Per la prima volta, 10 maratone in 10 giorni mi sono apparse una piccola fatica. E’ capitato a Bad Blumau – Austria alla M S C Rogner Marathon 10 Tagen, svoltasi dal 30 giugno al 9 luglio. Eravamo alla partenza dell’ottavo giorno di maratona, quando si sono aggiunti i partecipanti al 2nd Triple Ultra Triathlon, valido come World Championship 2017. I 28 atleti singoli e le 12 staffette, nel tempo massimo di 60 ore, dovevano nuotare per 11,4 km nelle vasche olimpioniche dell’Hotel termale Rogner Bad Blumau, pedalare per 540 km nel circuito cittadino di 3,7 km e correre per 126,600 km su un percorso sterrato di 3,17 km. Questi uomini d’acciaio hanno ridimensionato e dato il giusto valore alla nostra impresa di semplici podisti. Gli ultimi tre giorni sono stati indimenticabili e un crescendo di emozioni indescrivibili. Con i loro accompagnatori, hanno elettrizzato l’atmosfera portando gioia, calore, colore, bandiere, musica, nonché il profumo dei fornelli che si sprigionava da tende e roulotte. Ho conosciuto Alain Sanchioni e stretto profonda amicizia con Fabio Flauti, due anconetani ben distintisi. Ho visto da vicino le loro pene e i loro drammi, che sono stati per me una lezione di vita. Primo fra tutti quello di Michael Plahn, superbo atleta danese che aveva di gran lunga distanziato tutti gli altri, colpito negli ultimi chilometri di corsa da gravi problemi muscolari. Dopo ore di riposo è tornato sul circuito per adempiere al suo dovere di portare a termine la competizione.
A Bad Blumau sono giunto dopo 1250 km di macchina. E’ una piacevolissima cittadina della Stiria, l’antico Norico dei Romani, a 60 km da Graz e a un tiro di sasso dal confine ungherese. Molti comuni hanno il prefisso Bad, ad indicare che la zona è ricca di sorgenti termali, e la strategia turistica punta alla valorizzazione di questa risorsa. Anche l’albergo in cui ho soggiornato richiama nel nome questa peculiarità “Thermenoase” (oasi termale), ed è stato scelto per la sua vicinanza alla zona partenza-arrivo e per essere dotato di piscina, nella quale sciogliere i muscoli e favorire la reidratazione anche per via parenterale.
A differenza degli ultimi giorni resi euforici dall’irrompere dei supermen, il primo giorno di gara è stato calmo, tranquillo e anonimo. I partecipanti sono 15, di cui 13 iscritti a tutte le maratone: 2 donne, 3 italiani (Angela, Michele e Hartmann), 1 tedesco e 9 austriaci. Gli iscritti complessivi sono 27, e non verrà accettata nessun’altra iscrizione oltre la scadenza termini. Il 2° e il 7° giorno sono stati i più affollati con 18 partenti.
Sebbene non ci fosse un limite di tempo massimo, tutti si sono impegnati a correre e a limitare al minimo i tratti al passo. In 5 gare, tutti hanno concluso entro le 6 ore. Il tempo peggiore è stato di 6:48:16 nell’ottavo giorno. Per 6 volte ha vinto Thomas Lanz (1978) con il miglior tempo di 3:42:42 e il peggiore di 4:05:22. Nei primi giorni la temperatura si è mantenuta sui 25°C, poi sui 31°C con alto tasso di umidità. Non ha mai piovuto in gara, mentre è avvenuto frequentemente di pomeriggio e di notte.
