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New York Vista da Freedom Tower b Foto Fabio Marri

 

La notizia di stamattina su Trump vincitore negli States mi ha lasciata basita. Io amo questo grande Paese che ha accolto una moltitudine di immigrati, italiani compresi, ridando loro la speranza di una vita migliore.

Ora mi lascia alquanto perplessa la vittoria di un tizio che invece vuole erigere un muro tra Stati Uniti e Messico!

Io li ho visti questi americani durante la mia maratona di New York eccitati e festosi incitarmi con un, forse premonitore, "Forza Italia" e mi hanno davvero molto commosso.

Il percorso di questa maratona è duro, me lo dicevano in tanti, ma io contavo molto su questa gente che butta il cuore al passaggio dei maratoneti e al fatto che noi piemontesi in quanto a salite non abbiamo nulla da invidiare ad un posto come NY ed in teoria "dovremmo" saperle correre in scioltezza. In parte fino a metà gara è così: ad ogni salita corrisponde una leggera discesa.

I fans più "caldi" sono quelli di Brooklyn, primo grosso distretto attraversato dalla gara, se non si conta la partenza da Staten Island che è davvero solo una toccata e fuga su quel meraviglioso Verrazzano Bridge.

All'inizio, con l'adrenalina alle stelle, cercavo di mantenere un ritmo più lento e per questo procedevo a zig zag dando il "cinque" a tutti quei meravigliosi bimbi sul percorso, alle migliaia di persone e persino ai poliziotti.

Ho notato però, entrando nel Queens, che più mi distraevo più andavo veloce mandando a ramengo tutte le mie deboli strategie di gara. Ma, tranquilli, ci ha pensato il lungo ponte in salita di quasi 2 km che si incontra verso il 24° km a ridimensionare i miei sogni di gloria, casomai ce ne fossero stati.

E la First Ave, 5 km di falsopiano salita, di sicuro ha contribuito alla grande a rendermi umile, convincendomi, ma a quel punto non ne avevo più bisogno, a risparmiare le forze perché la strada era ancora tanta e altre salite mi aspettavano senza nemmeno l'ombra di altrettante "discese ardite", purtroppo.

Al 40° circa, entrata in Central Park, c'era una folla immensa, ma a quel punto la mia mente era troppo concentrata a litigare con le mie gambe, le quali facevano di tutto per disobbedire agli ordini di "non mollare".

Frasi come : "Dai prenditela comoda, cammina, che te ne può fregare del tempo, tanto se vai a questo ritmo non stai sotto le 4 ore e soprattutto cosatenefregadistaresottole4ore!"insomma robe così che neanche Ulisse con la maga Circe...

Sentivo ancora urlare tanti "Italia!, Italia!", ma a quel punto, davvero, avrei solo voluto crollare a terra e che qualcuno mi stendesse un lenzuolo sopra o piantasse una croce a imperitura memoria di tanto sacrificio.

Ma, finalmente, ad un certo punto sono miracolosamente uscita da queste belle montagne russe approdando sulla 5Ave per poi girare a destra in Central Park sud, all'angolo del Plaza, verso il Columbus Circus. Quei 400 metri non finivano più! Avevo un bel dire, per convincermi a non mollare, "dai solo un ultimo giro di pista!", ma mai giro di pista è stato così eterno.

Entrando di nuovo in Central Park per l'ultima salita, intorno al 42°, ho cominciato con gli occhi a cercare il traguardo che non vedevo ancora all'orizzonte perché lo avevano nascosto bene dietro un'ultima curva.

Poi finalmente eccolo laggiù il furfante, inarrivabile come un miraggio, ma reale e finalmente palpabile.

E alla fine realizzi che ce l'hai fatta: 3h59m16s! Mente 1 - Gambe 0!

Sei stata sotto le 4 ore, come ti ripromettevi  da mesi e come non eri riuscita a fare anni fa a Parigi alla tua prima maratona, quando al 35° qualcuno si era appoggiato troppo a te e tu eri crollata a terra e, nonostante questo, ti eri trascinata al traguardo per guadagnarti quella agognata medaglia. Ora più vecchia e quindi – ahimè - più saggia, alla tenera età di 59 anni, hai portato a casa il tuo sogno!

E allora ti viene in mente quanto diceva Virgilio che chissà come, dato che tu hai sempre odiato l'Eneide, ti fa riflettere e ora quelle parole le senti tue, come non mai: «Scendere agli Inferi è facile: la porta di Dite è aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo, qui l’opera, qui la vera fatica».

Grazie a Daniela, amica e compagna di questa splendida avventura, a Carlotta e a Marco per aver sopportato i miei umori durante la preparazione della maratona, a Orlando, coach meraviglioso oltre che vincitore per ben due volte di questa gara, e a tutti gli amici che mi hanno seguito, incitato, fatto sentire la loro vicinanza con messaggi e commenti: siete stati grandi!

E a quelli che credono che questa gara sia solo un business: continuate pure a pensarla così perché là eravamo davvero troppi.

Ma è stato fantastico condividere con i "troppi" questa meravigliosa esperienza!

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