Le scarpe nelle pozzanghere, la pioggia battente e lo stare all’aperto, correre in continuazione senza stancarsi mai, sfoggiare sorrisi e stare in compagnia. Parla dei bambini, starete pensando! Ed è proprio così perché essere runner è anche un modesto tentativo di non fare i conti con l’anagrafe. Infatti, si tratta di una formula matematica: dividi la lunghezza del percorso per il tempo che ci impieghi e ottieni l’età reale! Magia? No, provare per credere! Basta un paio di scarpette una gamba dopo l’altra e una direzione che inventi ad ogni incrocio e vedrai l’età calare man mano che passa il tempo.
Stamattina abbiamo corso su varie distanze la “Mezza di Monza” e il meteo avverso l’ha fatta da padrone; ha complicato un po’ di cose alla logistica, in particolare alla viabilità per accedere al parco già critica con il bel tempo, e sul percorso dove abbiamo dovuto affrontare una bella scalinata in acciaio bagnato e scivoloso per evitare un sottopasso allagato.
Abbiamo corso nell’immenso parco di Monza, quindi mai riparati dalla pioggia copiosa, dove, anzi, gli alberi rigogliosi facevano si che le gocce d’acqua assumessero dimensioni maggiori prima di infrangersi contro.
Ma tutto questo ci ha spaventati? Ci ha scoraggiati? Ci ha fatto desistere? Ovviamente no!
E subito dopo il lungo rettilineo della pista di Monza, dove, anche noi  e non solo le monoposto di F1, abbiamo tagliato il traguardo, il pensiero di tutti è stato: ”ma quanto mi sono divertito a correre stamattina!”