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Lo sguardo è concentrato sulla salita posta davanti a pochi metri. Il segnale del via arriva in un urlo a cui fanno eco le voci di genitori e parenti disposti a delimitare come lunghe linee il bordo della strada.
Sono partiti. Veloci, come se i metri da percorrere fossero già finiti, invece sono loro a sparire nell'imbuto che li conduce nella parte alta del paese: magliette colorate ingoiate una alla volta dall'ombra che chiude la strada. Si rompono le righe e si va con affanno verso le transenne poste a delimitare l'arrivo.
Il fiato corto è dato dall'emozione nello scorgere nell'alto della discesa il proprio campione.
Non importa se arriverà primo o ultimo, l'orgoglio sta nel vedere che ce l'ha fatta.
Arrivano cercando l'aria, senza rallentare un passo.
Per Nicola e Riccardo è la loro prima gara ufficiale come componenti della squadra giovanile di triathlon, i Bullring di Salò.
Li seguo nella corsa da settembre. Vederli impegnati nel raggiungere il traguardo e cogliere il loro sorriso con la coppa in mano, è stata una di quelle rare emozioni che arricchiscono il cuore.
Ho scelto per loro una corsa vicino a dove abitano. Qui (Puegnago, BS) l'inossidabile Felter organizza e coordina eventi podistici ogni settimana, garantendo un ampio spazio per le prove giovanili.
Tra il loro arrivo e la mia partenza mi è passata davanti agli occhi un'immagine consumata dal tempo: mio padre mentre entra in cucina annunciandomi di avermi iscritto a una corsa campestre. La forchetta rimase a interrogare l'aria, mentre cercavo di dimostrare entusiasmo per qualcosa a me ignoto. Lo stupore di mia mamma si tramutò velocemente nel suo senso pratico: mi comprò le scarpe da corsa.
Da quel giorno lo sport è stato una costante nella mia vita, come lo studio. Entrambi iniziano per s, come sudore seguito da soddisfazione.
Vorrei che toccasse la stessa sorte a questi giovani atleti: innamorarsi dello sport, valore e stimolo per una vita piena di emozioni.