e, attraverso un’attività di tipo consulenziale, entra in contatto con la Repubblica Ceca e le sue realtà, decide di mettere qui le sue radici professionali, infatti nel 1994 costituisce la   Prague International Marathon spol s.r.o. (PIM), una società creata per sviluppare un moderno concetto della corsa su lunghe distanze.

Oggi è presidente della RunCzech Running League e amministratore delegato della Prague International Marathon (PIM), una splendida realtà nel panorama del running internazionale. Il nome non tragga in inganno, in effetti la maratona è uno dei tanti eventi sportivi organizzati in vari periodi dell’anno, articolati attraverso il circuito Runczech.

Dal 2009 al 2013 è stato uno dei direttori dell’AIMS (l’ente più prestigioso quando si parla di maratone), primo italiano nella storia, occupandosi dello sviluppo e del marketing delle corse su lunga distanza a livello mondiale.

Il circuito RunCzech, autentico fiore nell’occhiello della sua opera, oggi conta 7 gare in Repubblica Ceca, Dal punto di vista tecnico siamo a livelli molto elevati, tenendo conto che 5 su 7 sono IAAF Gold Label e 2 Silver.

Forse è curioso notare come Carlo Capalbo sia sempre stato uno sportivo, praticante di pallavolo e rugby ( in effetti la struttura c’è tutta), ma mai running, perlomeno nel senso di come comunemente lo intendiamo noi.

Lo incontriamo per conoscerlo meglio, farci raccontare una “forse non comune” storia di successo, un’intervista iniziata a Praga tempo addietro e siamo felici di concretizzarla ancora di più , e sempre di persona.

Presidente, da dove cominciamo? Dalla partenza da Napoli?

Per noi napoletani non è mai facile lasciare la nostra città, radicati come siamo sul territorio, legati alle nostre usanze ed abitudini, eppure la voglia di crescere, misurarmi e confrontarmi con altre realtà era tanta. Sin da quegli anni, e per sempre nel corso delle mie successive esperienze, non ho mai vissuto l’idea di “trovarmi all’estero” , soprattutto in chiave negativa. Ancora oggi dico che abito a Praga, ma anche a Milano, Londra, Parigi, dove mi porta il lavoro…..

Però dopo tanto girovagare Praga ad un certo punto è diventata un punto di partenza per un nuova esperienza professionale? Come è capitato?

Questo è vero. E’ capitato come tante cose nella vita, che però non vengono quasi mai per caso, sia pure possa esserci una piccola componente di casualità. Nell’ambito di un progetto di riqualificazione dei paesi dell’est Europa , mi trovo a Praga per un corso di 8 settimane, abbastanza per entusiasmarmi di quella realtà e…qui decido di fermarmi, mettere a frutto le tante cose imparate ma anche cercando di impararne delle altre, fare nuove esperienze.

Ci racconti la storia della Prague Marathon? E’ vero che nasce da un birra con Gelindo Bordin?

 

Si, è vero, tranne il fatto che la birra …non era una sola. E’ il 1994, ci troviamo su una delle 7 colline di Praga , al pub Cibulka, dopo qualche birra viene fuori l’idea ma volevamo confrontarci con qualcuno e chi meglio di Emil Zatopek? Detto e fatto andiamo a casa sua, ci riceve con la moglie Dana Zatopkova ( tuttora considerata la “mama of Prague Marathon“ , sempre presente alla gara) . Siamo partiti nel 1995 con 970 partecipanti, nel 2011 tra mezza e maratona siamo arrivati a quasi 18.000 competitivi, nel 2015 arriveremo a 80.000.

E quella volta l’incontro col presidente Giorgio Napolitano, come è andata?

Succede che il presidente viene in visita a Praga nella primavera del 2011, viene ricevuto da una delegazione del comune di Praga, io ne facevo parte. Veniamo presentati uno per volta e quando tocca a me , un po’ sorpreso, mi dice…e lei che cosa ci fa qui? Era contento di trovare un italiano in un posto importante in terra straniera ed ha avuto parole di apprezzamento. Una persona di immensa cultura e saggezza. Abbiamo parlato di tante cose.

Ad esempio?

 

La situazione economica, lo sviluppo dei paesi dell’est Europa e poi…tante cose di napoletani.

Cos’è RunCzech?

 

E’ un progetto con un giro di affari di 6 milioni di euro, uno staff di 40 persone che ci lavorano tutto l’anno, un modello positivo che cerchiamo di esportare e far conoscere in tutto il mondo. E molto, molto altro.

 

Da Praga a Ceske Budjovice, Olomouc e le altre località del circuito, come ci siete arrivati?

 

Potevamo far crescere Praga fino a 20-30.000 partecipanti, ma ciò avrebbe significato far correre la gente in periferia, la città di certo non può accogliere una gara con quei numeri, la qualità globale non sarebbe stata la stessa, qualità che per noi resta un punto centrale: così abbiamo deciso di inserire nel circuito altri posti molto belli della Repubblica Ceca, località che, per motivi diversi tra loro, meritano di essere conosciute e valorizzate.

 

Progetti,ambizioni, sogni.

Tanto di tutte queste cose. La gente ci conosce soprattutto per la maratona e la mezza ma in realtà sono 7 le gare internazionali che organizziamo ogni anno in Repubblica Ceca, quindi mezze e maratone ma anche una 10 k, la Prague Gran Prix.

Un progetto che ha portato a far correre alla Run Czech Running League 61.000 podisti nel 2013 e 70.000 nel 2014, a far crescere ulteriormente il giro di affari.

L’ambizione di rappresentare un modello positivo per il resto del mondo, di creare valore per noi stessi e per tutti gli altri.

I sogni sono tanti, a noi la voglia, la capacità, la determinazione di tradurli in realtà.

Come si fa a raggiungere tutti questi obiettivi

 

Nessuna pozione magica, nessun trucco, solo lavoro, lavoro e ancora lavoro e che non manchi mai la voglia di fare, di innovare, di confrontarsi con altre realtà, umilmente e serenamente.

Qualche momento particolare nel corso dei tuoi 21 anni di attività

Certamente l’incontro con Giorgio Napolitano, poi quando nello scorso Maggio ho ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Stella di Italia, un’onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica su proposta del ministero degli esteri, un’importante testimonianza del lavoro svolto all’estero. In realtà “vivo” quotidianamente momenti di particolare soddisfazione, con i miei collaboratori così come quando vedo la gente soddisfatta di aver partecipato alle nostre gare.

Qualcuno dei tuoi figli ti ha seguito nello sport o nella vita?

Claudia, che corre la mezza in 1h37’, insieme al suo cane.

Oliviero, che ha fatto 1 h 43’ sulla stessa distanza.

Riccardo è più pigro e ….si ferma alle 10 K.

Grazie Carlo

Grazie a te e voi tutti, salutami l’Italia e gli italiani

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