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I confronti tra i campioni d’oggi e quelli del passato sono un classico che caratterizza interminabili discussioni un po’ in tutti gli sport. Solo che nelle discipline dove le prestazioni vengono misurate da un cronometro, si potrebbe suppore che l’aver migliorato un tempo sia garanzia assoluta di eccellenza dell’atleta in questione rispetto a quanto fatto in precedenza. Ragionamento che non farebbe una piega a parità di materiali utilizzati. Ma che cosa sarebbe stato capace di fare oggi Jesse Owens, correndo su una nuovissima pista in tartan con delle scarpe all’ultimo grido?
Non potendo resuscitare Jesse, qualcuno si è inventato il percorso inverso, dando luogo ad un interessante esperimento. Protagonista del test Andre DeGrasse. Non sarà Bolt, ma certo non è il primo che passa per strada, avendo conquistato il bronzo sui 100 metri piani ai giochi e “passeggiando” sorridendo con Usain in 19”79 nelle semifinali dei 200, sempre a Rio. Se poi teniamo presente che il secondo classificato dei 100 metri è un ex-dopato e quindi non lo consideriamo, il canadese è certamente uno dei migliori alter ego di Usain sulla distanza breve.
Non disponendo nemmeno della macchina del tempo, per spedire direttamente DeGrasse alle olimpiadi di Berlino, si è cercato di simulare le condizioni in cui si gareggiava nel 1936. Andre è stato fatto correre con un duplicato delle scarpe usate da Owens, appositamente confezionate per l’occasione. La pista era in terra battuta. Un filo di lana aiutava il cronometrista nella rilevazione del tempo impiegato. Ovviamente in misurazione manuale, questo forse l’unico leggero vantaggio rispetto alle condizioni attuali. Nessun blocco di partenza, solo delle fossette scavate dall’atleta dietro la linea di partenza.
Che tempo ha fatto DeGrasse? 11” netti. Se pensiamo che il suo personale è pari a 9”91 e che a Rio nelle batterie ha facilmente corso poco sopra i 10”, possiamo immaginare uno scarto attorno ad un secondo, probabilmente scarso, perché DeGrasse ci ha provato praticamente una volta sola in queste condizioni. Di certo con questa differenza il 10”3 di Berlino 1936 sarebbe almeno equivalente al 9”58 mondiale ottenuto da Bolt nel 2009.
Che peccato Jesse non sia qui con noi. Sarebbe stato bello vederlo alla partenza, magari al posto di Gatlin.
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