In una domenica di scarse proposte podistiche lombarde per chi cercava un allenamento lungo, nella prospettiva di una maratona autunno-inverno, spicca questa Stravimercate, formalmente una non competitiva, o tapasciata, come si usa dire da queste parti.

Organizzazione a cura della Polisportiva DiPo Vimercate, una delle società sportive più longeve, infatti la sua fondazione risale al 1945. Giusto anche rimarcare l’accento su Polisportiva, dato che all’interno di questa si pratica atletica, pallavolo, basket, calcio, solo per citare gli sport principali.

Ma ogni seconda domenica di ottobre è la volta della corsa, o anche camminata, lungo i numerosi percorsi predisposti dall’organizzazione: 6, 12,17,22 e 30 chilometri. Per quanto si trovi al limite delle colline brianzole si corre sempre in pianura, sia pure con diverse ondulazioni, mai impegnative; semmai la tortuosità del tracciato ed il continuo cambio di terreno può rendere un po' più faticosa la corsa, tuttavia, a mio avviso, è proprio questa caratteristica che rende varia e mai monotona la corsa in questi contesti. A rendere più piacevole il tutto è l’attraversamento di parchi e cascine, spettacolare il passaggio nella Cascina Lodovica, ma anche quello all’interno e a lato di numerosi boschi.

Un primo tratto del percorso piuttosto affollato rende più complicato l’avanzamento di chi correva, ma dura davvero poco, per il resto nessun problema, strade ampie e sentieri ben battuti e mai difficili; indicazioni chiare e incroci ben presidiati, sono 6 i ristori per chi ha scelto “la lunga” di 30 chilometri. Se proprio vogliamo, all’ingresso di Bellusco, intorno al km 24, le indicazioni non erano particolarmente visibili, ma bisogna anche considerare che dopo due ore, due ore e mezza che corri la lucidità viene meno……

Bene i ristori lungo il percorso e all’arrivo, mi pare non mancasse proprio nulla. Possibilità anche di doccia, cosa tutto sommato poco frequente.

Alla fine l’organizzazione riferisce di 2000 partecipanti; aggiungo che il costo di partecipazione era di 5 euro (2,5 senza riconoscimento), apprezzabile, visto che diverse tapasciate brianzole ormai hanno virato decisamente verso 6 e anche 7 euro e non sempre si capisce la ragione.

Infine, ma è un elemento sul quale riflettere; il regolamento nel volantino diceva chiaramente che per correre 22 o 30 chilometri era necessario essere in possesso del certificato medico agonistico, in base alla cosiddetta legge Balduzzi, che prevede…….  il certificato di idoneità alla pratica di attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare….. identificando il limite di “elevato impegno cardiovascolare” nella distanza di 20 chilometri.

Ora, si può discutere all’infinito sulla utilità e la sensatezza di questa legge (siamo sicuri che 21 chilometri passeggiando siano più pericolosi di un diecimila fatto a tutta?), di certo in un paese dove le regole si fanno, nessuno le rispetta, né ci si preoccupa di farle rispettare, è apprezzabile la correttezza dell’organizzatore che, sia pure non attuando particolari meccanismi di controllo (e come si potrebbe fare, in una tapasciata?) avvisa i partecipanti di questa disposizione. Riferisco questo particolare perché è la prima volta che noto questa indicazione in una non competitiva.

In realtà, a mio giudizio, è un fatto di cultura, credo che qualunque persona che pratica attività sportiva, che non sia la passeggiata col proprio cane, non dovrebbe avere dubbi sulla necessità di tenersi controllato.

Comunque, per togliere ogni dubbio sul fatto si tratti di una legge a protezione degli sportivi, e non per il business di qualcuno, insieme alla legge il sig. Balduzzi poteva anche proporre un prezzo speciale per le visite agonistiche……