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Pierotti campione toscano UISP E-40 di mezza maratona
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Terrasi brilla a Valencia, Brancato bronzo a Verona
20 Nov, 2017 -
Fivizzano (MS) - 28^ Corsa delle Castagne
20 Nov, 2017 -
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14 Nov, 2017 -
Simi, il cavaliere sugli scudi di Tenerife
13 Nov, 2017 -
Agliana (PT) - 13^ Maratonina dei 6 Ponti
05 Nov, 2017 -
Il Parco protagonista sulle mezze maratone
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Castelnuovo Garfagnana (LU) – 13^ Stracastelnuovo
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Lucca: la maratona, le mura e il buccellato
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Lucca – 9 ^ Maratona di Lucca
22 Ott, 2017 -
Da Amsterdam a Budapest, Orecchiella protagonista
17 Ott, 2017 -
Orecchiella: Celine Iranzi trionfa alla Pisa H.M.
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Pisa – Cetilar Pisa Half Marathon
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G.S. Orecchiella protagonista a Lammari e Signa
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Parco protagonista sulle mezze maratone
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Arezzo – 1° Trofeo Centro COOP-FI
03 Ott, 2017 -
Pontremoli (MS) - 3^ Corri Pontremoli
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Trionfo Apuano alla Staffetta del Pioppino
26 Set, 2017 -
Chiusi (SI) – 8° Giro del Lago di Chiusi
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Montagnano (AR) – 34^ Montagnata
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13 Set, 2017
Dicono che all’appuntamento con la 100 km del Passatore bisogna giungere con le gambe riposate, ed è sconsigliata una maratona la settimana precedente. Non ho mai ascoltato le raccomandazioni degli “esperti”, ho sempre seguito il mio istinto, trovandomi sempre bene.
La mia prima maratona, New York 1986, fu un episodio isolato. Poi ho cominciato a far di testa mia. Nel 1994 feci la seconda ad Acquaviva delle Fonti (BA) e il giorno dopo volai a New York. Due maratone in una settimana! Uno scandalo! A seguire vennero il Mugello il pomeriggio e Genova il mattino seguente, Pisa la mattina e Rimini la sera, il sabato l’Etna da 0 a 3.000 m e la domenica la Pistoia-Abetone, e non ricordo quante volte abbia corso 10 maratone in 10 giorni.
Ora, capita che Luca Giglioni s’inventi la Murlo Ultramarathon Trail Terra Etrusca di 52 km D+ 1720 il sabato prima della 100 km del Passatore. Potevo rinunciare a correre fra le dolci colline senesi, laddove sopravvivono gli Etruschi purosangue? E per di più, una prima edizione! Sono sincero, dopo 686 mar/ultra mi eccito solo a nuovi percorsi. E così, sabato 21 maggio, cum uxore me ne sono andato per le valli del Merse e del Rosia, stando attendo a non incappare nei traumatismi tipici dei trail.
La sera precedente la 100 km del Passatore mi sono lasciato trascinare dalla folta pattuglia dell’ADS Barletta Sportiva in un’osteria sul Lungarno, venendo meno alle mie parche abitudini culinarie serotine. Per di più, uno di noi, direttore delle vendite del Prosecco Valdobbiadene, aveva fatto mettere in frigo un numero illimitato di bottiglie. E via, salumi toscani, lardo di Colonnata, bruschette al fegato, spaghetti alla puttanesca. Potevamo privarci della fiorentina? Nell’afosa serata, il prosecco scorreva a fiumi. Tanto, la gara parte nel pomeriggio, tutto sarà smaltito!
In Via Dei Calzaiuoli mi presento con una dolenzia a livello dei quadranti inferiori dell’addome, segno che da quelle parti ristagnava ancora buona parte della frugale cena. E’ troppo affollato il primo ristoro, e per non perdere tempo lo salto. Fa caldo, e riparo all’errore sulla collina di Fiesole mediante un bicchierone di thè allungato con acqua, con il risultato di aggiungere un senso di ripienezza ai quadranti superiori dell’addome, e tutto l’apparato digerente è servito!
La calura e i chilometri contribuiscono a svuotare lo stomaco, ma nulla possono sul senso di fastidio al basso ventre. Per non sovraccaricarlo, evito i solidi e vado avanti ad acqua e thè per sfruttare il suo contenuto in zuccheri. Per variare la “dieta”, accenno ad un sorso di sali, che subito ributto per il sapore orrendo.
Se l’apparato digerente traballa, quello locomotore va a meraviglia. Le gambe scalpitano e vorrebbero mangiarsi i chilometri. A frenarle, provvede il direttore d’orchestra, la mente, ricordando ai quadricipiti che i 100 km sono lunghi da passare.
