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Ancora due atleti master sotto inchiesta per doping, Paolo Zilvetti classe 1973 e Federica Moroni, classe 1972.
Aspettiamo le controanalisi per la sentenza definitiva, ma le reazioni degli interessati non lasciano molto spazio alla speranza.
Il problema del doping è complesso e insolubile, spesso i farmaci adoperati sono prescritti come curativi di affezioni, ma se usati da chi non ne ha bisogno diventano doping: ricordo un istruttore di lotta libera che consigliava di usare il micoren per regolare la respirazione.
Non è possibile eseguire controlli antidoping di massa troppo costosi, quindi si va a caso: una Maratona Internazionale come Zilvetti, il Campionato Italiano dei 50 km come Moroni. In questo modo non si arriva alla soluzione del problema.
L’unica arma efficace può essere la prevenzione, ma richiede un impegno effettivo e convinto di tutti.
Il Regolamento Sanitario del CONI prevede all’articolo 4 la figura del Medico Fiduciario Regionale che:
- organizza l’assistenza sanitaria in regione
- fornisce informazioni e supporto alle Società ed atleti afferenti alla propria regione
- coordina i medici collaboratori ed il personale parasanitario disponibile in regione
- partecipa alle riunioni del Consiglio Regionale in relazione a problematiche pertinenti
- tiene i rapporti con i medici sociali della regione.
L’articolo 5 tratta proprio dei medici sociali:
“Il medico sociale vigila in stretta collaborazione col Presidente della società sportiva sull’osservanza delle leggi dello Stato e della Regione, sulla tutela sanitaria delle attività sportive e sul rispetto delle norme federali in tema sanitario.
Si adopera nella prevenzione, informazione e lotta al doping dei tesserati della propria società”.
Il problema è la postilla: la realizzazione di tutto ciò “si lascia alla discrezionalità di ogni singola Federazione in base alle specifiche esigenze”.
Secondo il Regolamento Organico, le Società devono assicurare agli atleti assistenza tecnica, morale e sanitaria: forse è giunto il momento che la Federazione consideri essenziale questo aspetto della sua attività e provveda a fornire le Società di un supporto qualificato rendendo così operativa la figura del medico sociale, oggi presente sulla carta, ma senza alcun effettivo impegno professionale.