Sempre in cerca di novità podistiche, abbiamo deciso di festeggiare il Lunedì dell’Angelo a Cervesina, in the middle of nowhere, come gli anglosassoni definiscono una località un poco fuori mano. Ma qui, in questa cittadina pavese, qualcosa è sorto e più precisamente stiamo parlando del circuito Tazio Nuvolari, un bell’impianto dedicato ai motori ma che oggi si è concesso all’atletica leggera, come ricordato dal primo cittadino, presente all’evento.

Tazio Nuvolari lo conoscono tutti, o almeno dovrebbero sapere che nel caso del pilota mantovano l’aggettivo leggendario, di cui si fa spesso abuso, calza alla perfezione. Come definire diversamente arrivi al traguardo pilotando con una chiave inglese in quanto il volante si era rotto, oppure i sorpassi a fari spenti nella notte, o quella volta che si fece ingessare accucciato in posizione di guida per disputare una gara motociclistica, in quanto Nuvolari è stato un campione sia sulle due che sulle quattro ruote. Anche se l’aspetto più incredibile dell’uomo che inventò la curva in derapata controllata è il fatto che sia morto nel suo letto e non in gara.

Ma torniamo alla manifestazione che era all’edizione numero uno ed anche un po’ alla numero zero, sebbene salvo per un aspetto, non possiamo che promuoverla a pieni voti, a partire da una bella maglietta con l’accattivante logo della manifestazione. Oltre duecento i partecipanti, incuranti di una pioggia fastidiosa che democraticamente non ha dato tregua né ai 155 competitivi giunti al traguardo e nemmeno ai concorrenti della mini Speed Run, impegnati su un solo giro.

In campo maschile l’ha fatta da padrone Tommaso Vaccina (Cambiaso GE) che ha chiuso i nominali 10 km in 32’08”. Ben più combattuta la lotta per la piazza d’onore tra Sejdani Mahadi Amen (Valtrompia) che ha chiuso in 32’55” ad un solo secondo da Davide Lupo Stanghellini (Fanfulla). Distanziati i tre arrivi tra le signore che hanno visto al primo posto Karin Angotti (Ilpra) in 38’30”. La recente vincitrice della Scarpa d’Oro ha superato Chiara Quartesan (Valbossa) 41’02” e Monia Marchetti (Atl Pavese) 41’50”.

Tempi che forse possono sembrare un po’ alti sui 10 km, visti gli atleti in gara, a partire dal campione mondiale di corsa in montagna, a ulteriore conferma di quanto testimoniato da moltissimi partecipanti che abbiamo contattato nel dopo gara. Per tutti la lunghezza era ben oltre i 10000 metri, con valutazioni oscillanti tra il nostro prudenziale 10,2 fino a quasi 10,5 km. Va bene che per l’omologazione è necessario avere qualche margine oltre la distanza nominale, ma se si allunga troppo, sarà ben difficile riuscire ad ottenere quel tempo personale o i minimi reclamizzati anche sul sito Facebook. In effetti essendo il circuito automobilistico pari a 2804 metri, alla curva 3 ed alla 6 erano state predisposte delle passerelle per ridurre il giro a 2500 metri da ripetere 4 volte, ma questi tagli non erano sufficienti. Poiché immaginiamo già le possibili reazioni, ci teniamo a sottolineare che il nostro GPS non segnala in abbondanza. Caso vuole che in una gara recente (su percorso omologato ma poi modificato…) abbiamo riscontrato l’esatto contrario (quindi allora sembrava che riportasse la distanza per difetto). E peccato che sabato scorso, avendo corso il miglio in pista, dove non si può sbagliare, lo stesso aggeggio abbia segnato precisamente 1610 metri… Quindi forse le nostre indicazioni non sono così sbagliate.

Ciò detto, siamo comunque contenti di essere venuti a testare il nostro stato di forma (eufemismo) in questa gara, a cui auguriamo che le prossime edizioni attirino un numero sempre più crescente di partecipanti. Magari dimenticandosi d’invitare la pioggia.

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