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Questa volta torniamo molto indietro nel tempo, torniamo al 10 aprile 1896 ovvero quando fu disputata la maratona della prima Olimpiade dell’era moderna, quella che si disputò ad Atene e che ricopriva lo stesso percorso dell’impresa di Filippide nel 490 a.C. Naturalmente, si trattava della gara più attesa di questi Giochi e a vincerla fu un greco, Spyridon o Spiros Louis, personaggio in qualche modo avvolto nella leggenda e che alcuni dicevano fosse un pastore, altri un portatore d’acqua, altri ancora un militare.
Spiros era sicuramente un giovane molto dotato e atletico, ma non era l’uomo ‘di punta’ tra i greci che assolutamente volevano vincere la maratona. Il super-favorito era Harilaos Vassilakos, ma Louis riuscì a sbaragliare tutti gli avversari, per lo più suoi connazionali, ma anche un ungherese, un francese, un australiano e uno statunitense. I resoconti, in qualche caso un po’ romanzati, parlano di atleti che, non abituati a questa ‘nuova’ distanza, via via, lungo il percorso, si fermavano sfiniti, mentre Spiros, pare, avesse avuto anche il tempo di fermarsi in una locanda a bersi un buon bicchier di vino…
L’unico a resistere era l’australiano Edwin Teddy Flack, che a 5 chilometri dal traguardo fu raggiunto e superato dall’atleta greco, che entrò in uno stadio che lo accolse con un boato e dove addirittura i due principi, Costantino e Giorgio, entrarono in pista per scortarlo fino al traguardo. Alle sue spalle altri due atleti greci, il favorito Vassilakose un tale Belokas, che però fu squalificato perché parte del percorso l’aveva fatto a bordo di un carretto….
Spiros Louis divenne un eroe nazionale e re Giorgio I di Grecia gli disse che poteva chiedere quello che voleva. Al ‘povero’ Spiros la prima cosa che venne in mente fu un carro e un asino per poter trasportare più comodamente l’acqua per le vie di Atene. Così fu e l’eroe della maratona tornò a casa, nel sobborgo di Maroussi, dopo quella giornata indimenticabile, seduto sul suo nuovo carretto, il premio per l’uomo capace di vincere la prima maratona delle Olimpiadi.
Come ogni storia legata a questi leggendari campioni, si narra che un barbiere, così felice per il trionfo di Louis, si offrì di radergli la barba per tutta la vita, così come il proprietario di una locanda gli propose il pasto gratis per dieci anni. L’atleta dopo aver fatto il portatore d’acqua per altri anni, si mise a coltivare la terra fino a diventare poliziotto. Di gare non ne fece più e, già anziano, riapparse nel 1936 a Berlino, chiamato a far parte della delegazione greca alle Olimpiadi tedesche.
Quattro anni dopo questa sua ultima apparizione ufficiale, Spiros Louis morì, era il marzo del 1940, ma resta sicuramente uno dei personaggi più leggendari della storia delle Olimpiadi. Lo scorso anno, complice anche la crisi che ha colpito la Grecia, il nipote di Spiros Louis che porta lo stesso nome del nonno, ha deciso di mettere all’asta, presso la prestigiosa casa d’aste londinese Christie, la coppa consegnata al maratoneta greco insieme, all’allora più importante, carro guidato dall’asino.
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