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Dal mondo

Calcutta (IND) - Tata Steel Kolkata 25k

17 Dicembre, 2017 Pasquale Venditti - Redazione Podisti.Net
Il favorito della vigilia l’etiope Kenenisa Bekele ha vinto a Calcutta in India la “Tata Steel Kolkata 25k” con il nuovo record del percorso di 1h13’49”, ad una media di 2’57”16 al km, Bekele oltre ad essere il Primatista mondiale dei 5.000 e 10.000 mt vanta…
Battocletti Alfierii foto Roberto Mandelli

Triangolare Europa, GBR e USA di cross: convocati Battocletti e Alfieri

14 Dicembre, 2017 Pasquale Venditti - Redazione Podisti.Net
Dopo la disputa a Samorin in Slovacchia dei Campionati Europei di corsa campestre i due giovani mezzofondisti azzurri, nati nel 2000 e appartenenti alla categoria Allievi, Nadia Battocletti (Atletica Valli di Non e Sole) e Luca Alfieri (PBM Bovisio Masciago)…

Colombo Francesca 231114 foto Roberto Mandelli

Tutto comincia intorno a febbraio/marzo quando, per un miracolo, sono estratta al sorteggio per una Major Marathon come Berlino. Potrò mai rifiutare questa chance?

Il 26 settembre partiamo alla volta di Berlino e quando atterro nella grande capitale tedesca sento subito quell’aria frizzante che io amo, quella temperatura che ti fa “correre bene”.

Raggiungo facilmente il villaggio, o forse potremmo definirlo una città, visto che credo di aver attraversato qualcosa come cinque padiglioni di stand di tutti i tipi. Il ritiro pettorale già mi catapulta in una dimensione che solo la perfezione tedesca può darti. Ogni atleta è provvisto di un bracciale e solo con quello potrà procedere al ritiro del pettorale. Le griglie sono divise per tempi, e sono ben otto, io con il mio personale best di 3h23’ ho diritto ad accedere alla griglia D senza apparente possibilità di poter partire un metro più avanti.

La mattina della gara comincia presto: sveglia ore 6 e alle 7 siamo già fuori dall’albergo e prima delle 8 ci ritroviamo nell’incredibile catena di montaggio di questa famosa maratona. Niente è lasciato la caso, il deposito borse, l’entrata in griglia, tutto controllato in modo meticoloso e preciso. Alle 8.40, insieme a Simone, entro nei cancelli che mi porteranno alle griglie e grazie alla mia piccola statura riesco un po’ a sgusciare fuori e a posizionarmi un po’ più avanti e quindi a partire nella prima onda delle 9. Dopo la presentazione dei top con tempi da pelle d’oca e musica a palla, bang! si parte!

La partenza leggermente difficoltosa mi fa perdere 1 minuto, ma, dopo 300-400 metri le strade ampie ti consentono di correre tranquillamente e quindi mi posiziono sul mio passo tra 4.45/4.50 al km.

I km procedono, il percorso è piatto, anche se qualche cavalcavia non mancherà perché per fortuna si corre in città e non su una pista di atletica. Il passaggio alla mezza è buono per chiudere in 3.21, ma la strada è ancora lunga e procedo concentrata (intanto Simone al 18° km si è fermato per una contrattura al polpaccio che da tempo non lo lascia correre in pace), attorniata da tanti podisti e da tanto tifo. Impossibile correre da sola anche per un metro in una maratona così partecipata. Al 30esimo passo in 2.24 in anticipo di circa un minuto e questo mi fa sorridere e preoccupare allo stesso tempo. Qui c’è un ristoro grandioso colmo di rifornimenti gel e subito ne prendo uno, un buon aiuto per gestire la parte più dura di una maratona ovvero gli ultimi 12 km…

Da qui, decido di correre pensando a tratti di 5 km, spaventata dal fatto di avere solo un lungo 30 km, ma fiduciosa per i tanti collinari sardi di 1h30/1h40 che reputo più allenanti di tanti lunghi lenti. Al 35 km calo leggermente, adesso ho una proiezione di 3.23, la fatica comincia un po’ a farsi sentire, prendo più ristori, bevo di più e questo vuol dire che sono più stanca.

Ma il tifo negli ultimi 7 km aumenta ancora di più e la gente, chiamandoti per nome, ti carica. Adesso guardo i km ogni 2, sperando che così trascorrano più velocemente. Il tifo, dal 38km in poi, è un tripudio di gente che ti chiama per nome e ti incita con parole e gesti tra più svariati, ma facendoti sentire “unica”.

Passo al 40esimo e ho una proiezione di 3h24’30”, sono stanca, ma la media al km è ancora buona, e da qui mi passano davanti mille immagini, mille fatiche, mille emozioni, e il mio piccolo Ale che quest’estate mi chiedeva: “Mamma, ma perché devi correre tutti i giorni?”, mille sensi di colpa per averlo lasciato a casa con i nonni per il mio egoismo di podista… E, allora, penso che non posso mollare. Passo al 41esimo e dopo una curva stretta a sinistra finalmente davanti a me si palesa la mitica porta di Brandeburgo, ci passo sotto e penso che è fatta, la gente grida il mio nome e questo mi riempie di emozioni. Taglio il traguardo in 3.24.26, secondo mio miglior tempo di sempre.

Scoppio a piangere, un pianto di stanchezza, di gioia, di 42 km di emozioni indescrivibili che solo Lei, sua Maestà, la regina delle distanze ti può dare…

Quante volte, quest’estate, in allenamento, ho sperato e sognato di vivere questo momento e, oggi, un grande sogno estivo di una piccola podista si è di nuovo avverato…

Vielen dank Berlin Marathon!

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