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A Biella la Fidal ha toccato forse il più basso gradino della sua storia.
Il 17 dicembre era convocata l’Assemblea per l’elezione del Presidente e del nuovo Consiglio Provinciale del comitato Biella / Vercelli.
Unico candidato alla Presidenza Paolo Vialardi, giovane e dinamico presidente della società Biella Running, una bella realtà nata solo tre anni fa ma con oltre 160 podisti nei suoi ranghi; su 24 società ben 19 erano dalla sua parte, purtroppo “podistiche”.
All’Assemblea erano presenti 518 su 623 voti disponibili: risultato apparentemente scontato - con un solo candidato -, ma al termine dello spoglio la sorpresa: Vialardi 244 voti, schede bianche 274.
Subito l’ingegner Riccardi, presidente dell’UG Biella, ex consigliere nazionale addetto alle carte federali, fa presente che l’articolo 34 dello Statuto prevede che venga eletto presidente chi ottiene il 50 più uno dei voti presenti, quindi Vialardi non è stato eletto e deve essere indetta un’altra assemblea entro 30 giorni.
Perché tutto ciò? Il motivo purtroppo è semplice e conferma, se ce ne fosse bisogno, l’arretratezza culturale di molti esponenti Fidal.
Le cinque società contro Vialardi sono dedite alla pista e come tali hanno la maggioranza dei voti, solo che essendo in continua lotta tra di loro non hanno trovato un candidato da presentare; ma non potendo accettare un “podista” hanno preferito attaccarsi ai cavilli procedurali per boicottarlo.
E sì che Vialardi ha un buon passato come atleta su pista, ha contattato le società “storiche” garantendo la nomina del Fiduciario Tecnico Provinciale e di un consigliere, ha dimostrato nei fatti di essere una valida soluzione… Niente da fare, l’ingegnere artefice della congiura ha detto spocchiosamente “Non mi ha chiesto i voti, perché avrei dovuto darglieli?”
Reato di lesa maestà, come ha commentato Gabriele Pinna sull’Eco di Biella. È questa la palude in cui sta affondando la Fidal; mentre il Coni ha sentenziato che maratone e mezze maratone omologate sono di competenza Fidal, ma nulla vieta che gli EPS possano organizzare gare sulle stesse distanze, ovviamente senza che i risultati vengano inseriti nelle graduatorie in quanto non omologate.