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acido lattico

La molecola incriminata

Dal punto di vista chimico, l’acido lattico è una molecola molto semplice: è un composto a 3 atomi di carbonio e, come visibile in figura a lato, formato da un gruppo carbossilico (-COOH) e un gruppo alcolico (-OH).

acido lattico molecola 1

La perdita di uno ione H+ dal gruppo carbossilico provoca la formazione di lattato, acidificando l’ambiente in cui il lattato è raccolto e abbassando quindi il pH.

Ricordiamo che all’interno delle cellule e dei tessuti del corpo umano, l’acido lattico si presenta in forma di lattato e quindi nella forma priva di un protone.

La sua formazione

La domanda pare ovvia: perché il nostro corpo dovrebbe produrre una sostanza acida naturalmente? A cosa serve l’acido lattico?

La risposta a questa domanda, trovata prima del 1947 vi avrebbe fatto vincere il premio Nobel per la medicina. I coniugi Cori, studiando in maniera approfondita il metabolismo degli zuccheri nel corpo umano, scoprirono un forte rapporto tra il muscolo striato scheletrico e il fegato. Un rapporto così intimo tra questi organi, che i metaboliti prodotti da uno, diventano substrato per l’altro e viceversa.

Oggi si parla infatti di Ciclo di Cori, in onore della scoperta di questi importantissimi biochimici.

Come visibile in figura, in caso di un intenso sforzo muscolare, e della contemporanea carenza di ossigeno a livello muscolare, le cellule muscolari modificano il proprio metabolismo, distruggendo il glucosio senza l’uso di ossigeno (glicolisi anaerobia). Il risultato di questo processo consiste in due elementi: ATP, la principale fonte di energia presente in natura e il nostro caro “amico” acido lattico.

Il lattato, tramite il circolo sanguigno, raggiunge il fegato, dove viene nuovamente metabolizzato in glucosio grazie a una serie di enzimi che mediano la cosiddetta gluconeogenesi (sintesi di “nuovo” glucosio). Il glucosio sintetizzato può, a questo punto essere utilizzato in due modi:

  • Accumulo nel fegato/muscolo in forma di glicogeno
  • Consumo da parte del muscolo per sintetizzare altra energia.

La sintesi di acido lattico rimane ancora oggi, per la nostra fisiologia un perfetto sistema di mantenimento della performance muscolare, in caso di aumento delle necessità energetiche da parte del nostro tessuto muscolare.

acido lattico 2

Effetti sul muscolo: fisiopatologia e clinica dell’accumulo di acido lattico nel tessuto muscolare

Questo meccanismo ha un grande costo per il nostro organismo: l’accumulo di molecole acide a livello del tessuto muscolare. È importante precisare infatti, che il “lavaggio” da parte del circolo sanguigno dell’acido lattico, non è così immediato.

L’accumulo, quindi di ioni H+ provoca un effetto causticante sulle cellule muscolari: una vera acidosi lattica muscolare.

L’acidosi lattica nel muscolo riduce l'efficienza dei sistemi tampone nel sangue (cioè tutti i meccanismi che permettono al nostro sangue di mantenere un pH costante di 7,4), provocando un affaticamento fisico poiché l'aumento dell'acidità nei tessuti inibisce parzialmente le reazioni di energetica muscolare. Questo si traduce in una sensazione di fatica che porta a una riduzione fino alla cessazione dell'attività motoria.

È importante capire quindi che la cosiddetta “carne greve” non è altro che il residuo, la traccia lasciata dall’acido lattico prodotto a livello muscolare. Grazie al ciclo di Cori infatti, entro 30-150 minuti, tutto l’acido lattico viene drenato dal muscolo, ma in quell’intervallo l’acido lattico produce danni nel tessuto che necessitano di molto più tempo per essere “riparati” obbligando l’atleta alla momentanea astensione dell’attività fisica.

Sicuramente l’allenamento riduce i tempi di drenaggio dell’acido lattico e contemporaneamente i tempi di “riparazione” del tessuto muscolare.

Per rispondere rapidamente, il corpo attiva un insieme di processi riassunti EPOC, acronimo di Excess Postexercise Oxygen Consumption (volgarmente detto "afterburn"), traducibile in italiano come Consumo di ossigeno in eccesso post-allenamento. EPOC è l'indice di misurazione dell'aumento del consumo di ossigeno a seguito della intensa attività, destinato a soddisfare il "debito di ossigeno" del corpo.

Questi processi hanno come principale scopo:

  • L’eliminazione delle molecole acide presenti nel corpo
  • Riportare il metabolismo muscolare da anaerobio a aerobio

Il corpo aumenta così l’apporto di ossigeno, iperventilando. L’atleta quindi aumenta la frequenza respiratoria eliminando così ioni H+.

La risposta immediata è l'iperventilazione che fa diminuire l'acidità dell'organismo provocando però un 'debito di ossigeno'.

Affrontare il problema : come prevenire e trattare l’affaticamento muscolare

Come spiegato precedentemente, la formazione di acido lattico è un processo fisiologico e inevitabile in caso di intensa attività fisica. Possiamo tuttavia diminuirne la produzione e diminuire il danneggiamento del tessuto muscolare.

  • Innanzitutto allenamento, allenamento e ancora allenamento: il nostro corpo, nel corso dell’attività attiva meccanismi e adatta la propria fisiologia e anatomia per garantire una corretta ed efficiente performance fisica.

Ad esempio, aumenta la portata sanguigna di base, aumenta la capacità di scambio di O2 e CO2 a livello polmonare e migliora il consumo energetico a livello delle cellule muscolari.

  • Integrazione: l’introduzione di un corretto quantitativo di sali minerali aiuta a ricostituire l’equilibrio ionico a livello cellulare, prevenendo danneggiamenti (traducibili con crampi, dolore e affaticamento muscolare) e quindi, accelerando il recupero muscolare.
  • Corretta alimentazione pre e post allenamento e gara
  • Utilizzo di prodotti utili al drenaggio dell’acido lattico e alla riduzione dell’infiammazione e/o danneggiamento a livello del tessuto muscolare.
    • Fisiokinesiterapia: l’insieme di tecniche di manipolazione e di oli/creme defaticanti il fisioterapista può favorire il recupero muscolare, ristabilendo forza ed elasticità al muscolo.
    • Uso di farmaci antinfiammatori steroidei e non steroidei: di complicata gestione, soprattutto per il problema doping, per le allergie e per ulteriori effetti collaterali. Assolutamente necessaria, in particolare nell’agonismo/professionismo di consulenza medica.
    • Prodotti naturali: le sostanze naturali offrono numerosi vantaggi rispetto a prodotti farmaceutici. Innanzitutto non sono attualmente considerati doping, quindi, liberamente utilizzabili. In secondo luogo, se utilizzati correttamente e associati a una corretta alimentazione, allenamento e attività fisica, offrono gli stessi vantaggi di altri metodi. Terzo elemento, essendo naturali, sono ben accettati dal nostro corpo. Le sostanze naturali vengono facilmente assorbite e metabolizzate dai nostri tessuti.

Fortunatamente lo sportivo, oggi, tiene molto di più al proprio corpo, diminuendo l’insorgenza di problemi a breve e a lungo termine. 

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