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marri fabio corrida 2016 foto nerino carriI frequentatori più attenti, o con minori problemi di vista, si saranno accorti che nell’angolo a destra in alto l’intestazione di Podisti.Net ha due righe in più, e un nome (il mio) è ripetuto due volte. Prima appare quale co-fondatore diciassette anni fa (come è sempre stato indicato, anche nei momenti di distacco, perché la Storia non si riscrive), e poi come direttore, laddove il nome del direttore dell’ultimo decennio è accompagnato adesso dalla qualifica di caporedattore.

“Da un Fabio all’altro”, fu intitolato l’annuncio dell’avvicendamento di dieci anni fa; sarebbe facile ripeterlo oggi. Ma la differenza è sostanziale: nel 2006 il Fabio n. 1 (inteso in ordine di età), consocio della società editrice, si convinse o fu convinto (tutte e due, vi giuro) che … per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa era bene se si faceva da parte, quanto meno per l’aspetto direttoriale (mentre la collaborazione giornalistica non si interruppe mai del tutto). Gli subentrò il Fabio n. 2, che in un certo senso poteva dirsi un suo allievo, e sotto le cui mani Podisti.Net ha realizzato un portentoso incremento in quantità e qualità; il tutto sotto la regia degli altri due soci-editori.

Eravamo il numero uno nel panorama delle testate podistiche online; gli statistici potranno facilmente mostrare che il primato si è rafforzato.

Dunque, perché cambiare? Infatti non si cambia, non se ne va nessuno: semplicemente aggiungiamo due righe in più ai sottotitoli, perché si spera che queste due righe, e questo nome che si re-infila, possa dare una mano a gestire qualcosa che è cresciuto in maniera ormai governabile con una certa fatica da un gruppo di “dopolavoristi” (come ci hanno benevolmente definito).

Da quando Stefano Morselli (il pioniere non solo di Podisti.Net ma di tutta l’informazione podistica online, immediatamente dopo lo sbarco in Italia di Internet negli anni Novanta), approfittando (questa è aneddotica) che lo studio fisioterapico da me frequentato era vicino al suo luogo di lavoro e a un paio di pizzerie a buon mercato, ha cominciato il pressing per un mio rinnovato impegno nella testata, io ho cominciato a studiare il sito, prima in privato, poi rapportandomi un po’ con chi ci lavorava: ho scoperto una redazione agguerritissima, composta da ‘militanti’, cioè da podisti praticanti e da persone che hanno comunque la corsa nel sangue, ognuno dei quali disposto a cedere ore della sua giornata, e soprattutto della nottata, a scrivere, inserire, discutere tra sé, interloquire con gli esterni, concordare atteggiamenti comuni, e certamente altro di cui non mi sono ancora reso conto. L’affollamento della home page e il continuo ‘scorrere’ ne sono una prova (ah, che tempi, quando Minerva negli anni Novanta ci spiegava che il suo-nostro sito era dinamico, interattivo, non le fotografie statiche e immutate per giorni dei concorrenti!).

Di tutto questo, Fabio Marri non ha meriti, anche se spera di conseguirne in futuro e si illude che un po’ del suo impulso iniziale sia rimasto. Non è tornato per accantonare nessuno, né per riprendere ostilità antiche e inopportune. In campo redazionale, da Fabio Rossi ha tanto da imparare, e soprattutto su lui conta di appoggiarsi, come un alter-ego (se volete, come un con-direttore), per trasmettere sulla pagina scritta qualche idea che gli sta venendo, oppure per essere sorretto e se necessario fermato qualora le sue (le mie) idee da “principiante anziano” si rivelassero poco opportune.

Su di me (purtroppo), per le leggi vigenti, ricadranno le responsabilità finali, dunque rivolgo non tanto ai redattori quanto soprattutto ai lettori tentati di rendere comuni le loro impressioni, la frase di San Filippo Neri, “state buoni, se potete”. La regola vale soprattutto per chi vi scrive, la cui fama di cattivo forse sopravvive ancora presso gli anziani (ma come trofeo morale mi porto nella mente la frase dell’organizzatore di una grossissima maratona italiana: “le sue frasi sono severe, ma sappiamo che il suo metro è lo stesso per tutte le gare. Ho messo una copia del suo articolo sulla scrivania di tutti i miei collaboratori perché ci riflettano”).

Essere buoni non vuol dire, in ogni caso, rinunciare al discernimento e alla critica: nel 1999 tre giovanotti fra i 30 e i 40 (cui pochi mesi dopo se ne aggiunse un quarto ad abbassare ulteriormente l’età media) crearono un sito con lo scopo di informare i colleghi podisti su come andavano veramente le cose nel nostro mondo, al di là dei comunicati di parte, acriticamente ripresi dalle gazzette, secondo cui tutte le gare si erano svolte nella soddisfazione generale, i ristori erano ottimi, nessuno aveva tagliato e nessuno ci aveva lucrato.

Questo vorrei che si continuasse a dirlo, nel rispetto verso chi organizza ma soprattutto verso chi pratica lo sport.

Mi aiuterete tutti a proseguire su un cammino già ottimamente tracciato.

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