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Non c’è più sicurezza. Non saremo più sicuri se, andando dove i volantini o i calendari ci guidano, lì troveremo la corsa annunciata. Per ora le vittime sono pesci piccoli: l’ultima (per ora), una camminata per la sagra parrocchiale alla periferia di Carpi il 3 agosto (e l’annuncio dell’annullamento “per motivi di ordine pubblico” è arrivato due ore prima del via ufficiale).

 

La sicurezza non c’è più perché la burocrazia ministeriale ha scoperto che ce ne sono almeno due, security e safety: al che ne aggiungeremmo altre due, che però evidentemente interessano meno nell’Italia che non vuol fare i compiti a casa, ma continua a dire di averli fatti: la sicurezza di vedere rispettati i programmi, e la sicurezza ovvero certezza del diritto, che in tempi di leggi retroattive è praticamente spazzata via.

 

Dunque, una circolare del Ministero dell’Interno, inviata a tutti i prefetti e autorità consimili il 28 luglio da un funzionario (il capo di gabinetto Morcone), ma sotto la responsabilità di Franco Gabrielli, capo della Polizia (viareggino, già capo della Protezione civile, prefetto di Roma, sposo da sei settimane – guarda caso – con una alta funzionaria della Protezione civile, ecc.), precisa che in ogni manifestazione pubblica (anzi, pubbliche manifestazioni: i burocrati non mettono mai l’aggettivo dopo il sostantivo, come facciamo noi banali) bisogna assicurare la massima cornice di sicurezza, sia in termini di security che di safety, anche in relazione al pericolo derivante dalla minaccia terroristica.

 

Siccome la circolare non spiega la differenza tra i due termini (l’abbiamo chiesta anche a un cittadino statunitense, e non ce l’ha saputo dire: non saranno quei falsi anglicismi come autostop o smoking, che nella loro presunta patria non capiscono?), significa che i destinatari del messaggio le conoscono benissimo. Ma gli organizzatori delle gare podistiche sono tenuti a saperlo? Bè, vadano all’allegato “speditivo”, e forse lo capiranno.

 

Chiediamoci intanto quale sia la causa che ha condotto un Prefetto in luna di miele a emanare una disposizione così urgente. L’Italia dei politici è il tipico stato dove si fanno le leggi in fretta, il giorno dopo un evento che ha scosso emotivamente: salvo accorgersi due giorni dopo che la toppa è peggiore del buco (ricordate la legge sulla legittima difesa, affossata subito?); qui i politici/burocrati sono stati sconvolti (prosegue la circolare) dagli incidenti verificatisi a Torino in occasione della proiezione in piazza San Carlo della finale di Champions League.

 

Sebbene, dopo quell’evento, ce ne siano stati altri di portata ben maggiore, senza incidenti: grande merito, prosegue il papiro, delle componenti del sistema di sicurezza che, coordinate dalle SS.LL., anche nell’ambito dei Consessi all’uopo preposti, ecc. Le SS. LL. sono le “signorie loro”, cioè le Maestà dei prefetti e assimilati (Ariosto si lamentava che, a causa del nostro servilismo verso la Spagna, ci si trattasse con “Signoria” anche in casino); i Consessi (notare le maiuscole, di cui il documento fa grande dispendio) all’uopo preposti sono le istituzioni che si occupano degli eventi pubblici. Ma scrivere all’uopo preposti è più alto, richiama il Totò di “Miseria e nobiltà” (che aggiungeva pure eziandio); peccato che nella pagina successiva al burocrate sfugga un allo scopo che dice la stessa cosa, ma in modo che la possano capire anche Renzo e Lucia e tutti i podisti.
Almeno un richiamo ministeriale, per eccesso di popolarismo, glielo faremmo.
 

Siccome la circolare intende, come visto, assicurare la massima cornice di sicurezza, ecco che alla cornice si aggiunge il quadro: sono stati i Consessi delle LL.SS. a delineare il quadro dei necessari interventi di pianificazione e prevenzione.

