Dal mondo
Calcutta (IND) - Tata Steel Kolkata 25k
Triangolare Europa, GBR e USA di cross: convocati Battocletti e Alfieri
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Honolulu (USA) - 45^ Honolulu Marathon
11 Dic, 2017 -
Samorin (SVK) - 24^ Campionati Europei di Cross
10 Dic, 2017 -
Macao (MAC) - 36^ Macao Marathon
03 Dic, 2017 -
Fukuoka (JPN) - 71^ Fukuoka International Marathon
03 Dic, 2017 -
Ginevra (SUI) - 40^ Course de L’Escalade
02 Dic, 2017 -
The Big Half: sfida tra Mo Farah e Callum Hawkins
21 Nov, 2017 -
Valencia (ESP) - 37^ Maraton Valencia
20 Nov, 2017 -
Fuerteventura, 60 km di tenacia
14 Nov, 2017 -
Shanghai (CHN) - 22^ Shanghai International Marathon
14 Nov, 2017 -
Francoforte (GER) - 36^ Frankfurt Marathon
29 Ott, 2017 -
Maratona di Venezia 2017, tutto è un dolce ricordo.
27 Ott, 2017 -
Budapest (HU) – 32^ Budapest Marathon
17 Ott, 2017
Federico Rosa è stato assolto in Kenya “con formula piena” dalle accuse di presunta somministrazione di sostanze dopanti ai suoi atleti: termina così il procedimento penale a carico del noto manager italiano, figlio del dottor Gabriele.
“Il caso è chiuso” ha dichiarato il magistrato Bernard Ochoi, perché i due maggior accusatori di Rosa, la maratoneta Rita Jeptoo (attualmente squalificata proprio per uso di Epo) e l'ex ottocentista Elijah Kiprono Boit, non si sono presentati al processo, né la polizia ha saputo presentare prove a carico del manager dopo un’inchiesta durata cinque mesi.
C’è da ricordare che in base alle accuse, nei mesi scorsi, Federico Rosa era stato anche arrestato…
A supporto del manager, in tribunale, si erano presentati, Asbel Kiprop, tre volte mondiale sui 1500, e Jemima Sumgong, campionessa olimpica di maratona a Rio, ma non è stata più necessaria la loro testimonianza.
Gabriele Rosa ha dichiarato: “Dopo cinque mesi di sofferenza è finalmente arrivata l'assoluzione per mio figlio Federico. I suoi accusatori non si sono presentati al processo, la polizia non aveva prove, il giudice di Nairobi ha disposto l'assoluzione con formula piena. Abbiamo messo in piedi (il team Rosa&Associati, nda) la squadra più forte del mondo, in Kenya siamo considerati benefattori, ma siamo finiti in questa vicenda. È stato difficile. Non si poteva reagire alle false accuse, bisognava tacere, su consiglio dei difensori, secondo i quali questa era la miglior linea d'azione per non irritare tribunale e polizia. Qui funziona così. La polizia ha fatto indagini e non ha trovato niente. Eravamo certi di questo, ma fino alla sentenza di oggi c'è stata tanta preoccupazione”.