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Podisti.Net Emilia Romagna

CorriEmilia 2018: 4 Province riunite per 11 appuntamenti di livello

26 Dicembre, 2017 Comunicato stampa
Nato da un’idea di Giacomo Carpenito ed Alberto Cattini, che hanno trovato subito l’entusiastica adesioni di molti Amici Organizzatori, il CorriEmilia si presenta con la sua prima edizione, dopo un 2017 di prova ma che ha visto riconoscere la validità del…
sandonnino2017

San Donnino (MO) - 5^ San Donnino Ten 41° Campaz Mudnes

18 Dicembre, 2017 Stefano Morselli Fabio Marri - Redazione Podisti.Net
SERVIZIO FOTOGRAFICO - CLASSIFICA GENERALE - Successo partecipativo per la "San Donnino Ten" con ben 305 atleti classificati nella competitiva, e vittorie per Mohamed Moro e Francesca Cocchi che bissa il successo 2016.La manifestazione, che nel suo complesso…

Castel Maggiore (BO) – 17^ Mezza maratona del Progresso

17 Dicembre, 2017 Ufficio stampa Evento
Abdelhamid Ez Zahidy, diciannovenne dell’Atletica Blizzard, allenato da Antonio Donato, è il vincitore della 17^ edizione della “Mezza maratona del Progresso”, gara di corsa su strada di 21 chilometri e 97 metri. Atleta di origini marocchine, studente…
Bologna City Night Trail Foto Marri Spina

Bologna - 1° Bologna City Night Trail

04 Dicembre, 2017 Fabio Marri - Direttore Podisti:Net
Comincio dalla fine, e da una delle cose che mi sono piaciute di più: le docce, ampie e caldissime (nei trail, e anche in certe corse più ‘togate’, non capita sempre). È stata però l’unica cosa totalmente positiva del finale di questa gara: su tutto il resto…
sandonnino2016 morselli

San Donnino (MO): il 17 dicembre la Christmas Run

03 Dicembre, 2017 Stefano Morselli
Gallery fotografica 2016 - Siamo alla presentazione della Christmas Run Modenese (quella originale) in programma domenica 17 dicembre a S. Donnino, ultima frazione a Sud di Modena a 1500 metri dall’uscita del casello di Modena Sud. Quest’anno, come ormai da…
arceto2017

Arceto (Re) - XXXI^ Caurse di Fasue

03 Dicembre, 2017 Stefano Morselli - Redazione Podisti.Net
SERVIZIO FOTOGRAFICO - Si è corsa questa mattina ad Arceto in provincia di Reggio Emilia la XXI^ edizione della Caurse di Fasue, evento podistica non competitivo sulle distanze di 5 e 11 km per gli adulti, e competitivo per le categorie giovanili.Buona…

gualtieri2017 morselli
SERVIZIO FOTOGRAFICO - CLASSIFICA GENERALE
Sul sito della società Gualtieri 2000, organizzatrice dell’evento, sta ancora la classifica dell’ultima 21 km disputata per Pasquetta, nel 2010: 205 arrivati, dieci africani (più o meno naturalizzati) nei primi dieci posti, primo italiano Emanuele Zenucchi, 11°, poco avanti a Mohamed Hajjy che fa tuttora incetta di gare a basso coefficiente di difficoltà. Tra le donne, una Giovanna Ricotta e una Sonia Lopes, che mica vinsero!

E pensare che qualcuno dei presenti oggi non si immaginava nemmeno cosa succedesse, almeno dagli anni Novanta, quando dopo la non competitiva del mattino ci mettevamo a tavola, nel mezzo della piazza Bentivoglio (un quadrato, dice la lapide, di cento metri esatti di lato: strano che quando la costruirono, i metri non esistessero ancora!), e alle 13 partiva la 10 km femminile, alle 14,30 la 21 km su 3 giri in circuito.

Allora giravano più soldi, di sicuro. La novità di quest’anno è stata di allestire, oltre alle non competitive di 5 e 10 km (direi, abbastanza partecipate, anche dalle scuole), una gara definita pomposamente “trail competitivo”: definizione che scandalizzerebbe le vestali del trail, secondo cui dicesi trail laddove perlomeno si è a rischio di cadere in un burrone, ma che – insomma – va di moda, ed è stata usata due mesi fa a Carpi per una campestre serale con dislivello complessivo di 33 metri su 23 km.

Attenzione però che chiamare trail una corsa è un’arma a doppio taglio: può attirare gli affezionati del settore, ma in casi come questo non tanto, appunto perché non ci sono burroni o discese ardite o mulattiere sassose; e però può scoraggiare le giraffine dal collo corto, gli stradisti che vanno volentieri, qualche volta, a correre sullo sterrato, ma che di fronte al nome “trail” (o “trial”, che per molti è la stessa cosa), e ai 12/15 euro da pagare di iscrizione, decidono di restarsene sugli asfalti. Il risultato sono stati i 133 iscritti al trail di oggi (con cinque o sei fotografi a ritrarli!), dunque ancor meno dei 205 competitivi a Gualtieri di 7 anni fa.

