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Sono passati due anni dall’introduzione sul mercato di questo modello di indubbio successo, di casa Brooks, ora giunto alla terza edizione sostanzialmente con poche modifiche, perlomeno quelle facilmente percepibili da chi corre.
Già, perché da una parte i produttori devo mostrare innovazione quasi a tutti i costi, dall’altra devono andarci piano con i cambiamenti quando la precedente versione ha riscontrato la soddisfazione di tanti runner.
Lo spot di lancio del prodotto a suo tempo (correre tra le nuvole, Transcend, trascendere) resta quindi quanto mai azzeccato, questo è ciò che si sperimenta correndo con queste scarpe.
Poche le modifiche, ad esempio una diversa tassellatura che favorisce la tenuta su fondi irregolari. Più significativa, secondo Brooks, la diversa conchiglia del Guide Rails, ora composta non più da strati ma da un unico materiale iniettato nell’intersuola; evitare incollature tra diversi strati significa prevenire nel tempo la maggiore rigidità dovuta alla colla utilizzata per saldare i materiali tra loro.
Per il resto si vedono confermate tutte le precedenti doti: una scarpa che fa dell’ammortizzamento il suo principale cavallo di battaglia, caratteristica che, unitamente alla comodità della calzata e il confort nella corsa, fa la felicità della maggior parte dei runner; al contrario potrebbe risultare più indigesta a chi corre a ritmi elevati ( ad esempio sotto i 4’/km) che peraltro rappresentano una bassa percentuale di runner, in ogni caso anche questi potrebbero utilizzarla nelle sedute di scarico e defaticamento, di norma corse a ritmi lenti, o relativamente lenti.
“La scarpa che si adatta al passo di chi corre”, altro spot caro a Brooks ed effettivamente riscontrabile utilizzando le Transcend; la ragione principale, ma non l’unica, risiede nella presenza di un particolare supporto, chiamato Guide Rails, che agisce come una sorta di binario posizionato tra tomaia ed intersuola che “guida” e sostiene il piede riducendo le possibili anomalie in tutte le fasi dell’appoggio.
La parte vera e proprio relativa all’ammortizzamento (quindi la protezione) resta un altro punto fondamentale di queste scarpe: Brooks descrive un intersuola Super DNA e una Ideal Pressure Zone, termini tecnici che possono essere chiari sino ad un certo punto, ma la sostanza è che prima il piede viene “invitato” al primo contatto col terreno tramite un tacco arrotondato di proposito, successivamente vi è una dispersione delle forze , cosa che si percepisce nettamente attraverso la morbidezza dell’appoggio ( che qualcuno potrebbe ritenere anche eccessiva).
Qualche nota sulla classificazione, ancora tanto richiesta dai runner ma ormai sempre più superata e difficilmente definibile, a causa dei nuovi materiali impiegati per la costruzione delle scarpe. Secondo i vecchi parametri il peso farebbe supporre una scarpa a cavallo tra una A3 ed una A4, ma osservando la struttura complessiva e basandoci sui dati forniti dal produttore si può concludere che la scarpa privilegi il massimo ammortizzamento ma sia idonea anche per runner con lieve o modesta tendenza a pronare in modo eccessivo.
Infine, ma forse è la cosa più importante da evidenziare : il tester che ha provato le Transcend pesa kg 71, corre 3 volte alla settimana ad un ritmo massimo di 4’20/km sui 10 K e 4’40/km sulla mezza. Ha un appoggio sostanzialmente neutro e le sue sedute si svolgono prevalentemente su asfalto.
Lo abbiamo scritto altre volte e continuiamo a ripeterlo, ogni piede (ogni runner) ha la sua scarpa e viceversa, con l’ampia scelta ed offerta sul mercato che tutti i produttori propongono è facile confondersi ma è altrettanto facile trovare il modello che fa per voi, idoneo alle vostre specifiche caratteristiche di runner. Fidatevi del vostro negozio di running specializzato, inoltre portate con voi le scarpe usate, sono la vostra carta d’identità di runner, agli occhi esperti diranno molto su come indirizzarvi.
Per ultimo, ma non meno importante: la struttura della scarpa fa pensare ad una durata ragionevolmente superiore alla media normalmente suggerita (600-700 km), questo lo avevamo già sperimentato con la prima Transcend (a 800 km non mostrava alcun segno di cedimento) e pare proprio ampiamente confermato nella versione 3. Notizia che renderà felici i runner, magari un po’ meno i negozianti, d’altra parte i clienti si conquistano e fidelizzano anche in questo modo.