Una manifestazione lunga tutto il week end, non solo delle gare di corsa per tutti i livelli. Alle 15.50 del sabato sono iniziate le competizioni giovanili e a seguire fino ad amatori e veterani per i campionati CSI, a partecipazione gratuita; in totale saranno quasi 900 gli atleti partecipanti. Alle 18.30 il clou del week end, quantomeno dal punto di vista tecnico: il 70° Giro al Sas ha visto confrontarsi campioni di altissimo livello, una gara ad invito per mantenere, come da tradizione, elevati standard prestativi. Una gara entusiasmante che credo resterà negli occhi dei molti che hanno avuto la possibilità di guardarla. Alla fine ha prevalso in volata Mande Abdallah , un ugandese che fino ad ora si era espresso molto bene in pista; stesso tempo ,28’47, assegnato allo sconfitto Tola Tamirat, bronzo olimpionico a Rio sui 10.000 metri. Terzo gradino del podio per Muktar Edris, già due volte vincitore di questa gara.

Edwin Soi (5 volte vincitore del Giro al Sas) si è accontentato di vincere il traguardo volante al km 5 (premio Memorial Fabio Giacomelli) , battendo in volata Yemaneberhan Crippa, che poi ha ceduto nel finale, sorpassato da Marouan Razine, risultato primo degli italiani in 29’45. Tra i tanti big presenti anche un “certo” Geoffrey Mutai, grande atleta, un palmares come pochi; ha chiuso al settimo posto (29’44).

La domenica mattina è stata la volta della mezza, oltre 1200 gli iscritti tra mezza individuale e a staffetta, 995 sono stati i classificati (38 le staffette). Un percorso rinnovato, che molti podisti hanno trovato un pochino più impegnativo rispetto a quello dell’edizione 2015. Non ho personalmente questo riferimento, pertanto posso valutare solo questo.

Certamente non è un piattone da pianura padana, è invece piuttosto tecnico; a mio avviso non sono tanto le salite, ad esempio al km 10 e al km 17, ad impegnare da un punto di vista muscolare, quanto le molte ondulazioni, seppure minime, che vanno interpretate al meglio. Sono i percorsi che “insegnano” a correre, ad acquisire la migliore sensibilità al ritmo, a gestire la propria fatica. La gara maschile è stata vinta da Chumo Victor nel tempo di 1:02:14 con quattro atleti sotto i 63 minuti. Al femminile Tanui Angela ha fatto gara a se chiudendo in 1:09:27. In entrambi i casi si è trattato di record della gara. I tempi dimostrano che si possono realizzare dei buoni crono, nonostante le caratteristiche del percorso, anche in campo amatoriale i tempi sono risultati buoni in diverse categorie, ecco alcuni esempi significativi: Massimiliano Bogdanich (SM50), 1:15:29; Urbano Ferrazzi (SM55), 1:21:22; Vic Shirley (SM70) 1:37:47; Adele Bonapace (SF 50), 1:33:27.

Nel complesso la gara mi è parsa proprio ben riuscita, anche a detta dei podisti con cui ho potuto parlare: deposito borse posizionato perfettamente ( appena dopo l’arrivo), una logistica efficace e funzionale, ristori complessivamente adeguati. Si può fare meglio? Certo, come sempre: qualche WC chimico in più alla partenza, qualche metro di fettuccia in più a delimitare i tagli (quindi i rischi di farsi male, per i runner e per i pedoni). Capitolo a parte merita la questione docce: erano previste molto comode e vicine nonostante si corresse in centro città (una rarità, se ci fate caso), purtroppo un disguido col gestore della palestra ha ridotto il numero di docce disponibili. L’organizzatore dal palco delle premiazioni si è più volte scusato per l’inconveniente e mi ha chiesto di riportare tali scuse anche su questo sito.

In definitiva: buona anche la seconda (ri)edizione della Trento Half Marathon, ex mezza maratona del Concilio