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Ancora una volta, nel dopo gara della bellissima e impegnativa Mezza Maratona dei Trabucchi a Vieste, mi è stata posta la domanda: “Ma come fai a correre senza cronometro e mantenere un ritmo di corsa costante?” (in effetti, solo 1” di differenza della media tempo/km fra il rilevamento all’11° e quello al 21° km).
Questa la risposta: devo tanto a quando (circa 25 anni fa) ho cominciato, anche nella corsa, ad applicare le pratiche apprese nella mia esperienza di psicologo clinico. Presenza mentale, autoconsapevolezza nel qui e ora, grounding, corsa zen…. tanti sono i termini che si possono usare, ma oggi in Psicologia dello Sport il termine condiviso si chiama “flow” e si utilizza in tutte le discipline sportive. Molti runners d’esperienza, più o meno inconsapevolmente già praticano parzialmente questo tipo di corsa, ma tantissimi ancora no; un indicatore utile può essere il tempo medio a km misurato nella suddetta gara; i rilevamenti all’11° e al 21° km in molti atleti differiscono sensibilmente, nonostante quasi tutti potessero avvalersi del proprio cronometro; anzi, inseguire troppo il cronometro può addirittura compromettere la prestazione stessa.
In pratica il flow ci permette di sincronizzare completamente mente e corpo, permettendoci di utilizzare al meglio le nostre risorse psicofisiche, tanto da rendere superfluo avere con sé un cronometro. Tutti, attraverso una adeguata preparazione psicofisica e con la supervisione dello Psicologo dello Sport, possono imparare questo modo di correre, che, specialmente nelle medie e lunghe distanze, si rileva determinante per migliorare non solo la prestazione ma anche il piacere di correre.