
Utilizzando i valori medi per caratterizzare i nostri connazionali, schierati ai nastri di partenza alla recente maratona di New York in trepida attesa dello sparo che avrebbe dato inizio alle danze, potremmo dire che sarebbe possibile rappresentarli con un individuo di circa 44 anni e 5 mesi, capace di correre la distanza dei 42,195 km in 4:23:09.
Volendolo, però, potremmo anche scendere in maggiori dettagli.
Se ci riferiamo al genere, il maschio tipo risulta ormai prossimo ai 45 anni d’età (44 anni e 9 mesi, ad essere precisi) con una linea forse un po’ alterata da qualche piccolo residuo di pancetta, che la frettolosa preparazione non è riuscita a smaltire del tutto, ma tuttavia pronto a scrivere una pagina epica da raccontare sino a quando anche l’interlocutore più paziente svicolerà altrove.
Ad attenderlo all’arrivo, lo vedremmo sfrecciare con il tempo di 4:15:19, magari con il fiato corto ma raggiante, e ne avrebbe ben donde, soprattutto se s’è cimentato per correre la maratona e non soltanto per raccontare poi in giro d’averla corsa.
Questi i dati di riepilogo principali con i quali abbozzare una qualche descrizione dei 1.421 podisti maschi classificatisi a New York. Se si desiderasse distinguerli meglio, potremmo indagare sulla loro vita agonistica passata e scoprire così che un consistente gruppo di essi (36,38%) era all’esordio ed affrontava per la prima volta la distanza falsamente detta di Filippide; che i più (53,69%) avevano già partecipato ad almeno una maratona in Italia mentre una non sparuta pattuglia aveva già gareggiato in precedenza solo nella stessa New York (4,71%) oppure solo all’estero (5,21%).
Un po’ più giovani le 389 rappresentanti femminili — di 2 mesi appena sopra i 43 anni — e sicuramente in migliore forma fisica. Sebbene tale drappello fosse in possesso di un’esperienza in fatto di maratone molto più limitata, ha tuttavia ottenuto un riscontro cronometrico medio di 4:49:55, di valore quasi analogo a quello maschile. Infatti il 56,30% delle podiste era esordiente e solo il 32,65% aveva frequentato in precedenza le maratone nazionali. Il 5,40% aveva invece già corso a New York ed il 5,66% unicamente all’estero.
Analizzando più in particolare le prestazioni, notiamo che solo due italiane sono riuscite a tenersi sotto le 3 ore (Valeria Straneo e la rappresentante del C.U.S, Cagliari, Claudia Pinna) e altre 4 entro il crono di 3:15:00. Tra queste anche Franca Fiacconi, vincitrice nel 1998, la cui partecipazione è passata colpevolmente quasi in religioso silenzio — tanto da farmi temere che si trattasse d’un banale caso d’omonimia — soprattutto se confrontata al rumore che ha accompagnato atleti in grado solo di difendersi alla meglio.
Un po’ più soddisfacenti le prestazioni tra i maschi: 13 entro le 2:45:00 ed altre 27 sotto le 3 ore.
Il livello qualitativo è stato ad ogni modo nel complesso molto basso tant’è che neppure il 12% dei classificati italiani ha fatto meglio di 3:30:00, crono che in una normale competizione nazionale raggruppa all’incirca un terzo degli arrivati.
Poco più del 5,85% ha concluso la gara oltre le 6 ore e qualcuno ci ha messo circa 8 ore, una salutare (e costosa) camminata, e nulla più.
Stranamente gli eventuali furbetti si annidano proprio tra i tempi alti: un modo come un altro, forse, per dare più sapore ad una giornata di per sé stessa particolare.
L’allegato statistico che segue fornisce altri elementi di valutazione della presenza dei nostri connazionali in terra statunitense e serve a rendere meno sfumata questa nostra appena schizzata istantanea. In conclusione, come dato sintetico è utile qui sottolineare che il numero degli italiani complessivamente giunti al traguardo è risultato pari a 1.810. Un valore ben lontano da quello rilevato nella passata edizione del 2011 (3.393) e che ha prodotto una diminuzione del 46,65% alquanto consistente.
Colpa, con ogni probabilità, della crisi economica che non consente di fare simili scampagnate a cuor leggero e, in parte, dell’onda lunga dei fatti incresciosi avvenuti l’anno scorso. Forse — e sarebbe bello — si potrebbero anche riconoscere i primi sintomi d’una nuova tendenza, magari capace di valutare con maggiore giustezza il reale gusto della Grande mela.
Sbaglierò, ma la prima mela la si può degnamente cogliere anche in Italia: Roma, Firenze, Venezia non sono infatti prive di grazia.
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Tabella n. 2 New York 2013: italiani ripartiti per tipo di maratone fatte e sesso |
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Tipo di maratone fatte |
F |
M |
Totale |
|||
N. |
% |
N. |
% |
N. |
% |
|
Maratone in Italia |
127 |
32,65 |
763 |
53,69 |
890 |
49,17 |
Solo maratona NY |
21 |
5,40 |
67 |
4,71 |
88 |
4,86 |
Solo maratone estero |
22 |
5,66 |
74 |
5,21 |
96 |
5,30 |
Esordiente |
219 |
56,30 |
517 |
36,38 |
736 |
40,66 |
Totale |
389 |
100,00 |
1421 |
100,00 |
1810 |
100,00 |
Tabella n. 3 New York: italiani ripartiti per prestazione e sesso |
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Prestazioni |
F |
M |
Totale |
X <= 2:45:00 |
1 |
13 |
14 |
2:45:00 < X <= 3:00:00 |
1 |
27 |
28 |
3:00:00 < X <= 3:15:00 |
4 |
59 |
63 |
3:15:00 < X <= 3:30:00 |
6 |
105 |
111 |
3:30:00 < X <= 3:45:00 |
19 |
175 |
194 |
3:45:00 < X <= 4:00:00 |
35 |
242 |
277 |
4:00:00 < X <= 4:30:00 |
84 |
349 |
433 |
4:30:00 < X <= 5:00:00 |
99 |
225 |
324 |
5:00:00 < X <= 6:00:00 |
95 |
165 |
260 |
6:00:00 < X <= 7:00:00 |
37 |
53 |
90 |
X >= 7:00:00 |
8 |
8 |
16 |
Totale |
389 |
1421 |
1810 |