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“Vietato correre per strada”, è il divieto espresso sostanzialmente da un specifico cartello che recita: “Ai pedoni è vietato occupare la carreggiata per attività sportive e allenamento". Il tutto lungo Viale Zavaritt nel quartiere Baio di Gorle, in provincia di Bergamo.
Cartello che aggiunge che i runner che non rispetteranno tale divieto saranno sanzionati secondo l’articolo 190 del Codice della Strada che dichiara: “…i pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione”.
E, come riportato dalla stampa locale e nazionale, è così nata la polemica tra il Sindaco, Giovanni Testa, che vuol garantire la “sicurezza stradale e l’incolumità”, invitando gli sportivi a correre sui marciapiedi e nel vicino parco, e i runner locali che lamentano come i marciapiedi siano sconnessi e più pericolosi della strada, mentre il parco sia scarsamente illuminato di sera e mattino presto, oltre che frequentato da persone poco raccomandabili, aggiungendo che mentre: “In tutta Italia vengono introdotte piste ciclabili o pedonali per incoraggiare la pratica sportiva, qui, sembra assurdo, ma avviene il contrario".
E così la richiesta al sindaco di creare una pista dedicata esclusivamente ai podisti togliendo una striscia di parcheggi o creando una zona a traffico limitato con cartelli specifici che indichino la presenza di runner.
Significative le parole di Alessandra Segnini, “portavoce” della protesta: "Corriamo in una che è un anello sul cui marciapiede si affacciano cancelli ogni pochi metri, con tanto di passi carrabili. Di mattina, escono le auto in retromarcia in continuazione. Il marciapiede inoltre è completamente piantumato, e bisogna stare attenti per evitare di inciampare nelle radici degli alberi. O teniamo d'occhio quelle o le auto in uscita dai cancelli. Insomma, è molto più pericoloso correre lì che sulla strada, all'interno delle strisce bianche dei parcheggi, dove non c'è praticamente mai nessuno. Al parco invece c'è il problema della scarsa illuminazione, senza contare che si sono già verificati episodi di esibizionismo. Nessuno può obbligarmi a correre in un luogo in cui non mi sento sicura”.
Di contro le parole del Sindaco: “L’articolo 190 vieta ai pedoni di circolare sulla sede stradale ove transitano i veicoli: tale obbligo discende dalla legge, e tutti sono tenuti a rispettarlo. Chi non lo rispetta verrà sanzionato. Peraltro, tale obbligo va a tutelare primariamente proprio i pedoni che, camminando o correndo sulla strada, mettono a rischio le loro vite. Inoltre, i marciapiedi sono percorribili dai pedoni senza alcun problema particolare. A pochi metri vi è un bellissimo parco circondato da un percorso dedicato ai pedoni lungo oltre 800 metri, perfetto per chiunque voglia dedicarsi alla corsa. In tono scherzoso invito tutti coloro che lo desiderano a contattarmi, per organizzare una “corsa” insieme lungo i bellissimi vialetti interni del parco del Baio. In tal modo, sarà possibile ammirare meglio e più da vicino la bellezza del nostro verde pubblico: tale bellezza toglierà il fiato a chi lo spreca non per fare sport, ma tanto per il gusto di parlare”.
Il dibattito è intanto sfociato sui social network…
Personalmente, anche per esperienza diretta, penso che sia impossibile per un runner “serio” che corre per tanti chilometri, dato lo stato dei marciapiedi di ogni luogo, non correre ai margini della carreggiata. Il codice della strada già c’era, il cartello può anche starci, basta non inasprire i rapporti con la minaccia di multe ai runners.