 

Bene, bravi, bis, anzi ad maiora: anche il latinorum è caro ai burocrati, il cui supremo capo insiste su una rigorosa declinazione delle misure di sicurezza. Le misure, di che declinazione sono? Della prima: misurae, misurarum, misuris, eccole declinate, tanto bene che grazie a una più intensa e proficua interlocuzione [tradotto per i podisti: colloquio, rapporto] tra le componenti del sistema sicurezza (sicurezza che complemento è? Se è genitivo, ci vuole una di, rimasta nella tastiera ministeriale, come più sotto le cautele in ambito safety), anche rispetto al rischio di possibili comportamenti emulativi (azzardo a tradurre: all’imitazione di qualcuno che ha visto in tv come si fa a creare scompiglio?), dopo il disastro-Juve c’è stato un pacifico svolgimento delle pubbliche manifestazioni, ancorché, a volte, a prezzo di sacrifici o di un più gravoso impegno.

 

Notate l’insistenza sull’aggettivo prima del nome, più autorevole (chi ricorda i “nuovi e più avanzati equilibri”?); infatti si prosegue: le predette circolari hanno stabilito alcune prioritarie prescrizioni.

 

E noi, avanti tiriamo, della circolare il resto esaminando, che invita a cercare in relazione all’adozione delle misure di safety, validi parametri di riferimento nel corpus normativo… sui locali di pubblico spettacolo. 

I parametri devono essere una roba di geometria e fisica, e infatti compare la necessità di un’ottica di sicurezza integrata, in cui assumono identico rilievo tanto i profili della security quanto quelli della safety. 

E dagli con sta safety: citata per la terza volta, ricorrerà altre 10 nelle quattro pagine della circolare, senza che sia finora definita; ma a forza di girarci attorno capiamo che la safety riguarda l’incolumità della gente, cioè il non farsi del male calpestando cocci di bottiglie dopo il gol di Cristiano Ronaldo (incolumità era troppo italiana, non va bene!), la security si riferisce semmai alle misure di prevenzione contro gli attentati (ma in inglese vero designa semmai la “garanzia” del posto di lavoro, dell’investimento finanziario ecc.). 

Ma siccome un parolone tira l’altro, eccone comparire uno nuovo: l’individuazione delle c.d. “vulnerabilità”; tre righe sotto, insiste che occorre un’attenta e condivisa valutazione dell’evento e delle sue vulnerabilità (c.d., tradotto: cosiddette; cioè gli altri dicono così, io non mi azzardo).
Dalla scuola media, ci ricordiamo che Achille era invulnerabile tranne che nel tallone (ovvero nel tendine, che ci fa male se corriamo troppo in pista); per vulnerarlo bisognò colpirlo proprio lì, e le LL.SS. ideali devono individuare dove un evento è vulnerabile, per pestare duro e andare trànquilo (come si diceva a Bologna negli anni Settanta).

Occorre insomma, di nuovo, un bel quadro di prevenzione: non basta la cornice, serve anche un intervento tessile (o metallurgico?) onde siano strette le maglie della cooperazione interistituzionale. E serve un po’ di scuola: sono raccomandate anche sedute dedicate delle Conferenze provinciali permanenti che richiamino l’attenzione dei partecipanti sia sull’iter procedurale da seguire in vista dello svolgimento di una manifestazione pubblica che sugli adempimenti correlati. 

E chi sono gli interessati? Nella culla del diritto, urge una distinzione pre- o post-liminare: occorre, in primo luogo, distinguere tra le riunioni e le manifestazioni in luogo pubblico di cui all’art. 18 T.U.L.P.S., che comportano in capo agli organizzatori un semplice onere di preavviso al Questore, e le manifestazioni di pubblico spettacolo, che sono, per converso, soggette a un regime autorizzatorio. Anche Gertrude, prima di diventare la monaca di Monza, era una conversa, soggetta a regime autorizzatorio del papà per un eventuale rientro all'ovile.

