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Il primo giudice del tribunale di Kibera, Bernard Ochoi, ha respinto ieri (lunedì 18) la richiesta di Federico Rosa di riavere i documenti per l’espatrio. Rosa, appoggiato anche dai suoi atleti riuniti presso il quartier generale Athletics Kenya a Nairobi, chiedeva di poter presenziare alla IAAF Diamond League di venerdì a Monaco, poi a Londra e infine alle Olimpiadi di Rio. Ma la Corte ha sentenziato che l'imputato non è riuscito a produrre documenti atti a mostrare che gestisce gli atleti impegnati nelle gare di cui sopra, aggiungendo che non c'è nessuna prova che egli sia stato invitato per i giochi olimpici. Di conseguenza ha trattenuto il passaporto, stabilendo anche una cauzione di 500 mila scellini kenioti (circa 4500 euro), più due ulteriori fideiussioni di importo analogo, per il rilascio del manager.
Rosa ha respinto gli addebiti, legati in particolare al doping di Elijah Kiprono e Rita Jeptoo. Il caso, che in separata sede coinvolge pure l’allenatore Claudio Berardelli, sarà discusso l'8 agosto, sulla base della nuova legge anti-doping modificata il mese scorso in tutta fretta, per scongiurare l’esclusione dei kenioti dalle olimpiadi in Brasile.
Nel silenzio della IAAF sulla questione, la Federazione atletica keniana ha invece lamentato di non essere stata informata dalla magistratura del procedimento in corso contro Gabriele e Federico Rosa, di cui conferma l’accreditamento dagli anni Novanta presso la Federazione stessa, allo scopo di inserire gli atleti keniani nelle competizioni internazionali e di negoziarne i contratti con organizzatori e sponsor, ed i meriti nell’organizzazione di eventi sportivi in Kenia. Mercy Cherono, medaglia d’argento ai mondiali del 2013 sui 5000 metri, ha dichiarato di non essere riuscita ad allenarsi negli ultimi tre giorni, perché impegnata a seguire la vicenda di Rosa.
La causa contro Berardelli (lui pure libero dietro pagamento di cauzione di 200 mila scellini, 1800 euro) e altri medici del St. Luke’s Hospital e del Trauma Centre di Eldoret coinvolti nelle accuse (Samson Kiprotich Talei, Ken Kipchumba Limo, Stephen Tanui, James Mwangi) sarà invece discussa il 2 agosto.
Anche in favore di Berardelli si è levata la voce degli atleti della sua scuderia, come Cyprian Kotut (vincitore della maratona di Parigi), Eunice Sum e Janeth Jepkosgei, che oltretutto temono che sia messa in forse la loro partecipazione olimpica. La Sum (campione mondiale degli 800 a Mosca 2013) ha dichiarato: “Da quando Berardelli è sotto accusa, ci sentiamo sconvolti psicologicamente e negli allenamenti stessi. Berardelli è una persona speciale, nessuno come lui è capace di ottenere il meglio da noi. Tutto ciò potrebbe influenzare notevolmente il numero di medaglie keniane alle Olimpiadi: lui è la nostra guida, ed è molto difficile lavorare senza di lui".
Anche Dickson Chumba, vincitore della maratona di Chicago, ha detto: “"Hanno arrestato Claudio e Federico e non sappiamo che cosa sta accadendo. La notte non riusciamo più a dormire, non succede niente, e niente è più come prima”.
Ricaviamo queste notizie direttamente da fonti keniane, in particolare dalle corrispondenze di Walter Dzuya per “Citizen Digital”, e le offriamo in anteprima ai lettori di “Podisti.net” a ridosso del diciassettesimo compleanno della testata. (19 luglio, ore 22).