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Le Olimpiadi a Roma nel 2024 non si faranno. La sindaca Virginia Raggi lo aveva promesso in campagna elettorale, e una volta eletta, in modo coerente lo ha confermato: Roma non è in condizioni urbane e finanziarie per sostenere un evento che ha – tra l’altro – perso il suo valore etico. Roma non è la sola città ad avere rifiutato la kermesse a cinque cerchi. Ce ne sono altre venti sparse nel mondo. La capitale d’Italia è in condizioni disastrate, ha un debito di circa 15 miliardi di euro. Le rassegne sportive internazionali disputate nell’ultimo decennio nell’Urbe, hanno lasciato debiti, impianti abbandonati e inchieste della magistratura per il marcio, gli appaltatori affamati di soldi pubblici e il malaffare che hanno inguaiato la politica.
Oltre Roma, l’Italia è ormai un Paese sportivamente tagliato fuori. In atletica, il Bel Paese non ottiene più medaglie non soltanto dalle Olimpiadi, ma anche dai mondiali e dagli europei. I tagli alla scuola hanno cancellato i Giochi della gioventù, vivaio inesauribile di campioni che hanno valorizzato l’Italia nel mondo per anni. Senza Giochi abbiamo già perso due generazioni di sportivi nell’indifferenza totale delle istituzioni, e di pari passo, col costante aumento di bimbi obesi a poltrire con la Play station. Aggiungiamo che da un punto di vista politico, le Olimpiadi sono entrate a pieno titolo nel gioco delle vendette internazionali. Il Cio ha escluso in massa tutti gli atleti della Russia dall’evento di Rio de Janeiro spacciandoli per dopati, senza sfiorare la nutrita pattuglia di statuari velocisti americani, quelli che corrono tutte le settimane di un’intera stagione i cento metri in meno di dieci secondi facendoci credere che s’allenano a pane e Gatorade. Lamine Diack, presidente della IAAF, il massimo organismo dell’atletica leggera, è finito in manette per corruzione.
In Italia abbiamo una federazione governata da quattro bacucchi senza quid, incapaci di incentivare l’attività sportiva e di spronare i giovani a partecipare. Tutto ciò basta e avanza per valutare con serenità che lo sport corrotto ha snaturato le Olimpiadi, trasformandole in un qualcosa che serve a poco. Non servono- ahimè - soprattutto a una città piena di debiti come Roma, se consideriamo che le Olimpiadi sono notoriamente diventate un affare delle solite lobby del cemento e cartina di tornasole per il marketing di sport atipici (vedi il cricket, la carabina o il tiro a volo di certe atlete “cicciottelle”), che poco o nulla hanno a che vedere con lo spirito olimpico originario, quello che l’era moderna ha riaffermato mandando in scena soltanto l’atletica.
E allora è finalmente ufficiale: Roma è infortunata e fuori forma per essere pronta nel 2024. La Raggi è il medico che prova a dimagrirla dai debiti e a guarirla dalle inefficienze. Per riportare la Capitale a cinque stelle. Poi, forse, a cinque cerchi.