 

Osiamo pensare che le gare podistiche siano semplici “riunioni o manifestazioni”, e non “pubblico spettacolo” (sebbene qualche leguleio potrebbe eccepire che gli spettatori ai bordi della strada siano a vedere lo spettacolo della Morlini che sorpassa la Ricci e così via…), dunque cerchiamo di capire qual è il nostro destino di podisti o di organizzatori.

 Qualora non emergano ragioni di ordine pubblico o di altra natura che … già inducano a vietare lo svolgimento delle manifestazioni (nel nostro caso potrebbero essere condizioni meteorologiche estreme, inondazioni, valanghe: due anni fa a Messina ci sospesero la maratona perché tirava il vento forte!), basta che il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dia un giudizio su una eventuale elevazione del livello di rischio tale da imporre una valutazione coordinata e integrata da parte delle autorità preposte; e tale declinazione delle misure di safety [ridàgli!] implica la presenza alle riunioni del Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, e possibilmente dei responsabili dei Comandi di Polizia Municipale. 

A questo punto il Comitato individua le c.d. - “vulnerabilità”, anche allo scopo di un’eventuale implementazione delle misure di sicurezza. Eh sì, l’implementazione mancava proprio: secondo gli informatici (americani) che l’hanno inventata, significa l’installazione e realizzazione di un programma; secondo i burocrati italici, significa l’incremento, l’accrescimento (due parole troppo facili, troppo a livello di podista, dunque da evitare: lo scriveva già Calvino nel 1965, che la lingua dei burocrati deve fuggire la realtà che tutti capiscono).

 Quanto al da farsi, se il Comitato lo riterrà necessario, farà le ispezioni che crederà, e alla fine, constatato che “nulla osta”, pretenderà (giustamente) che siano attivati tutti i necessari canali di comunicazione al fine di garantire agli utenti che partecipano alla manifestazione, e ai cittadini che dallo svolgimento della stessa potrebbero subire eventuali disagi, una piena conoscenza delle misure organizzative e di sicurezza adottate.

 Cioè, caro podista, il parcheggio è a 500 metri dal via, che si trova in zona pedonale e devi lasciare la macchina più indietro; caro abitante, dalle 9 alle 11 non potrai uscire di casa con l’auto, oppure potrai percorrere solo via Griduzza e non Viale delle Nazioni, ecc.

 Seguono le indicazioni “per le manifestazioni di pubblico spettacolo”, nelle quali, a nostro parere, il podismo non rientra: però, abundantiam abundantibus come diceva Totò, teniamo presente come lo svolgimento dell’evento sia soggetto al rilascio della licenza da parte del Sindaco del Comune e che tale licenza non possa essere rilasciata se non previo parere delle Commissioni provinciali e comunali di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo.

 Dunque, a scanso di equivoci, si faccia domanda al sindaco, che chiederà il parere e poi deciderà lui.

 Anche il resto della circolare sembra riferito solo agli eventi spettacolari, specie quelli che dal luogo prescelto o dal prevedibile, elevato afflusso di persone richiedano un surplus valutativo di livello più ampio e coordinato (quel surplus è perfetto, mezzo latino e mezzo francese: nù vulevòn savuàr…). A questo punto i prefetti sottoporranno il caso alle valutazioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in uno con [sarebbe: in una con; meglio ancora: insieme con] le risultanze e le eventuali prescrizioni impartite dalle Commissioni di vigilanza; il che potrà portare all’assunzione di ulteriori precauzioni e cautele in ambito safety tali da elevare la cornice di sicurezza dell’evento anche in rapporto ai profili di security per arrivare finalmente al rilascio della prescritta licenza da parte delle autorità competenti.

 

Ripetiamo: il podismo amatoriale non ha a che fare con queste cose, ma le leggi e decreti e circolari italiane sono sempre fatte in modo da dare pane e companatico agli avvocati e ai giurisprudenti, quindi all’interno di questi giri di parole si può annidare più di un tranello, che ci fa temere per i prossimi eventi podistici.

