Continua il progresso tecnologico al servizio dello sport. A trarne i benefici stavolta è stato un maratoneta a New York, che grazie a materiali superleggeri ha quasi sfiorato la perfezione in materia di riduzione del peso, un bel cruccio per la gran parte dei runner.
Mentre le imprese del settore si scervellano pur di offrire nuovi materiali di peso sempre inferiore, mentre i comuni mortali si costringono a tante rinuncie in ossequio a ferree diete, oppure mettono a rischio gli arti inferiori calzando scarpe minimaliste e poi sfidano il freddo pur di portarsi addosso meno indumenti possibili, ecco che arriva il colpo di genio. Una genialità che presumiamo tutta italiana anche se non ne abbiamo la certezza.
E’ l’uovo di Colombo, ma nessuno ci aveva pensato prima. Perché portarsi dietro per 42 km abbondanti, indumenti, scarpe e tutto il corpo quando alla fine ciò che conta per fare scattare il meccanismo del chip è solo il pettorale? Ecco allora che l’idea viene messa in pratica come testimoniato dalle foto in allegato. Pur scusandoci per la cattiva qualità delle immagini è ben evidente come il concorrente numero 26203 stia correndo vicino ad un altro pettorale: quello che tiene nella mano destra…
A chi appartenga questo pettorale non ci è dato di saperlo. Ci permettiamo di parlare di eccellezza italiana in quanto il concorrente numero 26203 è dei nostri e quindi presumiamo sia al corrente di questa rilevante novità.
Se consideriamo che tra corpo, indumenti, scarpe ed accessori si risparmiano in questa maniera decine e decine di chilogrammi, c’è da scommettere che questa novità verrà presto adottata da moltissimi atleti. Si preannunciano affari d’oro. Chiunque avesse notizie sull’inventore è pregato di segnalarcele, in maniera tale sia possibile instituire un filo diretto tra lui e la gran massa dei potenziali compratori.
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Ndr.: Le immagini sono state recuperate sul sito http://www.marathonfoto.com/