Il thè non è molto dolce e il suo tenore zuccherino potrebbe essere insufficiente a fornire energia ai muscoli. No problem! Ho con me 5 ottime caramelle alla menta che faccio sciogliere lentamente in bocca.
E così, sostenuto da rifornimenti al minimo, salgo a Tre Croci, scendo a Borgo San Lorenzo, affronto la Colla e m’involo verso Marradi. Qui cominciano i problemi. La dolenzia del basso ventre viene sostituita da spasmi intestinali e al senso di peso gastrico si aggiungono conati di vomito. I chilometri dal 65° al 70° sono stati i più sofferti, ho prevalentemente camminato, in attesa che mi svuotassi dalla parte prossimale o da quella distale, o da entrambe. Niente! “Non correrò più questa gara massacrante”, balbettavo fra di me.
Poco alla volta, i conati di vomito sono cessati e gli spasmi calmati. Non ho più bevuto, la sola visione di liquidi mi procurava disgusto e nausea; tanto meno ho assunto solidi. Ho alternato il cammino alla corsa, tenendo a freno le gambe che volevano strafare, fino al 93° km, quando all’improvviso sono stato assalito da conati di vomito. Mi sono sdraiato al suolo in preda a contorcimenti e spasmi inauditi. Violente contrazioni del diaframma e dei muscoli addominali mi facevano sussultare. Finalmente, l’onda antiperistaltica ha prevalso e ho riversato sul terreno poche gocce di succo gastrico, seguita da intensa sudorazione. Una sensazione di profondo benessere ha poi invaso il mio corpo. Ho approfittato del momento. Non ho più posto freni alle gambe che, rese forti dalle colline senesi della settimana precedente, mi hanno portato direttamente al traguardo al ritmo più veloce di tutta la gara. Taglio il traguardo in 13:54:25. E’ il mio settimo sigillo, tutti collocati fra le 12:30 e le 14:30. Per un motivo o un altro, non mi sono mai espresso al meglio al Passatore, a differenza di altre 100 km. Risulto 4° di categoria, ma l’obiettivo era il podio più alto. Quando, se non quest’anno, in cui sono il più giovane della categoria M/70?
Conclusa la gara, non ho ritirato la medaglia. Ripresentatasi l’emesi, sono andato a trovare un posto nascosto, dove si è ripetuto il rito del 93° km in forma più eclatante, cui è seguito la scomparsa di tutti i mali. Il ritorno alla perfetta forma me lo ha donato la doccia gelata, alla quale ho offerto la nuda pelle senza esitazione.
Una grande corsa offre sempre degli insegnamenti. La conclusione è che non bisogna mai seguire i consigli degli “esperti”, e che una maratona può essere corsa prima di una 100 km; è utile, invece, mettere in pratica il consiglio della massaia: la sera prima della gara, sempre una cena da poveri.
Questo è il Passatore, quello reale! 100 km di fatica, tribolazioni, affanni, spasimi e sudori. Altro che romanticismo! E’ subito dopo l’arrivo che comincia a trasformarsi in mito, quando gradualmente si attutiscono le pene patite e la gioia di avercela fatta inonda l’anima e il corpo. Tornati a casa, tutti a raccontare di essere partiti da Piazza della Signoria di Firenze, di aver attraversato nottetempo l’appennino tosco-emiliano ed essere giunti in Piazza del Popolo a Faenza alle prime luci dell’alba. E poi le pievi, i cipressi, i paesaggi, il tramonto, il cielo stellato dominato dalla luna piena e l’aurora tinta di rosso. Un crescendo rossiniano di sensazioni! Man mano che passano i giorni, il ricordo delle emozioni si fa più grande, e la rimembranza avvolge di poesia l’epica l’impresa. Non ne parliamo se poi si è conquistato un trofeo!
L’ADS Barletta Sportiva, portando al traguardo tutte le 7 donne e 17 dei 21 uomini partiti (poteva essere altrimenti?), ha conquistato il primo posto di Società. Alla stazione ferroviaria, baci, abbracci, fiori e musica. A poche ore dalla conclusione della 44^ edizione della 100 km del Passatore, la cronaca aveva già ceduto il posto alla leggenda.
Ora, la città di Barletta domina tutto il panorama podistico. Dai 100 e 200 m di Pietro Mennea, passando dai 10.000 m di Veronica Inglese, dalla maratona di Mimmo Ricatti, dalla 100 km di Barletta Sportiva, per finire alle 717 mar/ultra di Angela Gargano.