 

Alla circolare segue, a titolo di esempio (anzi, strumento speditivo di ausilio agli organizzatori!), un documento predisposto dalla Prefettura di Roma con il quale, “in via sperimentale”, è stata operata una classificazione degli eventi e/o manifestazioni in base a tre diversi livelli di rischio rispetto ai quali vengono forniti suggerimenti su come calibrare le misure di sicurezza.

 

Anche questo documento si presenta nel peggiore stile burocratese: guardate come ‘traduce’ i fatti di Torino, e notate i ben tre e/o successivi: I recenti accadimenti di Torino, Piazza San Carlo, hanno evidenziato come le suggestioni derivanti dal delicato clima internazionale e/o situazioni di panico comunque provocate, amplificate anche da stati di coscienza eventualmente alterati dall'assunzione, ove non prevenuta, di sostanze alcoliche e/o stupefacenti, possano ridurre notevolmente la resilienza di una folla di fronte a fatti imprevisti e/o normalmente imprevedibili.

Non poteva mancare la resilienza, sulla bocca di tutti gli allenatori e psicologi da salotto televisivo ormai, in un significato erroneo di ‘reazione, capacità di risollevarsi’, mentre significa solo (teste De Mauro) ‘capacità di un materiale di resistere alle deformazioni o di riprendere la forma originale dopo una deformazione’.

 

Ma sull’altro piatto della bilancia mettiamo almeno la quasi-definizione degli aspetti di safety, intesi quali misure a tutela della pubblica incolumità e quelli di security, a salvaguardia invece dell'ordine e della sicurezza pubblica [potevate spiegarlo prima?], che devono essere attenzionati al fine di migliorare i processi di governo e gestione delle manifestazioni pubbliche.
Questo attenzionati deve averlo aggiunto un poliziotto di lungo corso: il vocabolario di De Mauro del 1999-2000 non aveva il verbo, e l’ha aggiunto solo nel supplemento, spiegandolo come burocratismo per ‘avvisare, allertare’; mentre qui vale sicuramente ‘mettere sotto controllo, valutare con attenzione’.

 Ad ogni possibile evento si assegna un punteggio sulla base delle sue caratteristiche, ferma restando un'alea che è e resta imponderabile (lo disse anche Giulio Cesare varcando il Rubicone in occasione dell’Alzheimer Marathon numero Zero), e pure un quid pluris (quello che mancava ad Alfano) in termini di misure precauzionali, in dipendenza anche dalla potenziale magnitudo (Richter o Mercalli?).

 

Può essere, in via preliminare, lo stesso organizzatore dell'evento a valutare il rischio applicando i punteggi previsti dalla tabella di classificazione, fermo restando che per manifestazioni con affollamento superiore a 10.000 persone, la valutazione tabellare non è necessaria in quanto l'evento rientra, comunque, tra quelli con profilo di rischio elevato. Dunque la maratona di Roma è in ogni caso “attenzionata”, e Firenze farà bene a non crescere troppo…

 Ad aumentare i punteggi, cioè a peggiorare le cose, sono ad esempio la vendita/consumo di alcool, possibile consumo di droghe (se all’improvviso appare tra i partecipanti uno squalificato per doping, che succede?), la presenza di categorie deboli (bambini, anziani, disabili) – qui il podismo rientra alla grande, specie per la categoria centrale - ; e ancora se l’evento si svolge in città, in periferia/paesi o piccoli centri urbani, in ambiente acquatico (lago, fiume, mare, piscina), montano, impervio, ambiente rurale, ecc.

 Lo strumento speditivo di ausilio può venir buono per noi podisti quando assegna punteggi migliori in caso di Servizi igienici disponibili - Disponibilità d'acqua - Punto di ristoro, e diventa curioso quando valuta la Condizione dei partecipanti: Rilassato 1 Eccitato 2 Aggressivo 3 (si intendono i punti di penalità): le non competitive insomma sono più sicure?

