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Per evitare equivoci ricordo, a chi ha letto i miei articoli, che da sempre sostengo che il peccato originale del podismo consiste nel fatto che il CONI lo ha inserito in qualità di corsa su strada nelle specialità di Atletica Leggera e, quindi, di competenza esclusiva della FIDAL.
Se 40 anni fa si fosse creata una Federazione podistica italiana non ci troveremmo nel caos attuale.
Negli anni la FIDAL ha cercato di incanalare il podismo in un alveo di regole e regolette contrarie al suo spontaneismo, ha tentato, accordandosi con gli EPS, di distribuire le manifestazioni in modo più o meno equo; ma le Convenzioni hanno sempre mostrato la corda e, soprattutto, gli organizzatori hanno sempre tentato di soddisfare più i “clienti” che i “padroni”. Ad aumentare il caos prosperano i “naif”, organizzatori fai da te, che, in base all’articolo 9 del Codice della strada, presentano al Comune la polizza assicurativa Responsabilità Civile e danni arredo urbano e gestiscono da soli la manifestazione.
La FIDAL ha cercato col Progetto Running di mettere l’ennesimo bagaglio di regole, reperibili sul sito www.fidal.it.
La logica seguita è questa: le manifestazioni Agonistiche sono la Maratona e la Mezza Maratona, a queste possono partecipare quindi solo atleti tesserati FIDAL, e i non tesserati dai 20 anni in poi, in possesso di Runcard, purché presentino un certificato medico agonistico che rispetti quanto previsto dalla normativa sulla tutela sanitaria dell’Italia: visita medica, analisi urine, elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo, spirografia.
La complicazione riguarda gli stranieri, se sono tesserati con la propria Federazione IAAF, vale la loro certificazione, se non lo sono, dovendo sottoscrivere la Runcard devono presentare un certificato medico che preveda le stesse condizioni suddette.
Per venire incontro agli organizzatori la FIDAL ha predisposto il certificato in inglese [maccheronico, NdD] e in francese facilmente scaricabile dal sito e che riporta esattamente quanto sopra.
Analogamente, sempre per evitare fraintendimenti, ha stabilito la regola che il dispositivo della manifestazione deve essere redatto dall’organizzatore sul modello pubblicato sul sito e facilmente e doverosamente scaricabile (articolo 33. 3 Norme Organizzazione delle Manifestazioni).
Se si va a leggere quanto c’è scritto, è chiaro che la Mezza di Verona NON può essere approvata in quei termini.
Cosa non funziona? La lista è lunga.
Prima di tutto gli organizzatori: sono loro che rischiano allestendo una manifestazione, sia dal punto di vista civile e penale, che dal punto di vista economico, dovendo pagare minimo 900 euro per organizzare una mezza bronze a cui aggiungere un euro per classificato e un montepremi sostanzioso tra assoluto e specifico per gli atleti italiani od equiparati, e le altre nove regole organizzative minime previste dalla FIDAL.
Prima della “rivoluzione” potevano contare sui tesserati EPS e i cosiddetti non competitivi, un sottobosco pericolosissimo (con 5000 non competitivi come si fa a pretendere 5000 certificati medici non competitivi? e poi nelle Maratone e Mezze maratone chi è quel pazzo che non chiede il certificato medico agonistico?), ma redditizio, che in parte compensava l’obolo dell’euro.
Questa scialuppa di salvataggio non è più disponibile: un tesserato EPS che sborsi altri 15 euro per partecipare ad una maratona non è facile da trovare, idem un “libero” che paghi 30 euro per la Runcard.
Poi i Comitati Regionali che, ben conoscendo i loro organizzatori, sanno che bisogna spennare la gallina finché non urla, tendono quindi a chiudere un occhio e anche due, come a Verona, per non perdere la manifestazione che, bene o male, porta qualche euro in cassa e, soprattutto, evita un esodo dei podisti verso gli EPS con molte meno regole.
Questo è il tallone d’Achille della FIDAL, le REGOLE.
Purtroppo la filosofia nazionale è il controllo asfissiante di ogni attività umana, le regole sulla tutela sanitaria, il codice della strada, i permessi da chiedere per organizzare una manifestazione a tre enti diversi, la normativa di Pubblica Sicurezza sulle manifestazioni, per non considerare le ASL da combattimento che in alcuni casi contestano addirittura i ristori a fine gara perché non sufficientemente asettici.
Ma la FIDAL ci mette del suo: un esempio su tutti, l’articolo 34 delle Norme organizzazione manifestazioni non stadia indica chi può partecipare e precisa:
alle manifestazioni agonistiche non stadia organizzate sotto l’egida della FIDAL (ad eccezione dei Campionati Nazionali) possono inoltre partecipare anche i cittadini stranieri tesserati IAAf , i non tesserati e i tesserati EPS in possesso di Runcard.
Dunque alle manifestazioni che sono state scelte per i Campionati Italiani, ad esempio Bergamo 10 km il 9 settembre, Agropoli Mezza maratona l’8 ottobre, non possono partecipare che i tesserati FIDAL, e questo dovrebbe valere anche per le altre manifestazioni che assegnano un titolo italiano: ma sappiamo benissimo che se la FIDAL s’impuntasse su questa norma non troverebbe più nessuno disposto a organizzare un suo campionato; è dunque una norma velleitaria e che certo non depone a favore della serietà di chi l’ha emanata facendole perdere credibilità.