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Su segnalazione dell’amico Giuseppe Bossi entro in contatto con Nicola Mandrisi, la voce ancora rotta dall’emozione, eppure sono passate 36 ore dalla fine del suo sogno. Sentirlo parlare mi ha provocato qualche brivido, c’era tanto coraggio e voglia di fare in quelle parole. Ora comincia, anzi continua, un’altra maratona. Forza Nicola.
Ecco il suo racconto.
GRAZIE, ho coronato un sogno………..E’ così che voglio cominciare il mio racconto della splendida maratona di Venezia, in realtà questa non è la mia prima , bensì la quarta, è però la prima dopo la svolta che ha dato alla mia vita il male del secolo che ha colpito anche me, che pensavo di essere invincibile, a Settembre del 2014.
Vi assicuro che la notizia e la successiva radioterapia a cui sono stato sottoposto esattamente dal 27 Ottobre del 2014, mi hanno inferto un colpo durissimo sia psicologico che fisico, da cui mi sono ripreso per volontà, con fede, con le cure, con spirito positivo e senso di responsabilità, ma anche e sopratutto perché ho trovato nel Runners Varese una famiglia che mi ha sostenuto, mi ha coinvolto, mi ha spronato e mi ha aiutato prima di tutto a ricominciare a correre e poi conseguire l’obiettivo che tanto sognavo: rifare una maratona.
Sono grato prima di tutto a Rosy, che non smetterò mai di ringraziare, ma anche a Felice, a Guido, ad Achille, a Raffaele se sono arrivato a Venezia e ho fatto la prima maratona della mia seconda vita.
Non posso dimenticare inoltre Beppe Bossi, fantastico pacer che per tanti chilometri mi ha sostenuto, dandomi poi preziosi consigli su come finire la gara e mio figlio Marco che mi ha accompagnato a Venezia e sopportato per due giorni.Mi ricordo ancora, era Febbraio di quest’anno ed avevo appena ricevuto esiti preoccupanti delle mie analisi del sangue……ero depresso, ho scritto a Rosy: “sono depresso, ho bisogno di fare qualche cosa di indimenticabile, mi iscrivi alla Maratona di Venezia ?” Non è passata mezz’ora che, d'accordo con il Direttivo, mi aveva regalato l'iscrizione e si era iscritta anche lei, nonostante avesse progetti diversi in mente. Mi aveva detto “ti vengo a fare da Ipod”.
La preparazione è stata impegnativa per lo stato fisico in cui mi trovavo ed in cui, in certe fasi, ancora mi trovo, oltre al tarlo che ti attanaglia la mente e dice “non sarò più quello di prima”. Però settimana dopo settimana sono successe delle cose che hanno fatto il miracolo :le uscite domenicali in compagnia, i consigli dati a Fabio e Davide che coinvolti dall’entusiasmo hanno deciso anche loro di fare la 1^ Maratona a Venezia, l’avere un obiettivo che mi permettesse di non rimuginare e le affettuose/spronanti parole di conforto di Tata Rosy.In questa ultima settimana ero teso, temevo di non farcela, sono stato operato ad una spalla 15 giorni fa e contro il parere dei medici ho deciso comunque di andare a Venezia.
Da sabato la tensione ha cominciato a scomparire, il viaggio con Luca, Rosy, Severino, Fabio ed il successivo arrivo di Fausto e Massimiliano hanno trasformato la tensione in festa (pensate alla forza di un gruppo coeso !!).Emozionante la corsa, sveglia all’alba e partenza da Stra lungo la Riviera del Brenta; partenza preceduta dall’Inno di Mameli (emozioni indimenticabili !!!). La corsa si è poi snodata, tra gli splendidi colori autunnali in cui i maestosi palazzi del ‘700 che si affacciano sul fiume si riflettevano in esso, creando paesaggi da cartolina e incitamenti da stadio in qualunque punto del percorso oltre a Band che suonavano musica di tutti i tipi, rendendo l’atmosfera ancora più elettrizzante.Poi l’attraversamento del lunghissimo Ponte della Libertà (che unisce Venezia alla terraferma) …..e Venezia!
Il panorama che improvvisamente dopo una curva si staglia all’orizzonte è da groppo alla gola, è mozzafiato: la Laguna , gli antichissimi e bellissimi Palazzi, le Calli, i numerosi ponti e la passerella di barche che attraversa tutta la Laguna e porta in Piazza San Marco.C’è poi la folla che ti incita e ti chiama per nome, Piazza San Marco gremitissima e festante, turisti e appassionati che ti incitano e ti incoraggiano restituendoti le forze esaurite, mancando un chilometro all’arrivo.
Vi assicuro, sono emozioni indescrivibili che non hanno prezzo……Non vi nascondo che all’arrivo ho pianto, ero emozionato e felice…..avevo corso la mia prima maratona da quando mi sono ammalato, non avevo vinto nulla ….ma avevo vinto il male.Sono felice, sto scrivendo in piena notte e dopo aver terminato da alcune ore la Maratona ed aver viaggiato per rientrare a casa; qualcuno mi direbbe…..sei matto ! ….non sei stanco ??
Stanco si, ma felice.GRAZIE, ho coronato un sogno.
Nicola Mandrisi