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Queste olimpiadi globali, dove praticamente tutti i paesi sono rappresentati, sono molto affascinanti, ma con tutti questi stati e bandiere finiscono per mandarci in confusione. Ecco due esempi pratici.
Finale 10.000 metri donne, in pista anche Veronica Inglese. Ha la maglia azzurra e quindi credo che il servizio di stato la segua con attenzione. In fondo c’è un telecronista, un esperto di mezzofondo, una giornalista anche lei sul posto per le interviste e le famose telecamere RAI per le riprese personalizzate. Insomma allo stadio saranno in cinquantotto o giù di lì. Tutti pagati col canone.
Si parte, davanti vanno fortissimo, la barlettana soffre in fondo al plotone più numeroso correndo 5/10 secondi al chilometro più veloce del personale, pur di rimanere in gruppo. I nostri commentatori parlano e s’incantano sulle prime che peraltro sono a ritmo di record mondiale. A un certo punto si degnano di osservare che la Inglese ha perso contatto col gruppo. E’ sola.
Cosa è successo? La poverina è caduta, perdendo ritmo e quel minimo di effetto scia che comunque a 20 all’ora si sente. I nostri non se ne sono accorti. Lo scopriremo dall’intervista finale.
Ora noi ci domandiamo: ma la Inglese è italiana o inglese? Ma cosa siete andati a fare fino a lì, se non ci riferite nemmeno gli eventi più salienti dei nostri?
Secondo caso di dubbia nazionalità è quello di Schwazer. Dai dibattimenti processuali e le prove presentate dagli avvocati sia a Rio che alla Procura di Roma, è quantomeno probabile che gli abbiano fatto una bella porcata. E il nostro presenzialista piacione presidente Malagò cosa fa? Sparito. Lui come Giomi. Nessuna presenza, nessun appoggio, lasciato in bocca ai pescecani che non mordono altri cani. Peccato che Alex non abbia partecipato e magari vinto. Sarebbero saltati fuori come funghi, sia loro che tutti i giornalisti che si sono ben guardati, in questi giorni, di chiedere un parere sulla vicenda a Malagò, Giomi, Magnani e compagnia cantante. Argomento proibito? Autocensura? Se ci siamo persi qualcosa ditecelo, ma oltre a domandarlo a Tamberi quelle sei o sette volte, possibile che a nessuno sia venuto in mente di chiederlo a loro?
Probabile che anche in questo caso ci siamo sbagliati. Quell’altoadige che gli austriaci chiamano sudtirolo è loro, in fondo glielo abbiamo rubacchiato alla fine del primo conflitto mondiale. Come a noi, un dittatore comunista ha rubato tutta l’Istria, stragi delle foibe incluse, alla fine della seconda guerra mondiale, per la quale ringraziamo il nostro dittatore fascista…
Ma queste sono altre storie, torniamo ad Alex, quel crucco che si rivolga a Vienna, per favore. Lui e la sua ex fidanzata, quella Kostner che non ricordiamo bene come il Dottor Fischetto definiva in un’intercettazione.
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