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Racconti dell’Orta: memorie del cuore e dell’acqua
Tante volte mi han detto di scrivere delle avventure dell’Orta, si de “L’Orta” perché per un singolare caso solo noi maratoneti chiamiamo il Lago d’Orta “L’Orta”, nessun altro, vi giuro, chissà perché. Abbiamo scritto tanto (link ad articolo completo http://clubsupermarathon.it/images/2016_Manca_una_settimana_alle_10_in_10_di_Orta/Racconti_dellOrta.pdf), si fa prima a fare una maratona che a leggerlo tutto, ma qui ho voluto mettere insieme solo gli aspetti più rilevanti, correndo insieme, chilometro dopo chilometro, a chi avrà voglia di seguirmi in questo percorso, augurandomi che poi venga a correrlo per davvero. Avrei voluto aspettare anche questa edizione per poi scrivere, ma so che tutto passa e il desiderio si sopisce, si entra in uno strano stato di coma e felicità, in cui la passione si racchiude nel cuore e le memorie vanno sul fondo, i ricordi si volatilizzano e rimangono nella penna.
Ed eccomi qui a portarvi con me lungo questi bellissimi 10 chilometri, da percorrere una, due o quattro volte, secondo la distanza che avrete scelto. Ricordo che si corre dal 6 al 15 Agosto, quindi tutti giorni, mi auguro che ne troverete uno ( o anche di più!) adatto alle vostre esigenze.
La prima 10 in 10 non si scorda mai
Chi le ha finite tutte come il Paolino si domanda come ha avuto il coraggio di cominciarle. Per me tutto è cominciato tre anni fa. Adesso di 10in10 omologate in Europa c’è “l’Orta” e le Brathay in Inghilterra. Ma nel 2013 ci fu per una sola volta anche la 10in10 di Sixmilesbridge in Irlanda e proprio lì andai. Fu un illuminazione e una calda esperienza.
Gli sfidanti erano 23, quasi tutti irlandesi, qualche inglese e un italiano . Fra gli altri, l’organizzatore Tom Enright e il Presidente del Marathon Club Irlandese: Pat O’Keeffe. Arrivammo in 19. Era una formula e un insieme di esperienze esplosivo. Mi domandavo perché non esiste qualcosa del genere in Italia. Perché non provare a farle? Il percorso era un anello da ripetere due volte. Si usciva dal paese, una valletta e poi una collina. Si attraversavano gallerie di vegetazione verde cupo, praterie verde shocking, boschi verde cacciatore, ombre verde muschio, ruscelli verde smeraldo, laghetti verde palude sotto il cielo d’Irlanda insomma. Per tanti mesi non mi son tolto la maglietta con la scritta “Il miracolo non è stato finirle. Il miracolo è stato avere il coraggio di iniziarle”.
KM 0, partenza dal Lido di Gozzano
IL vero protagonista è lui, il lago; correndo lo vediamo sempre, all’andata sulla destra e al ritorno sulla sinistra. Sembra placido e gentile e ci trasmette pace. Lo guardiamo di continuo come ci desse spinta e refrigerio, ma ci soffermiamo solo alla superficie. Appena sotto diventa scuro, grandi correnti sotterranee lo mettono in comunicazione col Lago Maggiore. Si parte dal lido di Gozzano , tanti anni orsono era il luogo d'imbarco dei Vescovi di Novara diretti sull'isola di San Giulio, tutta la storia è passata di qui. Ma la storia l’han fatta anche i Maratoneti. Era il 6 agosto 2014, una giornata bellissima. Era il terzo giorno della prima serie delle Orta 10in10. Una giorno storica per la maratona italiana, per il Club e, soprattutto, per chi c’era. Fu il giorno della grande tacca di Vito Piero Ancora, il maestro di tutti. Quel giorno fece la 762esima maratona e molto, molto a malincuore batté il record di Beppe Togni, il grande nonno che ci lasciò sei mesi prima. Chi c’era si ricorderà che quell’anno 2014 tutto il Club deviò al terzo chilometro della Maratona di Brescia per il cimitero dove era stato sepolto da poco nonno Beppe. Là su una bella lapide bianca per sempre è scolpito “761”. Il suo numero sacro che lui volle mettere accanto alla sua foto sulla tomba. La sacralità del momento e l’emozione erano alle Stelle, per quanto la storia dovesse andare avanti, il ricordo e la presenza di Beppe erano lì con tutti sulla spiaggia del Lido. Ma quel giorno Beppe corse ancora con noi e forse correrà per sempre, e non solo a parole.