Ero tornato volentieri da queste parti, dopo tanti anni, ritrovando le atmosfere non solo di Laccabue/Ligabue, che qui passava i suoi giorni quando non era in manicomio, ma anche di Guareschi (Brescello è a due passi; la stazioncina di Gualtieri è quella dove la banda comunale salutava don Camillo in partenza, o dove Peppone, appena partito per Roma, si pentiva e scendeva dal treno per tornare a Brescello su una bici prestatagli dal reverendo); gli stradoni alberati che portavano ai ponti di barche, i capanni di legno dove un tempo si ballava e si beveva in amicizia, poi magari sotto le frasche si concepivano i figli, inaspettati eppure accettati previo rapido matrimonio riparatore; e la sabbia fine del Po su cui prendevamo il sole dopo il bagno (fatto nel ’74, e mai più; adesso purtroppo il bagno in Po lo fanno solo gli extracomunitari, e una è annegata pure oggi a Boretto).

Oltre all’atmosfera, c’era qualche compagno di gare antiche (qualcuno non corre più, qualche altro fa la non competitiva, Nerino e Morselli fanno le foto), coi quali poi condividere il terzo tempo nel rituale pranzo in piazza, 15 euro per un pasto completo, 7 o 10 per razioni minori (buonissimi i tortelloni e il maiale alla piastra); e vai a discutere di dopati, se sono il 50 o il 100 o lo 0,1%, e quella volta Conconi mi disse che a Saint Moritz…, e il ricambio del sangue, e poi Barbi che passò da 2.40 a 2.10 e Calcaterra si rifiutò di andare sul podio con lui, e Accorsi nel suo romanzo ha dipinto chiaramente un collega che si bombava, e poi quella tale che quando la Fidal istituì i controlli è sparita, e poi quello che dopo le gare rifà il giro del tracciato a recuperare le sue bibite speciali, e Italo che non ha pubblicato le foto delle pastiglie lasciate a terra alla partenza di una maratona qui vicino, che anche i piccioni le schifavano, e noi che quando dopiamo i cavalli loro non sudano, esattamente come faceva quel tipo quando arrivava al traguardo di una 100 km…

Insomma, direbbero i Nomadi dalla vicina Novellara, si discute delle rivoluzioni mai vissute, e di carriere morte nel bicchiere… E anche della corsa, ovviamente, che si presentava come una sorta di riedizione dell’estinta Caminada cun i amigh dla Tajada, lasciando ancora nell’aria il profumo della polenta arrostita col lardo sopra. Tout passe, tout casse, tout lasse, tout se remplace.

Partenza con un quarto d’ora di ritardo, con la scusa fantasmagorica di una fiera-mercato che occupava le strade (i caradoni del Po?), così faccio in tempo a cambiarmi le scarpe: pensavo di usare quelle normali da strada ma qualcuna mi avverte di spiagge fangose e corde con cui tirarsi su, allora mi convinco in extremis alle scarpe da trail.

Precauzione del tutto immotivata: i primi 7-8 km riprendono il modello di Tagliata e di altre corse reggiane sul Po, col vantaggio che il clima è più gradevole (circa 15 gradi): argini, arginelli, pioppeti, malghetti in via di crescenza, un ristoro di sola acqua al km 6, qualche tratto di avant-indré con richiami lanciati dall’una all’altra parte della contesa. Segnatura più che sufficiente, sbandieratori (senza bandiere, ma efficaci) nei punti in cui eravamo tentati di adagiarci sull’asfalto e invece c’era da scendere tra le zolle. Poi comincia il tratto più trail (quelli di Roccamalatina mi scuseranno per l’accostamento improprio) , una discesa fino in riva al fiume, affondando in una sabbia finissima; una risalita di tre metri con la mitica corda annodata, poi un paio di km su una pista sabbiosa, infine su e giù per l’argine, con fondo abbastanza sconnesso; tutto esercizio, come dicono i tecnici, di sensibilità propriocettiva.

Secondo ristoro, più fornito, al km 14: Paolo Manelli, glorioso fondatore della maratona di Reggio, e ostinato frequentatore del Monte Bianco, mi accuserà di non essermi fermato al ristoro pur di non farmi raggiungere da lui. Posso replicare con una frase di Tommaso Minerva su un Podisti.net di quindici e passa anni fa (cito a memoria): “Fabio Marri è l’unico podista che non rallenta ai ristori, ma accelera nel mentre commenta la qualità del tè”.

I campanili delle chiese sotto l’argine scandiscono le ore, mentre noi ci presentiamo di nuovo alla piazza Bentivoglio, dopo 17,300 km e ben 39 metri di dislivello, più o meno mentre stanno premiando i maschi (per le donne bisogna aspettare che arrivino, e siccome ne premiano 15, mi sa che vadano quasi tutte a premio). Sento fare anche il nome di Gelosini, uno che stava pure nella classifica della 21 del 2010.

Docce a duecento metri e tendenti al freschino (per fortuna che eravamo solo 133, di cui la metà non fa la doccia); pacco gara ricco, salvo la bottiglia di vino che spetta solo ai non competitivi, oppure è in vendita a 2 euro (ma al pranzo, un bicchiere di quello stesso vino costa 1 €).

Denominazione discutibile, insomma, ma esperienza positiva per chi l’ha corsa. Per chi l’ha organizzata, si capirà l’anno prossimo.

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