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Nashville Tennessee Rock n Roll Marathon Foto Fabio Marri

SERVIZIO FOTOGRAFICO

Prima di ieri, conoscevo Nashville solo per il mitico film di Robert Altman (l’aggettivo mitico, solitamente abusato al pari di mozzafiato e di gradino del podio, qui per Nashville è speso bene); ci sono capitato per ragioni di famiglia (mio figlio ha un ruolo, diciamo, da… secondo o terzo gradino del podio in una importante azienda del settore ceramico, più italiana della Fiat ma che ha impiantato qui due fabbriche con grande soddisfazione dei tennessiani e anche di Trump), e mi sono trovato in un’America del tutto diversa dalla usuale New York nota ai podisti.
Immensi spazi di campagna, colline, ranch e farms, ville stile “Via col vento”, tanti ricordi della guerra di secessione (nei dintorni di Nashville si combatterono a fine 1864 tre delle battaglie più sanguinose, con migliaia di morti a botta, e cimiteri traboccanti di vittime più o meno note), strade larghissime, parcheggi immensi, ma guai a non avere un navigatore perché le indicazioni stradali sono quasi inesistenti; le ferrovie viste in tanti western sono state smantellate o servono solo per le merci, i bus pubblici sono rari (frequentissimi invece quelli del tour della città), dunque noleggiare un’auto è condizione necessaria se vuoi muoverti e vedere qualcosa.

Nashville, questo lo sanno tutti, è la capitale della musica rock e country; nei suoi teatri - dal mitico Ryman, sempre esaurito, che ha visto Chaplin e Bob Hope, Caruso e Louis Armstrong, Aretha Franklin, Dylan e Springsteen, e naturalmente il nashvilliano Johnny Cash…, all’attuale mega struttura (che ospita anche l’Expo della maratona, non molto più piccola di quella di New York, e dove - a differenza che in Italia - ti riempiono di assaggini) e negli spazi all’aperto (il parco del Centenario, che ospita una copia perfetta del Partenone), qui tutto è musica, e non c’è bar o ristorante del centro senza i suoi due o tre complessini che suonano in continuazione. Confesso di essermi messo in religioso silenzio, e col groppo in gola, quando da una porta-finestra dal “Legend” ho sentito le note di “The house of rising sun”, quella che malamente tradotta da Mogol divenne una hit dei Marcellos Ferial, come lo è dei Doors, di Johan Baez ecc.

Insomma, qui tutto è musica, e non a caso la maratona è inserita nel circuito “Rock-n-roll” che annovera altre maratone e mezze statunitensi (a dicembre ci sarà nel Tennessee quella di Memphis, cioè di Elvis Presley: e questa assicurano che è piatta, mentre questa di Nashville è MOLTO più dura di quella di Boston!). A parte una certa scomodità nell’arrivare dall’Europa con l’aereo (non ci sono voli diretti, si fa scalo negli hub, tipo Chicago che è a un’ora di volo, o Dallas), il guaio di correre in questa stagione è il clima. Già la partenza era stabilita per le 7,15, ma nell’ultima settimana l’ottimo sito e sistema-email dell’organizzazione aveva allertato per condizioni di clima che qui chiamano “severe”, temperature oltre i 30 gradi (qui dicono i 90 F), umidità ecc., dunque anticipo della partenza alle 6,15 per i 5km, alle 6,45 per gli altri, e possibilità per i maratoneti di svoltare legalmente sul percorso della mezza lungo tre punti stabiliti.

Eccoci dunque, verso le 5,30 quando è ancora buio, al grandioso parcheggio del Nissan Stadium riservato a noi (segnalatori ‘umani’ giovani, non gli anziani prelevati dagli ospizi che usano in Italia) ogni 20 metri, spazi enormi, a 500 metri dal via attraverso un ponte, pedonale ma più largo dei nostri ponti automobilistici); nessun controllo esoso e poliziesco come accade a New York, si entra e si esce dalla zona di partenza, cui è annessa la zona della parrocchia battista che offre alloggio, toilettes, generi di conforto. Siamo in trentaquattromila, per darvi un’idea, teoricamente divisi in wawes che partono a distanza di un minuto l’una dall’altra, ma in pratica, per entrare nel recinto di partenza lungo la Broadway e lo stadio del ghiaccio, ovvero “Smashville”, dove giocano i Predators, si va dove si vuole e ci si sposta ovunque; non ci sono sbarramenti interni, e comunque il chip (del tipo “rotolo di carta” da avvolgere sui lacci) ti registra quando varchi il rilevatore alla partenza.

