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Lucca 2017

“Se io fossi in te la correrei la maratona di Lucca, guarda che è proprio bella, ti piacerebbe tanto”. Un suggerimento, come tanti. Certo che se viene da Alessio Spelletti, il responsabile della Lucca Marathon…. Insomma, come chiedere all’oste se il proprio vino è buono. Però ispirava fiducia.

 

Fatto sta che il 22 ottobre mi ritrovo proprio sulla “start line” della 9^ LuccaMarathon, col pieno convincimento che non l’avrei finita, causa mancanza di allenamento adeguato. Certo che potevo anche fare la 30 k, però avevo studiato il percorso e visto che dal km 27 in poco sarei tornato all’arrivo, anzi, all’albergo, prima che qualcuno pensi male.

 

Si parte sulle Mura, la cui costruzione è stata ultimata nel 1648. Formano una cerchia attorno al centro storico lunga 4223 metri, da quest’anno teatro del “giro di Mura”; un’idea dell’associazione Lucca Marathon perché quel percorso, molto utilizzato dai podisti lucchesi, diventasse anche una gara agonistica.

 

Presenti alla partenza un duo di speaker davvero alternativi e complementari, Graziano Poli e Daniele Menarini; il secondo sarà poi anche all’arrivo, chiama uno per uno tutti quelli che arrivano, riempie davvero bene i momenti buchi, con interviste ma …. anche informazioni sul Moto GP.

 

La maratona corre sulle mura per circa 2 chilometri, per poi addentrarsi nel centro storico, un tratto piuttosto tortuoso ma anche di un certo fascino.  Le previsioni meteo parlavano di pioggia, per ora il cielo è coperto e l’umidità altissima, la respirazione è difficile. Si arriva persino ad invocare la pioggia. 

A seguire alcuni chilometri intorno al centro storico per poi avviarsi su un lunghissimo rettilineo, totalmente in piano, noioso o veloce, secondo i punti di vista. Al km 15 il ponte sul fiume Serchio ci porta nella zona del Morianese. Qui, sorpresa certamente non gradita, veniamo gassificati da una lunga coda di macchine, per circa un chilometro. Sono ferme, immobili e dovranno attendere un bel po’: e spegnere il motore, no? Evviva lo Stop & Start. Poco dopo arriva l’acqua, un diluvio che dura diversi interminabili minuti. Certo che la volevamo, ma così è …troppa grazia. Da qui e fino al km 35, a mio giudizio, il percorso non è niente male: la città di Lucca alla nostra sinistra, al di là del fiume Serchio, e la zona collinare sulla destra, si susseguono ville e cascine, attraversando piccoli borghi (davvero bello quello del Castello di Nozzano). Certo che si corre sulla strada, il traffico non è totalmente chiuso ma non ho notato situazioni di pericolo, grazie anche al presidio dei volontari e della polizia.

 

Passano i chilometri ed il clima cambia in continuazione, torna a piovere forte, poi il sole ed infine il vento, spesso contrario. Bene i ristori, c’è tutto quello che deve esserci.

Dopo il km 15 comincio a programmare la mia ritirata, quando mi raggiunge un gruppetto che cerca disperatamente i pacer dei 5’/km. Mi (auto) convinco di tenere il loro ritmo, cerchiamo di andare a prenderli, niente da fare. Alla mezza passiamo giusti (1:45’), in un tratto rettilineo li intravediamo molto avanti, almeno 400 metri, non vale la pena fare ulteriori sforzi per raggiungerli. Al bivio dei 22 chilometri quelli che hanno scelto la 30 tornano verso Lucca, gli altri si dirigono verso nord. Ed io tra questi.

 

Poco dopo il km 35 si ripassa sul fiume Serchio e si imbocca il lungo, dritto e infinito viale Puccini; sono 5 noiosi chilometri che riportano verso Lucca. La salitina sulle mura (km 40) sembra un sesto grado, le gambe ormai non ci sono più. Ma poi correre sulle mura è davvero spettacolare, i turisti a passeggio rispettano chi corre (ma anche deambula…), in particolare gli stranieri sono i più “supportive”. 

Si arriva sotto la finish line, che fatica correre le maratone! Comunque tu le corra.

 

Torno verso il l’expo, dove si sono svolte tutte le operazioni precedenti la gara ma ho una fame mai vista ed ecco l’incontro col Buccellato! Ne avevo sentito parlare: è il dolce tipico di Lucca, fatto essenzialmente di pasta dolce, uva sultanina ed anice. C’è un panettiere aperto ed…è fatta; ne divoro un quantitativo industriale. Certo che mi aspettava il pasta party, ma il tragitto era lungo, o forse nemmeno tanto. Bene, il reintegro dei carboidrati è fatto e se in una maratona una persona di 70 chili consuma in media 2700 kcal… bisognerà pure gratificarsi della fatica! 

 

Alla fine sono 357 i classificati, il 15 % in meno del 2016, viene da dire che si tratta di un calo fisiologico, dato che tocca la maggior parte delle maratone (e anche mezze).

 

Il percorso della gara complessivamente mi è piaciuto, non è proprio veloce, non tanto per le salite (direi che non ce sono), piuttosto per le continue ondulazioni. Il paesaggio cambia di continuo, si corre molto nel verde o comunque in aree molto verdi. Certo che dopo il km 22, quando le gare si dividono, i maratoneti restano un po' soli, ma è inevitabile se si vuole fare un giro unico.

 

La logistica nella bella Villa Bottini è perfetta, ampi spazi a disposizione con tutti i servizi. Mi risulta che ci siano stati alcuni podisti che hanno perso il chip, comunque le classifiche sono state completate già nel tardo pomeriggio, grazie all’ausilio dei passaggi, dei filmati all’arrivo e dei controlli lungo il percorso.

 

Arrivato a casa apro finalmente il pacco gara, tra le tante cose (decisamente ricco) una sorpresa: il Buccellato!

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