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Una nostra consorella maratoneta è da qualche giorno in galera; i tg, a corto di notizie (Gentiloni sta benissimo, esce a momenti e si sta già iscrivendo alla maratona di Tripoli; la produzione industriale è in calo, il deficit è in crescita e dunque va tutto secondo i programmi), non trovano di meglio se non enfatizzare il terrore che aleggia tra i politici e i vip in genere: i quali hanno incaricato i propri addetti stampa di fiducia di esprimere sdegno vibrante per le gravi violazioni alla loro privacy compiute dai due fratelli romani Occhionero, di cui l’elemento femminile, Francesca Maria, classe 1968, è tesserata per il gruppo sportivo dei Bancari Romani e attivissima nel campo del podismo.
E non soltanto: la sua pagina Linkedin segnala che è “appassionata degli sport in genere (sci, diving, trekking, prepugilistica, kite surf...), da ormai diversi anni è tesserata FIDAL e si diletta nel running avendo partecipato a diverse gare tra cui mezzemaratone e maratone”. Le foto che il nostro Roberto Mandelli ha raccolto, specie da Fb, la ritraggono, bionda e splendida, in cima a montagne e addirittura aggrappata a pareti di grattacielo.
E la signora Francesca non è certo di quelle podiste che dalla vita non hanno niente altro, e si attaccano ai pacchi-gara o ai premi di categoria per trovare una ragione di vita: laureata con lode in chimica nel 1993 presso l'Università di Roma, dottore di ricerca in Scienze Chimiche nel 1996, imprenditrice di successo, elegantissima nel vestire (tanto che il saluto ricevuto dalle colleghe galeotte di Rebibbia è stato il furto di tutti gli abiti portati da casa, e le cronache dicono che ora deve accontentarsi dei vestiti prestati dalla Caritas, compreso “un maglione infeltrito”).
Il web (malgrado operazioni ultime, diciamo così, di pixellaggio) è pieno delle sue imprese sportive, che testimoniano un progresso costante nella mezza maratona: da un 2.02:46 nella Fiumicino Half del 2014, a un 1.55:26 nella Mezza del lago di Vico, meno di tre mesi fa. Al che è seguito l’esordio in maratona, a Firenze nel 2015 con 4.21, poi nel 2016 a Roma con 4.16 e poi, in scarico, a Valencia con 4.23. Si può fare di più, ma intanto sono tempi di tutto rispetto per una che nella vita ha altro da fare… (intendo le sue attività ufficiali).
Mentre, per quanto riguarda gli addebiti mossi a lei (e soprattutto al fratello ingegner Giulio), sarebbero quasi ventimila gli “spiati”, tra cui nientemeno i nostri re detronizzati Matteo Renzi e Mario Monti; e (figurarsi!) Vincenzo Scotti, classe 1933, pluri-ex ministro, di cui nessuno si ricordava più, tanto che bisogna ricorrere a Wikipedia e all’archivio di “Report” per apprendere che fu fondatore e presidente di "Formula Bingo", società di consulenze per l'apertura delle sale bingo e titolare di 214 delle 420 concessioni assegnate all’alba degli anni Duemila, ciò che le consentì di guadagnare l'1.50% su ogni cartella venduta. Prescritto o assolto da vari processi, a Scotti fu tuttavia imposto dalla Corte dei Conti di risarcire allo Stato tre milioni di euro, per aver fatto acquistare un palazzo a Roma a un prezzo alquanto maggiorato a fine di creare fondi neri.
Per sapere cose del genere, non c’è bisogno di essere spie professioniste. E sta a vedere che fra un po’, tra i capi d’accusa veri o presunti lanciati contro la nostra consorella maratoneta, figurerà quello di aver scoperto, “spiando” Alitalia, che la compagnia non ha futuro e il suo presidente è un inetto, dato che da quando è presidente lui la ditta ha bruciato più di 25 milioni al mese (peggio di quando era pubblica); oppure, ‘spiando’ il Mps, che era la banca privata di un partito politico; o, ‘spiando’ la ministra Boschi, aver scoperto quanti cuori ha preterintenzionalmente infranti … Sono di quei segreti di Stato da custodire gelosamente: meno male che finora nessuna podista invidiosa accusa Francesca di aver manipolato, da remoto, le classifiche delle gare cui ha partecipato, abbassandosi i tempi… La difesa di Francesca sostiene che lei sia quasi un’ “analfabeta del computer” (chissà se le iscrizioni alle maratone le avrà fatte usando i moduli cartacei e i bollettini di conto corrente postale? I siti delle corse però non sono citati finora tra quelli sottoposti ad hackeraggio).
In ogni caso, per doverosa precauzione ad evitare indecenti rivelazioni sui politici e vip, è meglio che per l’indiziata “scattino le manette”; ma non prima che abbia dato un’ultima prova delle sue doti atletiche quando, durante la perquisizione svolta in casa sua prima dell’arresto, Francesca si è lanciata verso il pc ‘indagato’ sfilandone la smartcard con un “gesto repentino” (così è nell’atto d’accusa).
Come sta scritto in un commento alla vicenda apparso sull’edizione online del “Corriere della sera”, in Italia si può rubare, spacciare, menare, occupare, truffare, immigrare illegalmente e chi più ne ha più ne metta, ma un posto per un normale delinquente in prigione non si trova; però se vuoi la certezza della pena, devi fare solo una cosa, toccare i politici! con quello, pena sicura.
Lo diceva il vecchio professor Marcellini: tutto si risolve al grido di “in galééera!”.