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Solette Ares foto Lollini

 

Promessa / premessa

In questi giorni abbiamo provato per voi un articolo particolare, non parliamo di scarpe ma di solette e più precisamente delle Project ARES. Lo abbiamo fatto molto incuriositi, in quanto nel sito dell’azienda si pubblicizzano notevoli miglioramenti, uno fra tutti 20 secondi in meno al chilometro su una corsa di 10 chilometri.

 

Confezionamento e primo impatto

Le solette ci sono state consegnate in un elegante confezione, a sua volta protetta da un’altra scatola che impedisce che il materiale si possa danneggiare. Le solette sono composte di un misto tra carbonio, titanio e kevlar e pesano circa 50 grammi a coppia. Un peso irrilevante rispetto al totale della scarpa ed a cui va sottratto quello della soletta originale della calzatura che viene sostituita dalle ARES. L’operazione di cambio è “complicata” solo le prime volte, poi una volta fatta la mano, si compie in pochi secondi. Perché all’inizio la sostituzione va ripetuta, lo capirete nel prossimo capitoletto.

 

Rodaggio e controindicazioni

Il foglio delle istruzioni spaventa come se si leggesse un bugiardino dei farmaci, evocando possibili problemi muscolari, vesciche e consigliando di procedere per gradi. Il nostro rodaggio, fatto di uscite alle quali abbiamo progressivamente aggiunto un chilometro tutte le volte, ha portato all’adozione senza particolari problemi. Le solette sono state inserite su scarpa A4 per pronatore. Un modello molto conosciuto di una azienda leader. Le calzature avevano già percorso oltre 500 chilometri e la sostituzione delle solette ha dato la stessa impressione di reattività che si sente quando s’indossa per la prima volta un paio di scarpe nuove.

 

Il collaudatore

Chi vi scrive è un runner di 60 anni, che esce cinque volte alla settimana. La velocità media sui 10k è pari a 4'30" al chilometro mentre in gare di mezzofondo (1500 metri) siamo sui  4’00” al chilometro. Andature ormai consolidate.

 

La prova

In preparazione ad una prossima gara sul miglio, abbiamo ripetuto due volte, a distanza di una settimana, lo stesso allenamento. La seconda volta sostituendo le solette originali della calzatura con quelle ARES, in maniera di poter comparare le due prove e misurare le differenze.

La seduta era composta da 6 ripetute sui 400m, con recupero attivo di circa un minuto. Nel limite del possibile abbiamo cercato di eliminare ogni tipo di variabile, svolgendole nello stesso posto, al medesimo orario, precedute sempre da 6 chilometri di riscaldamento a ritmo blando.

Ecco i risultati:

Senza ARES

Media sui 400m 4’00”, media totale con recupero attivo 4’59”, battiti medi 161, picco max 181

Con ARES

Media sui 400m 3’54”, media totale con recupero attivo 4’51”, battiti medi 167, picco max 185

Come facilmente intuibile dai battiti riscontrati, si è trattato in entrambi i casi di prove massimali. Il leggero decadimento cronometrico nelle ultime ripetute dimostra come non fosse possibile fare di meglio, anzi sarebbe stato più opportuno essere più prudenti. Si è trattato comunque di un calo limitato a pochi secondi di media al chilometro.

 

Conclusioni

E’ evidente che un miglioramento di 20 secondi al chilometro va rapportato alla velocità media per ricavare un dato percentuale. Correndo a 10 km orari (6’ al chilometro), corrisponde ad un 6%. Alle velocità descritte nel test (4’ al chilometro), i 6 secondi al chilometro che si sono registrati corrispondono comunque ad un buon 3%. E’ chiaro che per trarre delle conclusioni definitive sarà opportuno provare le solette su una scorrevole 10 k.

 

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