Diventerà la “Extreme” dell’Appennino settentrionale?

Parafrasando il nome della corsa, si potrebbe definire “ UltraK OLTRE Trail” la bella gara, organizzata dalla ASD+Quota sulle montagne dell’alto Appennino parmense, con partenza e arrivo in località Corniglio il 19 giugno.

In effetti, i 4200 mt D+ dichiarati sui 60 km del percorso potevano già dare un’idea dell’impegno che sarebbe stato necessario per giungere al traguardo; quello che forse ha costituito una sorpresa per molti (compreso chi scrive) è stata l’asprezza di lunghi tratti di percorso, con pendenze e terreni certamente più confacenti a una sky race che non a un trail. In un tratto di salita a quattro mani con passaggi da vera scalata mi sono imbattuto in un paio di chiodi da arrampicata per l’aggancio delle relative attrezzature di sicurezza, ovviamente non in nostro possesso. A tutto va aggiunto il maltempo che, con pioggia e vento teso,ha portato la temperatura, a quota 1850, intorno ai sei/sette gradi, con una percezione di temperatura intorno allo zero . Sono in parte da imputare a ciò i numerosi ritiri di atleti partiti forse un po’ troppo leggeri: come dice un noto organizzatore di trail appenninici, “non sottovalutare il lato oscuro degli Appennini”.

La pioggia caduta dalle 10 del mattino fino a pomeriggio inoltrato ha trasformato i sentieri in veri e propri ruscelli, e più volte mi sono chiesto se non avessi sbagliato strada,cosa peraltro quasi impossibile vista la tracciatura del percorso eseguita con “cura maniacale” come detto al briefing pregara, con abbondanza di bolli di vernice fluorescente su sassi e alberi; ovviamente i tratti non rocciosi erano coperti da notevoli strati di fango, che ha gratificato più o meno tutti i concorrenti di qualche scivolata.

Il clima infausto ha in parte annullato l’aspetto ”turistico” della gara, che ha toccato punti assai suggestivi come I Lagoni o, in sequenza, il Lago Santo e poi la vetta del monte Marmagna che - come già detto - era flagellata da pioggia vento, e per alcuni grandine, e ha tenuto impegnati i trailers più a guardare dove mettere i piedi che non ad ammirare il panorama.

Non molto alta la partecipazione: meno di una trentina gli atleti giunti al traguardo della gara lunga, su circa una sessantina che ho giudicato essere i partenti; ai quali vanno aggiunte tredici coppie di staffettisti e una novantina di finisher della 18 km. L’essere la prima edizione, e l’affollamento di gare contemporanee, non ha certo aiutato, ma questa di Corniglio ha le carte in regola per divenire un punto di riferimento come gara “ Extreme” dell’Appennino Emiliano.

NdD: Da qualche anno inserivo Corniglio tra le mie possibili mete di trailer, ma Corniglio sembrava scapparmi sempre: a parte le concomitanze con altre gare, quella che era una distanza di maratona veniva portata sempre più su, a 50, adesso a 60 grazie ai nuovi organizzatori, con un dislivello in proporzione più alto che all’UTMB e addirittura (a quanto leggiamo) difficoltà alpinistiche. Poi succede che la corda si spezza (metaforicamente; ma se c’era qualche incidente?), e si corre tra pochi intimi. Bravi quelli che l’hanno finita, ma gli organizzatori faranno bene a chiedersi perché gli altri non ci sono andati [Fabio Marri]