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Terza edizione di questo trail, che si svolge ad un quarantina di km dalla Capitale, a cui prendo parte per la seconda volta consecutiva.

 

La giornata è un po’nuvolosa, ma la temperatura è gradevole; arrivo circa un’ora prima della partenza, per il ritiro del pettorale e del pacco gara, costituito da uno zaino con generi alimentari, una torcia frontale e vari gadget offerti dagli sponsor.

 

Novità di questa edizione è l’aggiunta alla gara classica di 20km (1400D+), a cui parteciperò io, di una di 34 (2000D+) ed una di 14 km(800D+).

 

La partenza è unica ed è prevista nella piazza antistante l’ospedale, con l’arrivo fissato dietro il campo sportivo comunale.

 

Con qualche minuto di ritardo e dopo un briefing, si parte, percorrendo parecchie centinaia di metri asfaltati prevalentemente in discesa, per passare sullo sterrato dietro il campo sportivo, per trovarci  poi davanti, quasi al 1°km, un “muro”asfaltato, che ci conduce su un altro km, per farci immergere, quindi, nel bosco.

 

All’incirca, dopo 2.5km, è previsto il primo ristoro; ci “addentriamo” poi, ancora di più, nella vegetazione.

 

Dopo poco, iniziano i 25 tornanti prevalentemente in salita, che ci portano verso la vetta del Monte Gennaro, che rappresenta la “cima Coppi” della gara; in circa 8 km si passa dai 280 m. s.l.m. della partenza, ai 1271 m. s.l.m. del Monte Gennaro stesso.

I tratti in cui corro sono veramente pochi, dato che - non essendo abituato a questo tipo di trail - devo guardare sempre per terra, poiché il terreno non è  agevole essendo pieno di sassi ed essendoci tanti tratti completamente coperti da foglie. Parecchi chilometri li effettuo ad oltre 10’ di media.

 

I tornanti sono quasi tutti numerati e, quando posso, cerco di corricchiare per 20-30 secondi, dato che non riesco a camminare “veloce”come gli altri.

 

Appena finiscono i tornanti, c’è un ristoro con il bivio, a sinistra per la 14 e 34 km, e a destra per la 20km; subito dopo c’è una discesa seguita da una salitona che ci porta in vetta, con una scalata su un tratto sassoso.

 

Arrivo in vetta, non si vede nulla a causa della nebbia e in più fa parecchio freddo; qui c’e’il simbolo della vetta, rappresentato dove da un crocione in ferro, segue un piccolo tratto in discesa, ma pieno di sassi, in cui sto attento a dove mettere i piedi, faccio alcuni km anche in 15-16 minuti!

 

Il percorso fortunatamente è ottimamente segnalato, dato che in parecchi tratti sono completamente da solo.

 

Si ridiscende dalla vetta su un breve tratto sassoso, in cui la paura di farmi male, ad un mese dalla maratona di Firenze, è veramente alta.

 

Nei tratti tecnici, alcuni runner mi sorpassano al doppio della mia velocità, cerco di recuperare qualcosa nei tratti più semplici, ma in una lunga discesa rischio di cadere faccia avanti e allora cerco di stare ancora più attento a dove poggiare i piedi, tra foglie, sassi e rami di albero.

 

Poco prima del 10° km, c’e’un ristoro in un pratone che mi ritempra ed in cui ci “segnano”il passaggio sul pettorale; riesco a fare parecchie centinaia di metri, sotto i 5’/km, per passare al 10° km in 1h50’.

 

Scolliniamo di nuovo la vetta e si torna indietro facendo al contrario i primi 6-7km, compresi i 25 tornanti, che faccio a circa 7’/km, perché comunque temo di cadere, dato che si prende velocità.

 

Nei 25 tornanti riesco a recuperare soltanto un paio di posizioni, un’altra la recupero all’uscita del bosco, appena dopo l’ultimo ristoro, che era stato il primo a “salire”, dove mi confermano che mancano un paio di km alla fine, in cui riesco quasi sempre a correre.

 

Appena percorro il discesone asfaltato finale, con la coda dell’occhio vedo un runner con la maglia blu, non voglio farmi riprendere ed accelero ancor di più, entrando nel pratone del rettilineo finale dietro il campo sportivo, senza farmi superare, quando scopro che è il vincitore della 34 km!

 

Finisco provato in 3h07’04”, quasi nove minuti in meno rispetto al 2016.

 

Non mi ricordavo che fosse così tosta e con tratti così “incorribili”, almeno per me.

 

Nei pressi dell’arrivo vi è un lauto ristoro finale, dolce e salato, e anche un pasta party; dopo essermi rifocillato, “approfitto” pure delle docce calde del centro sportivo.

 

I vincitori sono stati, su 183 arrivati: per la 14 km, Giuseppe Mancuso (ASD Piano ma Arriviamo) e Giorgia Efrem Passalacqua (Terminillo Trail); per la 20km, Daniele URBANI (Sci Club Gran Sasso) e Nataliya Eshablisia (GS Celano); per la 34km, Donatello Di Sante (Parkstrail) e  Maria Teresa Cannuccia (Romaecomaratona).

 

Un trail organizzato benissimo, ben segnalato e con tanta gente dell’organizzazione sul percorso e ben cinque ristori. Da migliorare il servizio di cronometraggio, dato che le classifiche finali sono state ufficializzate dopo più’di due giorni ed essere più categorici nell’uso dell’attrezzatura obbligatoria.

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