 

Sacrosante anche le norme successive, che omettiamo, ma disciplinano per esempio l’accessibilità al luogo da parte dei mezzi di soccorso, i percorsi di accesso e di deflusso dei partecipanti, un eventuale controllo con barriere frangifolla ecc. Più problematico stabilire la capienza dello spazio riservato agli spettatori, anche quando questo è ricavato su piazza o pubblica via, l'evento è a ingresso libero e non sono previste apposite strutture per lo stazionamento del pubblico, tenendo comunque presente che la densità di affollamento varia tra 1.2 e 2 persone/mq.
Per le nostre corse, non dovrebbero esserci problemi:
Considerata la modesta entità dell'evento in termini di affollamento e, fatte salve diverse disposizioni impartite da norme di riferimento vigenti per il tipo di attività, si ritiene che il requisito di separazione della zona spettatori che assistono in piedi allo spettacolo, per i soli aspetti di safety, non sia un adempimento cogente (tradotto: non è obbligatorio mettere transenne, salvo che non si prevedano affollamenti superiori a 5000 persone, nel qual caso si potranno valutare separazioni varie); attenzione a prevedere un estintore ogni 200 mq di superficie da integrarsi se del caso con estintori carrellati da posizionare [porre sarebbe troppo semplice] nell'area del palco.

 La norma sembra fatta per gli spettacoli, ma siccome è bene seguire i precetti di Totò (come si diceva, abundantiam abundantibus), mettete un estintore sotto il podio o il cassone del camion che funge da podio, così nessuna delle LL.SS. potrà eccepire.

 

Tutto semplice, dunque? No, quanto al rispetto della lingua italiana e dei vari codici di comportamento emanati da vari governi, oltre che dalla legge 241/1990 (alias “legge sulla trasparenza”), contemporanea al volume Il diritto all’informazione in Italia, promosso dalla Presidenza del Consiglio, e di poco anteriore al pure governativo  Manuale di stile. Strumenti per semplificare i linguaggi delle amministrazioni pubbliche (1997).

 

Ni, quanto alle libertà costituzionali di muoversi, riunirsi ecc., e al diritto alla salute. Qui si legifera su tutto, comprese le dimensioni delle prugne, e in modo tanto ambiguo da far passare prugne grandi come meloni e piccole come fragole (perché ci sono sempre le eccezioni, le prugne prodotte dai reduci di guerra con zii inabili a carico: vedere l’inizio di Quo vado di Checco Zalone); così da vietare tutto e da permettere tutto per chi ha le conoscenze giuste.

 

Intanto però (torniamo da dove siamo partiti), una corsetta - che più amatoriale e benedetta da Dio non si poteva immaginare, per la 42° sagra parrocchiale nel comune di Dorando Pietri - è saltata.

 Da una fonte molto autorevole e informata (che consentirete di non citare) abbiamo saputo che la gara, ma in pratica tutta la sagra tranne la parte gastronomica, era ricaduta sotto le “attenzioni” della Commissione provinciale di vigilanza sugli spettacoli (dunque, anche il podismo fa parte dello spettacolo?), la quale avrebbe dovuto devolvere la questione alla commissione comunale di Carpi: che però non esiste, pur essendo prevista da una legge del 2011. In mancanza di questa, a decidere è il sindaco; ma il sindaco di Carpi ha preferito non decidere o comunque è partito per le vacanze, e i carpigiani se la sbrighino da soli.

 È pure possibile che la decisione di sospendere la gara sia stata un eccesso di prudenza da parte della parrocchia (ma voi, avreste organizzato una corsa col rischio di trovarvi i poliziotti a bloccarla, e una denuncia o una multa?): sta di fatto che i podisti della zona hanno pagato un primo, e temiamo non ultimo, tributo alle psicosi che attanagliano la nostra stanca civiltà (cito Guccini, figlio di una carpigiana).

 

E temiamo che per un pezzo, partendo verso la meta della agognata corsa, ci chiederemo: ma ci sarà davvero?

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