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Visto che il Direttore mi stimola a proposito dello stato del podismo modenese, ma forse anche regionale, vorrei raccontare cosa mi sembra di cogliere dagli umori della community runners geminiana.
Ormai in epoca di social (Facebook è ormai il più anziano tra questi) fa un po’ ridere che esista un pensiero unico su come debbano svilupparsi le fatiche podistiche di persone che durante la settimana svolgono un’attività lavorativa più o meno faticosa (e più o meno remunerativa), e di sabato e domenica debbano essere guidati da un Guido qualsiasi che decide che devi correre in quel posto, a quell’ora e con quella tariffa base. Il singolo, dalle nostre parti, è sempre servito solo per fare massa e quantità (per arrivare ad un prosciutto che non si sa che fine faccia). E tanta, troppa politica.
Ora, in epoca di social dicevo, è bene evidenziare che quello che conta è diventato l’individuo, l’immagine che quel contenitore (leggi l’evento, che può essere la festa del mattino o quella colorata) riesce ad amplificare. Tutti postano le proprie immagini. Serve per coltivare il proprio ego. Scusate se mi perdo in filosofia, ma credo sia il minimo per arrivare al punto.
Il Coordinamento podistico modenese attuale è morto come concetto, e i Don Chisciotte che hanno cercato di cambiare le regole da dentro stanno cominciando a mollare la presa: troppo arduo il compito. Intanto, dall’altra parte, la Federazione di atletica leggera sta cercando (finalmente, dico io) di imporre delle regole più strutturali. Trovo che questa sia un’opportunità anche per gli enti di promozione.
Da due anni mi sono avvicinato al triathlon e ho potuto apprezzare un livello organizzativo nettamente superiore a quello dell’atletica “no stadia”. Per arrivare ad una conclusione, mi piacerebbe vedere la Federazione che coordina i grandi eventi nazionali, e a livello locale uno o più enti di promozione collaborare per arrivare alla creazione di un coordinamento podistico provinciale, o meglio regionale, con regole condivise e standard organizzativi di minima (ad esempio, perché no, suddivise come per la FIDAL in gold, silver e bronze), che prevedano almeno una classifica, una premiazione individuale per classi di età, una premiazione delle squadre sulla base dei classificati, prezzi di iscrizione calmierati con un premio di partecipazione simbolico. Una cosa del genere già avviene ottimamente in regione per il circuito trail.
Questo per chi ama correre (essenziale un numero sulla casacca sociale!). Per chi vuole camminare la soluzione c’è già e durerà finché i fichi non saranno troppo secchi o essiccati del tutto (in futuro verranno chiamate tutte "family run" a corollario di una gara vera). D’obbligo anche inserire una corsa giovanile promozionale: come avveniva per noi negli anni 80, quando ci bastava vincere una medaglietta per pensare di correre come Alberto Cova.
E chi vuole vivere il proprio evento? E lasciamoglielo fare, non fanno mica male a nessuno. Tra un annetto ci sarà il concertone di Vasco al parco Ferrari di Modena. Chi vorrà partecipare non starà a guardare quanto costerà, l’importante sarà esserci a tutti costi e farsi tanti selfie con il palco alle spalle e gli amici intorno.
Non è affare nostro. Noi torneremo a correre al parco dal giorno dopo, se non ne avranno fatto terra bruciata.