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Non esiste vittima incolpevole, ammonisce Jean Paul Sartre, e la FIDAL deve, onestamente, recitare il mea culpa per la situazione venutasi a creare nelle manifestazioni non stadia.
Agli inizi si stabilirono due sezioni con pari dignità, il settore Assoluto comprensivo degli Juniores, dei Seniores fino ai 39 anni e dei Master dai 40 in su e il settore Amatori, con gli Amatori fino ai 39 anni e i Veterani dai 40 in su, inoltre era possibile il tesseramento individuale da “libero” , almeno il 30% dei tesseramenti.
Questo sistema rispettava i “sentimenti” dei podisti, poi presero il sopravvento i “pistaioli”, i Veterani furono d’imperio tesserati come Master e gli Amatori ingabbiati dai 23 ai 34 anni, in più si posero le Società al centro del Sistema, il tesseramento individuale abolito, iscrizioni alle gare solo tramite le Società, anche se gli organizzatori continuano a ignorare la regola, obbligo della maglia sociale alle gare, anche se il RTI lo prevede solo nei Campionati, divieto di uso delle cuffie per sentire la musica in quanto considerato “assistenza”, insomma una serie di provvedimenti che andavano contro l’animus del podista.
Qualora la FIDAL riuscisse a far valere i suoi diritti dovrà procedere ad un riesame critico di tutta la materia non stadia, dando poche regole ma chiare e, soprattutto, LOGICHE.
La corsa su strada è UNA, diversi gli ambienti in cui si svolge, ma non è vitale scendere troppo nei dettagli, esiste il RTI che definisce le varie tipologie in maniera semplice: corsa su strada (asfaltata) e corsa fuori strada che può essere campestre, trail o montagna.
Ma non basta, ultimamente hanno preso piede altre forme di utilizzo della strada, il fit walking e il nordic walking, che si sono aggiunti alla tradizionale marcia, troppo tecnica per i semplici camminatori, la FIDAL ne prevede il tesseramento come settore non agonistico, va comunque inquadrata la materia per definirne le caratteristiche specifiche.
L’altro problema esistente riguarda la gestione delle manifestazioni su strada, se in una manifestazione ci sono: ordine di arrivo, classifiche, rilevazione dei tempi, premiazioni, la manifestazione è AGONISTICA e, quindi, necessita della gestione tecnica del Gruppo Giudici Gare FIDAL, con tutto quello che è richiesto: autorizzazione, approvazione e tasse relative; se invece una manifestazione prevede una lista di arrivati e premi NON legati alla prestazione è da considerarsi non competitiva e può organizzarla chiunque, previo benestare della FIDAL che verifica l’effettiva natura non agonistica della manifestazione.
In questi anni sono cresciuti e prosperano i gestori di transponder la cui attività sfugge sempre di più al controllo della Federazione con i problemi relativi: controllo sicuro e puntuale delle iscrizioni e delle classifiche, ufficializzazione dei risultati e aggiornamento delle prestazioni, che vengono inserite nelle graduatorie al massimo entro tre mesi dal termine della stagione agonistica.
L’impiego di SIGMA (Sistema di gestione delle manifestazioni di Atletica Leggera) deve essere esteso a tutte le manifestazioni implementando le funzioni attualmente esistenti, eventualmente stabilendo coi gestori di transponder un compenso adeguato per la parte relativa alla rilevazione dei tempi o trovando altre forme di collaborazione, che però devono sempre e comunque garantire il controllo del Gruppo Giudici Gare.
Anche in questo caso l’inerzia della Federazione appare evidente, avrebbe dovuto fin dall’inizio stabilire accordi con i gestori più affidabili, magari assieme alla Federazione Cronometristi, per una loro collaborazione ufficiale e controllata, oggi sembra che si voglia seguire questa strada istituendo un albo apposito dei fornitori di fiducia, ma non sarà facile, un problema su tutti, i chip, ognuno ha i suoi, una Federazione moderna e dinamica dovrebbe fornire assieme al tesseramento il transponder necessariamente unico e utilizzabile con tutti.
Passiamo adesso all’attività Stadia. Primo problema da affrontare gli Impianti.
I campi di atletica sono di proprietà dei Comuni con gravi riflessi sulla loro manutenzione e aggiornamento, rifare il manto della pista costa cifre importanti, prima di tutto bisogna trovare l’Assessore sensibile, che proponga e porti avanti la richiesta, poi tutto l’iter burocratico, infine l’omologazione, minimo si va da 5 a 10 anni; ma anche gli interventi minori comportano sempre un iter che rende difficoltosa ogni iniziativa.
In secondo luogo la gestione dell’impianto è quasi sempre affidata ad altri utenti dello stadio, che condizionano pesantemente l’attività dell’atletica a cominciare dai lanci, che rovinano il manto erboso e, in futuro, con l’avvento dei campi sintetici, ne impediranno lo svolgimento. Continuando così l’outdoor farà la fine dell’indoor, rara avis in terra.
Secondo problema le specialità, che si praticano in pista, 20, che non si possono, ovviamente, ridurre. Le manifestazioni in genere durano almeno cinque ore, con demotivazione di molti giovani, che, per gareggiare pochi secondi, devono perdere un pomeriggio intero. Le riunioni non devono superare le tre ore di svolgimento, occorre cambiare la logica con cui si svolgono le gare e dare alle riunioni un fine importante, che non sia solo gareggiare.
Si potrebbe, ad esempio, pensare a un torneo con 15 società che si affrontano in incontri triangolari con due atleti per specialità, al massimo 10, con punteggi pari all’ordine di classifica, vince chi ha meno punti. Per le società da Allievi in poi si potrebbe gareggiare come nei Campionati di Società, sabato e domenica oppure dieci specialità nel girone di andata e dieci nel girone di ritorno; per i giovani, date le minori specialità, basterebbe un giorno.
La durata di ogni incontro sarebbe sicuramente contenuta entro 3 ore e il torneo si concluderebbe in due mesi, quattro nella seconda ipotesi. Si darebbe una maggiore enfasi allo sport di squadra, che oggi ottiene consenso nei giovani, potrebbe mettersi in moto un circolo virtuoso di attenzione per gli atleti e per le società da parte dei media, che, alla fine, richiama gli sponsor, necessaria linfa vitale di ogni sport; funzionerà? In ogni caso sarebbe una novità nel mare piatto e grigio federale, da anni si parla di riformare i Campionati di Società, ma nulla cambia nel deserto dei Tartari.