Il percorso di gara della maratona era formato da un giro in un circuito piccolo di 1,300 km e da nove in un circuito lungo poco più di 4,600 km, per complessivi 42,350 km. Il conteggio era affidato al chip e anche al controllo manuale. Lungo il percorso non erano presenti altri rilevamenti, ed apparentemente non c’erano controlli. Ma vi assicuro che ogni concorrente veniva seguito a vista, anche se con molta discrezione. Uno degli iscritti alle 10 maratone è stato squalificato! Non conosco il motivo, ma considerate le caratteristiche del tracciato, credo per un peccato veniale più che per uno mortale. Anche in città non c’era polizia o guardie civiche, ma la sensazione era che tutti controllavano tutti.
Percorso gradevole, lievemente ondulato, immerso nel parco del fascinoso Hotel Rogner, sterrata la prima metà, asfaltata la seconda. Prevalentemente assolato perchè si corre fra piante di granturco e di zucca, mentre gli aceri, gli ippocastani e gli abeti si mantengono a distanza. Un maneggio viene sfiorato e un fiume viene frequentemente superato su ponti di legno. Lungo il tracciato si contano una decina di edicole votive dedicate a santi e al crocifisso. In tale varietà di percorso, due sono però i punti di riferimento importanti per i podisti: la fiabesca architettura del complesso termale che indica la metà del tragitto, e la parrocchiale barocca color ocra con il campanile a cipolla che alto si leva sulle case aguzze dai tetti rosa, posta in corrispondenza dell’arrivo.
Negli ultimi tre giorni corsi in compagnia dei triatleti, il percorso è stato ridotto a poco più di 3 km, con eliminazione della parte asfaltata non ammessa dal loro regolamento.
Tutto è stato perfetto. Qualche piccolo problema si è verificato durante il primo giro del primo giorno. Werner, Hartmann e io siamo rimasti indecisi ad un bivio. Loro hanno proseguito e io sono rimasto sul posto ad aspettare Angela per indicarle la retta via. Non facendosi viva, sono tornato indietro alla sua ricerca. Niente, di Angela nessuna traccia. Ho pensato bene di completare il giro, avvisare l’organizzazione e attenderla. Un’Angela adirata è pervenuta sulla zona partenza-arrivo: “E’ mai possibile che un marito, almeno nel primo giro, non rimanga in compagnia della moglie… ecc… ecc…”. La mia carissima moglie è quella che appare, ma non ve la fate tanto dolce di sale! Poi rivoltasi verso uno degli organizzatori, parlando al 99% in italiano, gli ha intimato: “Prendi la bici e seguimi! Io non sono una stupida, so seguire le indicazioni. Una freccia è sbagliata!”. Mogio mogio l’ha seguita, e io pure. Al 2,5 km c’era una freccia che mandava sulle colline circostanti, che agli organizzatori era sfuggito di cancellare. “Sorry, sorry!”, balbettava il poveretto. “Adesso, puoi andare”, gli ha risposto Angela in tono conciliante. Ecco spiegato il 5:11:12 della mia prima maratona, il peggiore in assoluto.
Ovviamente, non potevo lasciare Bad Blumau senza fare una visita al complesso termale, in cui il famoso architetto Friedensreich Hundertwasser ha dato libero sfogo a tutta la sua fantasia. Facciate stondate, tetti ondulati, finestre e balconi di forme geometriche conosciute o inventate, linee convesse e concave, colonne tortili … e poi torri, campanili, ecc. Per quanto riguarda i colori, quella di Arlecchino appare una maschera sbiadita al confronto. Stilisticamente, rivisita il barocco, il gotico, prende spunti dalla Sagrada Familia del Gaudì e da Walt Disney. E’ arduo dimostrare che le cure termali effettivamente guariscono malattie cardiache, disturbi circolatori e respiratori, problemi dell’apparato digerente, reumatiche e quant’altro. Scientificamente è appurato che l’effetto placebo agisce per il 13%. Se poi si aggiunge la bellezza del luogo e la stupefacente architettura, si può affermare che un certo senso di benessere lo danno. Se i bagni termali non fanno miracoli, il grande investimento nel Rogner Bad Blumau sta realizzando un miracolo economico, attirando migliaia di turisti.