Appena usciti dal Lido , 300 metri sopra le nostre teste, si erge la torre di Buccione. Se si alza lo sguardo mette paura. La torre di Buccione faceva parte di un avamposto militare enorme un vero e proprio castello che dominava tutto il colle con una spianata che conteneva 500 uomini. E’ il punto di riferimento per quando si corre, si sa che bisogna arrivare fin qui sotto. Come non ricordare l’anno scorso quando un giorno si arrivò a 37 gradi, era l’ultimo giro si doveva tornare indietro e la torre sembrava un miraggio irraggiungibile la in fondo lago, e tutti facemmo tanta fatica per arrivarci. Come se la dovessimo cingere d’assedio ed espugnarla.
KM 1, Villa Jucker
Lasciato il lido si entra nella passeggiata naturalistica lungo il lago d'Orta. La strada, comoda e molto ombreggiata, è denominata "via dei Canneti" per la presenza di canneti protetti in cui nidificano alcune specie di uccelli e si trovano enormi carpe. Successivamente si procede sulla strada principale fino a Ronco di Pella, sempre costeggiando il lago. E’ uno dei tratti più freschi e frequentati tutto l'anno da podisti e cicloamatori, ci sono piazzuole attrezzate con panche per la sosta in corrispondenza di suggestivi affacci sul lago.
Al km 1.5 inizia l’asfalto e durerà un paio di chilometri, strada larga, piatta e veloce, questa zona è denominata Pascolo
Km 2,2 ,i cancelli del lago
Si continua su asfalto , ci si avvicina rasenti il lago e si attraversa un piccolo borgo con una vecchia falegnameria
KM 3, Jardin du Luxemburg
E’ il nostro soprannome per il ristorante Venanzio, tipico locale del Lago ove finisce l’asfalto e si entra in strada bianca sempre ombreggiata e bordo lago
KM 4, il bosco
Qui è il posto più stretto dove correre, ci sono affascinanti ville nascoste; qui viveva il famoso paroliere Panzeri che con Pace ha fatto la storia della musica leggera anni 50-60. Un tratto molto bello, solo fare un pochino di attenzione alle radicette e non distrarsi troppo coi panorami e la fantastica visione dell’Isola che sembra di toccare. Dopo 500 metri una salitella e da qui in avanti sarà tutto asfalto.
Km 5, il ristoro
Dopo aver attraversato il piccolo abitato di Lagna, costruito totalmente in pietra e dotato di un piccolo porto, si arriva al ristoro. Bevande fresche garantite da un vicino torrente. Chi corre la 10 km qui avrà il suo giro di boa e tornerà al Lido da dove è partito. Poco sopra una curiosa costruzione a forma di fungo, che sarà difficile non notare; si tratta della villa di un chiacchierato imprenditore della zona. Si esce a correre sulla strada provinciale: sono gli unici 500 metri con traffico, sia pure relativo, però si raccomanda di prestare attenzione e non correre appaiati.
KM 6
Quando fa caldo questo è il tratto di percorso più duro. Ma è anche quello che porta i partecipanti più vicino all’acqua e veloce con il lungo lago appena finito di costruire . Se si alzano gli occhi al cielo sulla sinistra in alto di una scoscesa rupe a picco, a paurosa altezza si erge il Santuario della Madonna del Sasso, così detto dall’alta rupe su cui sorge. In cima si gode la vista di un grandioso panorama del bacino del lago d’Orta e tutti quelli che ho portato deplorano che questo lembo di terra italiana sia così poco conosciuto.
KM 7, passaggio da Pella
Il passaggio per Pella al settimo chilometro riporta in qualche modo alla civiltà. E’ il passaggio più bello dal punto di vista storico e più vivo per gli spettatori. Si passa in mezzo a turisti e abitanti che si riposano sulle panchine e nei bar.
Km 8 e 9, uscita da Pella
Dalla piazza turistica di Pella c’è una salita che ci porta a vedere l’isola di San Giulio dall’alto. Questo è il tratto più veloce, una larghissima strada asfaltata lunga due chilometri dritta e completamente vuota, senza abitazioni o traccia di insediamenti umani a picco sul Llgo. Qui chi ne ha può guadagnare tempo, o semplicemente recuperare energie.
KM 10, Ronco e oltre
Al km 10,548 c’è il giro di boa. Siamo in fondo al percorso. Qui la strada finisce e chi fa la maratona è a un quarto del percorso, chi sceglierà la mezza ritornerà sui suoi passi fino al Lido e che invece ha scelto la 10 Km purtroppo non vedrà questi bei posti, essendo tornato indietro al quinto km . Il paesino di Ronco è ormai tutto abitato da svizzeri che hanno creato una piccola comunità. Qui c’è l’ultimo ristoro con il suo fontanino di acqua di fonte gelata il “miglior ristoro del mondo” anche perché ci si passa due volte a giro e si può ordinare all’andata un cocktail da ritirare al ritorno. Poi via al galoppo, verso il Lido. Buon divertimento
Info e iscrizioni +39 340 4525911
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