Il percorso disegna una specie di ipsilon, sempre su e giù per i colli di Nashville, ma con contorno di folla costante (me ne accorgo quando vorrei fare un certo bisognino, e non trovo dieci metri liberi – per fortuna sono frequenti le toilettes mobili): la prima metà, comune alla mezza maratona, attraversa i luoghi più celebri della città, incluso il mitico studio B della Rca dove furono incise tutte le canzoni della Hitparade americana degli anni 50-70 (Jolene di Jolly Parton, Java di Hal Hirt, Hummingbyrd di Mary Stuart, Here comes my baby di Dottie West; Elvis the Pelvis era di casa, ha inciso Its now or ever, Are you lonesome to-night, Little sister, How great thou art), e poi una bellissima zona boscata residenziale (il nome Belmont vi dà un’idea di come sia la plani/ altimetria), per tornare poi, attraverso il Campidoglio – collina sede del governo dello stato – verso il centro ‘musicale’ della città, e la divisione dei due percorsi al km 18, che però si ritrovano verso il nostro 27, quando solo noi maratoneti entriamo nello stadio del baseball, dove un maxischermo a forma di chitarra ci mostra in azione (mitico!, lo ridico).

Meno mitica la rampa che ci porta fuori dallo stadio, cui segue il ponte sul fiume Cumberland (largo come il Po a Piacenza) che porta alla definitiva separazione degli Half (che si dirigono al Nissan Stadium) e dei Full, avviati su un tratto teoricamente più piatto… Oh yeah! Arrivato al culmine di una collinetta al 31,4, mi illudo che siano finite le salite, invece ne troverò altre, al 35, poi al 39, e infine al 41 (in discesa è l’ultimo mezzo km, grazie tante!).

Intanto la temperatura è salita a 33 centigradi, e la perfetta organizzazione distribuisce ghiaccio, bustine di sale (cloruro di sodio!), acqua (clorata!) e gatorade in bicchieri su cui galleggiano cubetti di ghiaccio, arance ghiacciate, asciugamani bagnati, senza contare le tantissime docce lungo la strada. Anche i privati aiutano: prendo un’arancia da un bambino che avrà cinque anni e un braccio ingessato (lo consolo mostrandogli i segni dei punti sul braccio mio e assicurandolo che si può tornare a correre la full-marathon). Ovviamente le strade sono chiuse al traffico (persino un breve tratto di highway, dove le auto hanno solo la corsia in senso opposto!); imperterriti continuano a suonare i complessini, distribuiti su tutto il percorso (uno ogni miglio?); quella che mi commuove di più è una famigliola negra (mio figlio mi raccomanda di non usare la parola in pubblico, ma qui lo dico con affetto!), dove il più piccolo avrà 4 anni e picchia su un tamburo. Lo carezzo sui capelli: il groppo in gola è d’obbligo.

Si entra in un parco, lungo il fiume, con annessa salita verso un lago e un campo da golf; ne usciamo al miglio 25, e quasi non credo al mio gps che segnala 39 km. Orca, bisogna far bella figura davanti at my son (che, sono sicuro, vede con sospetto e ansia filiale che alla mia età faccia certe cose): dunque sull’ultima salitina cammino (il mio passo di 10’14” a miglio della half marathon è solo un ricordo), per presentarmi al traguardo in aspetto decente e addirittura sprintare su un collega più zombie di me. Al traguardo, medaglia, birra alcoolica (4 gradi), cioccolato liquido (freddo), frutta, integratori, birra e molto altro. Non ci sono le docce, in compenso ci si può far massaggiare. Il parcheggio è qui a fianco.

In maratona siamo classificati in 2390, di cui oltre 1100 donne; nella mezza arrivano in 18mila, di cui 11500 donne (è davvero un altro mondo!); poi ci sono le classifiche speciali di chi ha svoltato legalmente nei tre punti. Il primo uomo sta sopra le 2.40 – per darvi un’idea della durezza del percorso-; le prime due donne terminano in 3.17, e la cosa curiosa è che la prima secondo il gun-time è in realtà seconda nel real-time, perché è partita nella prima wawe mentre l’altra veniva dalla terza ondata. Comunque vale il gun-time, almeno per i top runners. Noi riceviamo tutti i parziali (5 km, 10 km, 10 miglia, half, 20 miglia, finale) ovviamente secondo chip; nel sito della maratona sono disponibili anche le nostre foto in gara. Classifiche speciali sono per i ‘tagliatori’ legali.

E accanto alla classifica, un link ti indirizza direttamente all’iscrizione per l’anno prossimo: entro il 7 maggio, spendi solo 69 euro. Ci sto facendo un pensiero serio.

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