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Sabato 9 Settembre Dalmine è stata la capitale dei 10 chilometri su strada. Il collega Venditti ha già trattato il capitolo relativo ai titoli assoluti ed elencato i nuovi campioni nazionali di tutte le categorie, quindi oggi ci concentreremo sui master e sull’organizzazione dell’evento.

Da questo punto di vista non ci sono dubbi. I Runners Bergamo hanno fatto centro, con un'organizzazione degna di una manifestazione che assegnava dei titoli Italiani. Non si è trattata della solita gara adattata alla bell’e meglio, come purtroppo ci è già capitato più volte di assistere in passato, ma di un evento studiato ad hoc. A partire dal nome, Diecimila Tricolori, con un simpatico logo che poi ha fatto bella mostra di se su pettorali, magliette tecniche e medaglie. Questi ultimi due sono stati dei regali molto graditi, specialmente tenendo presente che eravamo in occasione di una competizione titolata. Non a caso sui vari social network moltissimi atleti li hanno fotografati e orgogliosamente postati.

Percorso su tre giri, con poco spazio ai panorami e tutto concentrato sull’agonismo. Tracciato che nel finale prevedeva un leggero falsopiano. Striscioni di partenza ed arrivo situati in posizioni separate, ma non troppo distanti, per favorire la successione delle manches. Se proprio si volesse trovare qualche pista di miglioramento, sarebbe stato più opportuno allungare il rettilineo di partenza perché la prima curva a destra si è dimostrata abbastanza problematica. Idem per quanto riguarda il numero di batterie. Una in più non sarebbe stata male, visto il successo anche a livello di presenze, ben oltre quota duemila.

Ottimi invece i pettorali indicanti la categoria. Oltre ai classici pettorali “frontali”, venivano distribuiti dei dorsali che segnalavano la categoria di appartenenza, molto utili nelle fasi finali della gara per gareggiare fino all’ultimo metro per una migliore classifica di categoria. Merce rara, vista solo agli italiani a Bogaretto (TO). Confortevoli gli spogliatoi con docce del centro universitario.

Commentando brevemente i risultati tecnici nei master, la contemporaneità con gli assoluti ha fatto in modo che i titoli nelle categorie più giovani siano stati appannaggio di atleti di vertice, che raramente partecipano a queste gare. Così ad esempio Fatna Maraoui che ha vinto la manche in 33’10”, si è ritrovata essere anche campionessa MF40, oltre che assoluta. Il risultato di tutto ciò è stato un livello tecnico di eccellenza anche per gli over 35 e 40. Poi ci sarebbe da discutere sul fatto che degli atleti compresi da 35 a 39 anni siano già da considerarsi master, ma questo sarà un tema che toccheremo un’altra volta. A salire nelle classi di età cosa dire di un Valerio Brignone, un evergreen che trionfa negli over 50 in poco più di 33 minuti? Oppure del fatto che per trovare dei tempi sopra i 40 minuti sia necessario arrivare agli SM70, con Michele Colace in 41’31”?

Stesso discordo per le donne: bravissime tutte, ma lasciateci segnalare il 36 minuti netti di Claudia Gelsomino nelle SF45, anche se qui ci risulta difficile parlare di atleta master, oppure della fresca campionessa iridata di corsa in montagna Annamaria Galbani, campione SF65 in 47’37”. Bravissima, ma chapeau a tutti quanti e non ci riferiamo solo ai campioni, ma anche ai partecipanti.

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